Dalla stessa parte mi troverai di Valentina Mira

Dalla stessa parte mi troverai

Introduzione

La verità è spesso distorta e annacquata in un mare di sabbia, parole bruciate sul camino della dimenticanza che non può allontanare il baule dei ricordi e i battiti del cuore, ma soprattutto l’ideologia non è un fiammifero che si spegne a comando. Anche se altre cose in questa pazza giostra esistenziale s’interrompono bruscamente persino la vita. Ci sono storie nelle piccole quotidianità che terminano con il soggetto che va a dormire e poi ci si accorge che non vedrà l’alba del giorno dopo né quelle a seguire. La chiamano morte santa, sembra quasi un ossimoro e forse lo è che si prende ulteriormente beffa di chi resta. Ce ne sono altre invece in cui la santità c’entra ancora meno anzi, attraversano proprio una strada parallela senza incontrarsi mai un po’ come l’idea assurdamente pacifista che intercorre un filo invisibile tra fede e fiducia. Una mossa scontata dell’odierno teatro dell’assurdo perché chi lo propone sa che questo fantomatico rapporto cela in sé l’emblema della guerra. Ogni forma di credenza è di per sé un atto politico anche quella che riguarda l’amore anzi soprattutto quella. Sia quando ti regala castelli d’illusioni sia quando ti permette di costruire solide radici che però dal fuori invidiano a tal punto da volerle estirpare. Che cosa resta a una farfalla se non le permetti di volare? Un battito che racimola le ultime briciole di libertà e continua a farne la sua massima espressione che dal fango delle maldicenze scuote anche la sepoltura grida per avere una forma appagante di giustizia. A cosa aggrapparsi se si scopre che dietro le fattezze di un nemico invisibile c’è lo Stato? Le mosse sono già scritte e l’accantonamento non è mai una resa ma un gesto per la salvaguardia di un bene più alto . A volte talune affermazioni non sono frutto di cinismo ma dalla rabbia inascoltata costretta a ingoiare rospi intrisi di cattiveria gratuita. Un romanzo che indaga sulle colpe e sulle innocenze con una narratrice che sa che l’unica verità veramente attendibile è che noi siamo nonostante tutto, la somma degli incontri che facciamo ed è così che nascono l’arco della forza e la fiamma del cambiamento .

Aneddoti personali

Inizialmente pensavo che questo libro non fosse nelle mie corde poi parlando con i miei amici Alberto, Ciro ed Emina l’ho letto e imparato ad apprezzare. Grazie a Maria Pia S e Pina M . rispettivamente una delle libraie del mio cuore e una coraggiosissima dirigente di un istituto locale hanno avuto l’opportunità di incontrare l’autrice. Valentina è una scrittrice genuina travolta da critiche e scandali per la sua produzione letteraria. Questo testo fa accapponare la pelle per quanti brividi trasmette. Vedendo Valentina non penseresti mai che uno scricciolo di ragazza tra l’altro molto timida possa aver scritto un’inchiesta così un po’ sui generis perché non c’è soltanto cronaca ma respiri di vita sofferta e tanto puro amore. Dimostra di avere un coraggio da vera leonessa e di essere la perfetta incarnazione della canzone di De Gregori che dà il titolo al romanzo, perché se le dai il cuore lei sempre, dalla tua parte la troverai. Ringraziandola per la bellissima dedica con la speranza che l’incontro di ieri sia stato il primo tassello per una grande amicizia, mi auguro di saper raccontare un po’ il libro come merita per coloro che ancora non l’hanno letto .

Recensione

Il cielo tuonò in risposta come lacrime senza domani squarciando l’anima tra cielo e terra scuotendo persino il suolo per quel figlio il cui sonno non sarebbe mai stato tranquillo. In fondo come canta De Gregori, viviamo in un mondo politico in cui gli uomini uccidono altri uomini e il crimine è anonimo. Una firma qui c’è, il sangue che si mischia con il latte creando l’incontrovertibile macchia della menzogna mentre la rugiada dell’ingiustizia non riesce a placare l’inesorabilità del tempo . Ḕ l’ennesima croce alla ricerca dei chiodi. Velato nella posizione del Cristo a ognuno la sua tomba con l’incauta speranza che una forma di pietas smuova la coscienza o quantomeno quei brandelli che si sono salvati dal dolore perché ognuno ha i propri e non è facile raccontarli. Quando però si è impegnati nell’onestà, allora la nudità non è violazione ma sinonimo di uguaglianza comunicativa. Bene e male nascono dalla stessa sorgente ma nel mezzo si trovano le loro distorsioni. L’autrice come Anastacia canta Benvenuti nella mia verità con la voce di donna si rivolge accoratamente alla bambina che è stata. Su di lei finalmente come panacea soffia il vento dell’indulgenza per cucire quelle ferite che non si possono dimenticare. Si possono seppellire oggetti e persone ma non i ricordi che si chiudono in un cassetto e improvvisamente emergono tra i mille rumori del mondo per raccontare la loro verità. Come punti cardinali circostanziati Valentina e Tiziano pur non conoscendosi, scoprono l’altro volto di Roma che non avrebbero mai immaginato. Il mondo per loro era stato edulcorato ad arte, uno scudo protettivo per ritardare il più possibile l’appuntamento con il male. Eppure quel destino beffardo ha in serbo per loro un tiro mancino. Perché la bomba sta per scoppiare nel minato campo dell’affettività con conseguenze devastanti. Ognuno di loro ha un uomo nero da trovare chi un padre, chi un compagno, mai veramente conosciuto o forse fin troppo. Il tradimento passa attraverso una manipolazione e una bugia, due giovani colpiti pienamente nella loro vivida essenza come una scheggia conficcata dello specchio della regina della Nevi che narra che un altro finale nelle fiabe e nella vita purtroppo è possibile, se non c’è nessun disposto a salvarci dai nostri stessi fantasmi. Crescono Valentina e Tiziano e trovano nel senso etimologico della biografia la loro ancora di salvezza. Scrittura di vita per continuare ad esistere con un loro personale canale espressivo. Un mutamento della pelle senza la rinnegazione del proprio sé. A un certo punto per Valentina c’è anche un inaspettato appuntamento con la Storia. Quella sua stessa città che lei conosce bene bussa alla sua porta di narratrice e le chiede di raccontare il latte candido di una storia d’amore interrotta da una macchia di morte e sangue ingiusto senza pentimento alcuno. Ed ecco che tra Valentina e Tiziano s’inserisce l’elemento di congiunzione: Rossella la madre del ragazzo. Lei che per la giovane autrice non è soltanto una fonte diretta o un’amica, ma è anche quel dono del destino che le permette di comprendere che qualunque sia la difficoltà, una donna può sempre riappropriarsi della propria femminilità e attraverso la sua vivida testimonianza capisce che una madre a volte può compiere scelte impopolari ma necessarie che non vuol dire accantonare un sentimento ma salvaguardare un amore più grande. La storia di Tiziano narrata così con altri occhi quella di una madre che si è vista il marito strappato inconsapevolmente e non esiste risarcimento alcuno. Il marito Mario non solo è accusato degli omicidi a sfondo politico di Acca Larentia ma le sue ultime ore sono esse stesse un giallo irrisolto a causa dei sentieri impervi di politica e burocrazia. Il lettore si addentra così nelle pagine di un’inchiesta binaria che ha però come unica voce quella del cuore. Si definisce binaria perché da una parte è un testo argomentativo divulgativo su ciò che accadde e le sue inimmaginabili conseguenza ma dall’altra non dimentica di soffermarsi sull’interiorità dei protagonisti. Lo stile è asciutto feroce e incisivo ma anche cinematografico, la scrittura procede, infatti, per immagini e simboli regalando ai lettori una narrazione visiva. Un romanzo denuncia per una militanza ideologica ed emotiva che non è soltanto una ricostruzione accurata della storia italiana degli anni Settanta e Ottanta ma è anche la concreta possibilità di non voltarsi dall’altra parte e permettere al fiore della lotta di resistere e continuare nonostante tutto a germogliare .

Conclusioni

Un libro che bisognerebbe leggere per non dimenticare e scuotere le coscienze.

Voto

5/5

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