Cadere, volare di Clelia Lombardo

Cadere, volare

Nives ha trent’anni, insegna in una scuola fuori Palermo. Un giorno, inaspettatamente, le arriva la proposta di matrimonio da parte di Salvo, il suo fidanzato. Questo scatena in lei il bisogno di una profonda revisione di tutta la sua vita. Nives ripercorre tutta la sua esistenza, indagando le assenze della sua infanzia dovute alla morte prematura della madre, alla incapacità affettiva del padre, alla lontananza del fratello andato presto a vivere altrove. Nives deve fare i conti anche con le emozioni che provengono dalla sua sfera lavorativa. I suoi alunni sono ragazzini difficili, parlano solo in dialetto, hanno vite segnate dal dolore e dalla povertà, non frequentano assiduamente la scuola, hanno genitori distratti oppure violenti. Ma, la maggior parte delle volte, Nives ne è certa, è lei a imparare da loro. Alla carrellata di ritratti di giovani problematici – ma vitali e umanissimi – si affiancano i profili di Nives e Salvo che tremolano, inadeguati come sono a risolversi, indecisi, confusi, inceppati nel dare una svolta – qualunque sia – alla loro vita. Un libro sul coraggio delle scelte e sulla irrinunciabilità a spiccare il volo se si vuole vivere davvero.

Introduzione

Che cos’è la scuola se non la palestra della vita? Non si smette mai d’imparare e spesso le nostre esistenze seguono un tragitto troppo impervio da non immaginare il delineamento di un disegno che possa mostrarci il senso.  Ci nascondiamo dietro l’illusoria bugia che forse un senso non c’è e che fa  parte di qualcosa di più grande che sovente chiama destino senza sapere realmente cosa sia intanto in  cerca  di una risposta restiamo sospesi nella concretezza dell’astrattismo dei nostri sogni.  Essi appaiono sempre  più lontani perché proprio come ci insegna tra gli altri Ariosto, l’uomo è schiavo della sua bramosità di possesso, desidera ciò che non abbia o che non può avere, perdendo  di  vista quello che ha già. L’importanza dell’essenzialità che se persa diventa l’esatta immagine simbolica delle orme sulle spiagge cancellate dalla forza impetuosa del mare.   A cosa si riduce la vita se non possiamo rendere il mondo circostante testimone del nostro passaggio?  Si tramuta in briciole del niente imprigionate in quella frase, “ormai è troppo tardi “ che sia la prigione della primavera e diffonde intorno ad un infinito inverno, lasciando soltanto il rimpianto.  Quante  volte osservandoci allo specchio pensiamo quanto sarebbe bello poter tornare  indietro?  Avendone la possibilità sicuramente alcuni momenti soprattutto legati all’infanzia o all’adolescenza, li vivremo diversamente assaporandoli in tutta la loro bellezza perché con la maturità acquisita dall’esperienza che non sempre c’è un genitore o un insegnante che ti guida afferrandoti per mano in questo lungo percorso  ad  ostacoli. Non c’è più nessuno che ti dice quando saltare e allora spesso per l’ambizione di voler volare ti ritrovi a cadere  rovinosamente come il libro di Clelia  Lombardo ci riporta alla mente. La scuola oggi non è più come quella di un tempo o forse è cambiato il nostro sguardo.  Non si sta parlando della svolta tecnologica ma di un problema ancora  più grave e profondo. Se la scuola deve essere realmente la palestra della vita, bisogna fare in  modo  che rinasca dalle sue ceneri e non diventi la tomba della libertà  di  pensiero e d’espressione.   Si cresce solo ed esclusivamente se ci si confronta con ideologie diverse non con una massa che segue una scia.  La diversità fa scattare il processo di analisi e il ragionamento.  Pur non essendoci leggi scritte a tal proposito, si sa ed è inutile nasconderlo che ci sono argomenti tabù che non si possono trattare per non urtare  la  sensibilità di un sistema che mostra purtroppo sempre  più le sue crepe. Se veramente deve essere il regno della formazione, bisogna che la cultura si riprenda la sua laicità nel rispetto di tutto e tutti.  Cadere volare è un libro importante perché è un’accurata analisi del mondo scolastico di oggi, racconta come una giovane insegnante lotta con determinazione contro un sistema refrattario per dare una sorta d’isola felice ai suoi ragazzi, un’altra possibilità di crescita contro un sistema famigliare e sociale che li vuole diversi.

Aneddoti personali

Il primo contatto con questo delizioso romanzo è avvenuto grazie al mio amico Antonello che ringrazio perché attraverso una sua presentazione mi ha permesso di conoscere non solo una storia da raccontare ma soprattutto di entrare in contatto con due persone speciali che sono Clelia e Daniela. Con Clelia in particolare ci siamo ripromessi perché non siamo troppo lontani di vederci presto. È stata una lettura piacevolissima, che mi ha fatto tornare indietro a quando io come i ragazzi di questo romanzo frequentavo le scuole medie e mi ha fatto comprendere ancora una volta che nonostante i molteplici cambiamenti quanto sia complesso trovare il proprio posto nel mondo.

Recensione

Che cosa significa essere insegnante e soprattutto esserlo di discipline umanistiche? Nella trasmissione empatica del sapere significa infondere curiosità per il potere salvifico delle storie. Le storie possono salvare e modificare il destino delle persone che sembrava segnato. Il titolo di questo romanzo ci tratteggia due momenti distinti della vita perennemente in sospensione tra terra e cielo. L’essere umano è la continua personificazione di Icaro, tenta di spiccare il volo ma cade, è vero l’importante è sapersi rialzare ma spesso si sta fermi a curarsi le ferite, poi il tempo ci sfugge di mano e non si può più recuperare. Attraverso la tecnica narrativa in medias res il lettore conosce la protagonista quando l’azione principale è compiuta e l’atto si è già trasformato in conseguenza. La giovane protagonista impara che la vita pur avendo come i testi, una concitazione di subordinate tutte legate da una principale, ha un diverso palcoscenico. Ogni dolore, ogni cicatrice è visibile a tutti quelli che mostrano il desiderio di vedere oltre. Nives ha tutto quello che una ragazza potrebbe desiderare, una sua autonomia, un lavoro, un ragazzo che la ama. Salvo ama Nives a tal punto da chiederla in sposa. La richiesta fa scattare nella giovane donna alcuni dubbi portando a un’analisi introspettiva della storia d’amore e della sua persona. Sposarsi significa avere delle prospettive per il futuro e Nives non è ancora pronta perché è individualista e pragmatica, vive ancorata nel presente ma con un’emotività immobilizzata nel passato. Ogni dolore taciuto alla fine chiede di essere vissuto nella sua pienezza. Nei ventotto capitoli che compongono il romanzo, i drammi esistenziali di Nives si sovrappongono a quelli dei suoi alunni. Con uno stile armonico e fluido l’autrice racconta la loro quotidianità in una Sicilia che abbaglia per bellezza paesaggistica e per i colori ma che per i giovani personaggi è vissuta come terra matrigna che li vuole grandi prima del tempo, sovraccaricandoli di responsabilità e costringendoli a portare fardelli pesanti sulle spalle. Quella che può essere denominata spavalderia è in realtà un’arma per nascondere la loro fragilità emotiva. Attraverso questo romanzo ci si riappropria del valore intrinseco e pedagogico che intercorre nel rapporto tra docente e discente, inoltre si riassapora la bellezza di una lezione frontale che oggi stiamo faticosamente recuperando. Nives capisce che per attuare una corretta relazione comunicativa con i suoi alunni deve entrare nel loro mondo. Il primo ostacolo è rappresentato dal registro linguistico da adottare. Filippo, Giovanni, Pietro, Valentina e gli altri adolescenti si esprimono maggiormente in dialetto siciliano. Il secondo è quello più difficile, per raccontare una storia devi prima conoscere quella di chi ti ascolta o quantomeno avere il permesso di entrare nella sfera emotiva per attuarne un’inevitabile cambiamento. É qualcosa che Nives non permette se si tratta di se stessa come può pretendere che lo facciano gli altri e perlopiù dei soggetti in formazione? Non può immaginare che i suoi ragazzi nascondano storie familiari molto drammatiche e si chiede se sia giusto sia già a quell’età la vita si mostri in tutta la sua brutalità causando dolori laceranti. Cadere volare è, infatti, un romanzo, dove tutti i personaggi cercano di fronteggiare la propria rabbia repressa che annida la sua origine in una mancanza affettiva che causa poi l’incompletezza dell’essere. Essendo il libro ambientato a Palermo, in un capitolo l’autrice inserisce inoltre un dialogo sulle stragi che hanno colpito la città negli anni Novanta . ricordando il valore civile dell’insegnamento perché non si formano soltanto intellettuali ma principalmente i cittadini di domani. La tema centrale di questo libro è l’abbandono perché nella vita è più facile fuggire che restare e non sempre si può felicemente affermare ho sceso almeno un milione di scale dandoti il braccio.

Conclusioni

Consiglio questo romanzo a tutti quelli che vogliono leggere una storia che racconta con semplicità la società di ieri e oggi specchio d’incertezze ma, dove c’è un’unica cura certa: l’amore.

Voto

4/5

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