Dammi la vita . Partitura di sangue e note a note
Introduzione
Sorridere al mondo è difficile quando un morbo sembra averti catturato l’anima, l’ossessione che rende gli esseri umani degli automi privati dei sentimenti benevoli che non sono nemmeno più padroni della più semplice gestualità perché l’obiettivo è a un passo. Un ultimo passo nel vortice dell’inferno. Una lama tagliente sulle redini del cuore. Eppure in questa nera foschia che sembra avvelenare l’aria come fosse un baratto per l’immortalità che si può raggiungere tra le pieghe dell’arte, nel suo significato più ampio, soffia un vento d’empatia che cura le piante perdute, non è una cura definitiva perché ci sono mali incurabili ma almeno una panacea che può riportare una parvenza di primavera.
Aneddoti personali
Ho conosciuto Letizia con il precedente romanzo della collana e devo dire che nel tempo si è instaurato un legame molto forte di cui oggi non saprei più farne a meno. Lei è un grande regalo e mi sento fortunato a esserle amico per la profondità d’animo e la simpatia che trasmette sempre. Ho accolto con gioia la notizia che mi ha dedicato la ricetta presente in questo romanzo che proverò quanto prima. Anche se si tratta di un piatto di pasta, il gesto mi ha commosso moltissimo La lettura è stato molto piacevole. Nonostante personalmente mi sia mancato rispetto al precedente la sfera emozionale che mi fa piangere alla fine, è stata come tornare a casa dopo un po’ di tempo e ritrovare volti amici e notare che restano sempre loro nella loro unicità ed eccomi invitato a casa Martino con Andrea che cura le piante e rimugina sui casi. Luisa che sforna manicaretti e preziosi consigli e Michele Loffredo il commissario bonario con una spiccata verve . Ho apprezzato moltissimo il personaggio di Carlo Santini, un ex compagno di scuola del commissario, spero di ritrovarlo nei prossimi casi, perché come vi si accorgerà c’è una buona alchimia col duo investigativo rendendo tutto più godibile. Ci sono elementi e innesti narrativi nuovi che non vedo l’ora di raccontarvi e sono sicuro non faticherete ad amare.
Recensione
La vita è un meraviglioso romanzo illustrato che nonostante i colori sgargianti talvolta si tinge di rosso e di nero compiendo una partitura dalle note stonata che rompe l’apparente armonia con il suo candido e avvolgente mantello, rombante come un tuono nel ciel di primavera. Sono queste le sfumature dell’Eros e Tanatos forze concentriche che governano le esistenze. In questa ennesimo duello convergono in un vicolo cieco in cui ai personaggi non resta altro che donare la propria carne per seguire la balia di questo valzer incessante denominato male di vivere. Come fosse un vampiro, si adagia e succhia il sangue del malcapitato mietendo sempre nuove vittime all’ammaliante sussurro di dami la vita Sacrificio e immolazione sinonimi di binomio contrastante e consequenziale tra dominazione e sottomissione. Montale scrisse di averlo incontrato più volte, fedele compagno che s’insidia nei meandri più segreti creando vortici oscuri soprattutto nelle anime che dovrebbero essere felici. Apparenza e inganno giocano ancora una volta a dadi col destino, il risultato resta velato poiché il successo è la perfetta abitazione in cui regnano indisturbate luci e ombre. Un gioco di specchi col vetro crepante perché in medias res qualcosa s’infrange sempre. Non esistono, infatti, meccanismi indistruttibili, anche la volontà si arrende spesso alla volubilità, un’altalena emotiva le cui prove sono iniziali marchiati sulla pelle. Un per sempre romanzato bruscamente interrotto dall’umano furore. L’autrice analizza le sfumature dell’appagamento e snoda qui le vie dell’Eros per far emergere la cupa ambizione. Una notte senza stelle ma anche senza effettivi carnefici perché tutti fin dall’inizio sono potenziali vittime di qualcosa di più grande della mente stessa. I lettori ritrovano il duo investigativo Andrea Martino – Michele Loffredo che disegnano per tutto il libro, la geografia del cuore e attraverso i luoghi risuona uno straordinario inno d’amore per Napoli. Ci si perde tra i vicoli, ci si commuove tra la gente ma è nel conservatorio più ambito e rinomato della città che accadono eventi apparentemente inspiegabili. Uno degli studenti più talentuosi Antonio Piccirillo è stato barbaramente ucciso. La colpevole è la seducente docente Marlena Vichi? Si aprono mille scenari perché è noto che il talento generi il fiore dell’invidia e la bellezza è una catena intrappolante come insegna la mitologia. Il grande cuore di Andrea Martino non è annuvolato solo per la dipartita del giovane che gli ricorda l’amato figlio Lorenzo ma anche da un insolito incontro che sembra aprire risvolti inquietanti. Alternando ragione e sentimento l’autrice si sofferma sull’incomunicabilità fra individui in uno spaventoso climax fino alle viscere dell’inferno. Che cosa accade quando il seme del male s’inserisce all’interno dell’unione sacrale che rappresenta la famiglia? Il focus narrativo s’incentra sui Maisto , un nucleo già provato dall’ angelo della Morte che non smette però di bussare alla loro porta . Sofia è la nuova e arrivista moglie di Giuseppe Maisto, una moderna Medea, ancora più oscura e diabolica del personaggio classico ma con la stessa mimesi che si racchiude nella risata. C’è una forma di giustizia anche nella vendetta? Eppure talvolta anche i fiori più puri soccombono , sembra una maledizione senza fine . Marco Antonio e Sofia sono i capri espiatori delle pieghe più oscure della società. L’accecante attualità che si fa notizia e storia cercando di smuovere le dormienti coscienze. Lo stile è sempre variegato, un dipanarsi di registri comici e tragici che si diluiscono perfettamente nel ritmo della narrazione e della risoluzione giallistica che non sempre assolve e condanna, perché non esiste prigione peggiore della sospensione. In questa raggelante ma suggestiva atmosfera s’inseriscono due nuovi personaggi Brunella e Carlo rispettivamente babysitter e medico della famiglia. Entrambi portano ilarità e armonia nei siparietti tra i protagonisti, una piacevole linfa che accarezza queste piante paladine di giustizie e verità che si trovano invischiati ad analizzare la parte più oscura del desiderio. Una toccante sinfonia che si fa canto e preghiere per quelle giovani anime senza colpa la cui canzone è stata interrotta prima che potesse essere composta Una carezza che si perde nel vento tra le note dell’ultimo ballo .
Conclusioni
Una nuova avvincente indagine di un commissario che è entrato nel cuore di tutto e che ha fatto dell’empatia il suo marchio di fabbrica.