Un prezioso francobollo rosso di Auguste Groner

Un prezioso francobollo rosso

Siamo a Vienna agli inizi del Novecento e Therese Schubert, vedova benestante, viene trovata morta nel suo appartamento. Inizialmente si pensa che il crimine sia a scopo di rapina e che siano coinvolti il fidanzato della nipote e il fratellastro del giovane. Nell’indagine si inserisce Joseph Müller, un tempo in servizio nella polizia asburgica. Il suo superiore lo ha richiamato perché confida nelle sue doti di attento osservatore, nelle sue capacità deduttive e nella sua abilità di immedesimazione nelle varie situazioni. La traccia che lo porterà a risolvere il caso sarà un Mercurio rosso, un francobollo di grande valore e molto raro in Europa: la vittima ne possedeva infatti un esemplare. Da questo semplice indizio Müller riuscirà a ricostruire l’intera vicenda, non dopo diversi viaggi che lo porteranno fino a Trieste, all’epoca territorio austriaco. Auguste Groner non solo sa costruire una trama ricca di particolari psicologici, ma ci offre una densa descrizione del mondo della borghesia e della piccola nobiltà e di come, dietro una facciata di rispettabilità e decoro, irrompa all’improvviso il crimine per svelare i lati oscuri di quel mondo.

Introduzione

Che cosa può accadere quando la vita si tinge di un nero più oscuro della notte? Portando a galla antichi segreti che dovrebbero restare tali, perché da soli in grado di smuovere una tempesta emotiva che muterebbe qualsiasi esistenza. Segreti che analizzano i rapporti interpersonali creando relazioni impensabili che solo il battito del cuore e il rossore di un viso possono svelare. Una storia intricata, per raccontare che a volte il male s’insidia all’interno di un profilo irreprensibile generando il seme dell’invidia che crescendo si trasforma in amara superbia e macchia inesorabilmente il vortice del tempo cercando di capire dove si celi la colpa, ma a volte una vera colpa non c’è e allora è interrogando la propria umanità che si può trovare una risposta.

Aneddoti personali

Conosco la casa editrice, le Assassine da moltissimo tempo e a Tiziana in particolare mi lega un affetto sincero e vero. Culturalmente mi hanno sempre permesso di conoscere autrici e storie di qualità. Porto nel cuore per tanti motivi Isabel Ostrander e il suo Damon Gaunt ma devo dire che da oggi il caro Damon ha trovato un degno compagno con cui prendere tazze di the. Questo romanzo è stato magico perché Vienna è una protagonista indiscussa che mi ha rapito e condotto con sé tra le note di un valzer che avrei voluto non terminasse mai, ma quando anche l’ultima nota è stata suonata e sale inesorabile la malinconia, sai che non è un addio quando si sono amati così scrittura e personaggi che basterà sfogliare un cantuccio del cuore per ritrovarli.

Recensione

Il rintocco delle campane confonde il rumore dei passi, si mescola e lo tramuta in un impercettibile sussurro al punto che la gente è ignara dell’oscuro destino che ineluttabile si sta per abbattere sulla loro piccola e preziosa quotidianità. L’ombra del destino è convinta che ne comprenderanno la delicata bellezza solo quando la staranno per perdere. La gente che ringrazia e si saluta o pattina allegramente o semplicemente passeggia in solitudine persa nel vagar dei propri pensieri. Sembrerebbe un quadro con pennellate di delicata bellezza. Il ritratto di una donna che fu. Un incrocio di anime, colte in un istante d’umana allegrezza mentre si raccontano in un tappeto di progetti e sogni scanditi dall’inesorabile ma silenzioso passo della neve. Candida coperta di dormiente speranza . Ḕ così che appare Vienna, indiscussa protagonista di un romanzo dove ogni personaggio lotta quotidianamente con le armi che ha per raggiungere quella parvenza di felicità che è sempre più un lontano miraggio. Nella società dei primi del Novecento raccontata dall’autrice, il volto di Vienna è caratterizzato da un importante divario di miseria e nobiltà che rischia di creare spaccature insanabili. C’è qualcosa che li unisce tutti ed è la pesante incognita del futuro. Lo sa bene Fritz Stegmann un giovane scapestrato che pur avendo un buon lavoro è un soggetto ludopatico e i suoi debiti ammontano sopra le possibilità finanziarie. Il ragazzo va a chiedere aiuto al fratellastro Otto che è il suo opposto, un onesto lavoratore che non esita ad accantonare ancora una volta il progetto matrimoniale con la dolce fidanzata la sartina Anna pur di aiutarlo. Non avendo la somma necessaria decide di chiedere a persone benestanti tra cui Therese Schubert la zia della sua fidanzata. Quando l’anziana signora però è ritrovata senza vita, si aprono delittuosi scenari che vedono irrimediabilmente i due fratelli in cima ai sospettati. A risolvere l’intricata matassa è chiamata Joseph Muller che si ritrova a essere il primo detective della letteratura tedesca. L’uomo è descritto secondo i canoni del genere per ristabilire la verità utilizza il metodo deduttivo e diversi travestimenti. Si caratterizza inoltre per una profonda umanità. La morte della signora non è il focus centrale del romanzo ma soltanto l’espediente narrativo che serve all’autrice per trattare l’arrivismo e la superbia del genere umano. Chi era realmente Therese? Se l’assassino fosse lui stesso una vittima ? Una marchiatura più pesante del sangue che però è servita per salvare le apparenze e non farle naufragare nel mare del niente. Tutto ha una’origine anche l’odio, infatti, la Groner si focalizza sulle due famiglie che hanno conosciuto Therese e raccontano una storia di bugie segrete e affiatamenti tra servilismo e opportunismo. Fogli intinsi di macchie d’inchiostro ingiallite dal tempo e diventano parole, bagaglio di dolore che come una lama tagliente colpisce la memoria. Grazie alla traduzione di Fiorenza Doni il lettore ha la possibilità di conoscere un’autrice straordinaria da inserire sicuramente tra i classici da amare. La traduzione mantiene intatta la scorrevolezza dello stile, il ritmo serrato e le poetiche descrizioni che si variano per la seducente raffinatezza. In questa burrascosa tempesta emotiva sono ancora i luoghi a salvare che sia campagna, periferia o città, vittime, carnefici, sospettati e investigatori è nelle case che si rifugiano per ritrovare quel tepore perduto di pace interiore. Un piccolo dettaglio come un francobollo rosso riporta l’ordine nel caos. Una verità che costringe i personaggi a un’autoanalisi frantumando la prigione della loro solitudine. Un intreccio travagliato e appassionante per un noir che riesce a emozionare ricordandoci che il riscatto personale passa spesso attraverso un amico che quando è sincero e vero è il più prezioso dei gioielli .

Conclusioni

Un classico da riscoprire che mi ha riscaldato il cuore e che spero possiate amare quanto lo amo io .

Voto

5/5

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