Il fuoco di Pandora di Matteo Strukul

Il fuoco di Pandora

Nella notte che regna sui villaggi degli uomini, Pandora ricorda. Si è esiliata dall’Olimpo per rimediare al dolore scatenato sul mondo dall’apertura del vaso a lei affidato, la trappola di Zeus. Si è data una missione: portare agli umani il fuoco, i suoi usi e le sue storie, dalla magia della Fenice alla sfortunata corsa di Fetonte sul carro del sole, alla battaglia di Ecate, Signora delle Fiaccole, contro il gigante Clizio. Ma quello tra le donne e il fuoco è un legame che non finisce con Pandora. Continua con Pentesilea, amazzone guerriera, forgiata nelle fiamme, perseguitata da una maledizione e destinata ad affrontare Achille sotto le mura di Troia. Con la pira funebre che conclude la vicenda di Didone, regina orgogliosa e abbandonata che si dà la morte dopo la partenza di Enea. Con il diadema e la veste intrisi di fiamme che consumano Glauce, la nuova moglie di Giasone, doni mortali di Medea ripudiata. Generose e vendicatrici, sagge e impetuose, Matteo Strukul costruisce in questo libro un vero e proprio pantheon di capostipiti femminili, a cui dà voce di volta in volta per ricostruire i miti fondativi della nostra cultura da una prospettiva insolita e coinvolgente.

Introduzione

Quante volte ci siamo chiesti da cosa è nato il mondo e noi come specie? Sono state divulgate diverse teorie tra scienza e narrativa ma talvolta troppo impregnati di esattezza si sente il bisogno di entrare in un mondo altro cavalcando le nuvole sulle ali di un sogno Un regno altro dove tutto è possibile . Voli pindarici e polveri fatate regalano quel pizzico di magia. Sembra di essere protagonista di un ciclo di racconti denominato mito, eppure dopo un incanto iniziale s’inizia a osservare lo spazio circostante abitato da uomini e donne a immagine e somiglianza della divinità. Si differenziano con gli olimpi per i poteri ma la nuda carnalità è la stessa, passioni, vizi e virtù errori di umana natura appartengono anche agli dei in un legame inaspettato di reciprocità in cui specchiarsi e riconoscersi. L’autore compie quel passo in più gettandosi nel fiume e dando nuove voci alle donne guerriere che come le sorelle ninfe e sirene ammaliano con racconti che non smetteranno mai di emozionare i lettori di ogni età.

Aneddoti personali

Sono molto emozionato nel recensire per la prima volta un libro di Matteo Strukul, autore che ho seguito sempre da lontano con rispetto e ammirazione. Tra meno di due mesi è il secondo compleanno del blog e cercavo qualcosa di nuovo che non avevo ancora svolto e ho pensato a questa sezione dedicata alla mitologia o romanzi che ne trattano la sua rivisitazione. Ho deciso di inaugurare con lui e non potevo fare scelta migliore perché ha acquisito un nuovo fan sfegatato. Leggendo mi sono letteralmente innamorato del suo stile al punto tale che recupererò quanto prima la nuova saga iniziata con Il cimitero di Venezia e sono sicuro che lo divorerò . Ḕ stato un viaggio straordinario che mi ha riportato indietro nel tempo agli anni della formazione, anche se come tutti conosco benissimo suddette storie è stato incantevole rileggerle grazie a Matteo in questa splendida nuova veste che un po’ scoprirete attraverso la recensione.

Recensione

Un viaggio atipico nella notte    dei  tempi, in cui ogni stella ha perso il suo bagliore e si vaga tra le pieghe oscure del caos alla  ricerca   di un ordine e di quell’ἀρχή perduto nell’infinità vastità dell’universo.  Se Astolfo sulla Luna si affanna per ritrovare il senno, qui l’autore invita i lettori a ricercare il suo contrario.   Ciò che è denominato universalmente come pazzia.  La analizza in ogni sua parte iniziando dalla sua genesi.   La matrice è celata nella forza dirompente delle passioni che hanno nell’amore e nel possesso, la più concreta delle rappresentazioni. Questo genera un furor devastante che miete un numero esorbitante di vittime al suo incontrollabile passaggio.  Tutto questo è racchiuso sapientemente dall’autore nel fuoco e nella sua simbologia che converge tanto nella cura e protezione quanto nella distruzione.   L’autore s’inserisce prepotentemente in quella scia già percorsa tra gli altri da Hernadi e Barenghi sul valore della letteratura e la nascita dell’immaginario fin dagli albori della società riscoprendo gli aspetti comunitari della primitività.   Il potere dell’oralità che nella sua sacralità stimola l’immaginazione e lo spirito   critico con i mille perché che attanagliano l’umano in ogni epoca.    Rispondendosi che nella sua ciclicità la società non è poi così cambiata.    Strukul fa  rivivere Pandora, Pentesilea, Didone e Medea costruendo ad arte come Seminara una giostra dove ogni elemento si ricollega al successivo senza effettivamente fermarsi mai.  Le elegge vestali e la loro storia è una fiaccola da custodire.  La società le vuole marchiate di una lettera scarlatta perché ogni forma di ribellione va severamente punita.   Eppure in queste pagine riacquistano la condizione di vergines che si denudano completamente specchiandosi nelle macerie dei loro fallimenti.  Un fuoco fisico e interiore le ha devastate deformandole per sempre.    A quella passione hanno ceduto non è mutato solo il corpo ma anche la condizione e adesso di tutto questo è rimasto un cerchio concentrico infuocato accuratamente creato dalle Erinni che le sta lentamente risucchiando in un oblio più pericoloso del loro personale inferno. Nello scambio tra un uomo e una donna s’insinua lo stereotipo della virilità che come rilevato da Cantarella ancor  più nell’antica   Grecia riguardava il controllo delle emozioni ma esse qui prendono il soppravvento, facendo germogliare così il fiore della vendetta. Questo il filo  rosso che lega le quattro donne unite da un lacerante dolore non solo per la colpa commessa ma ancora di più per l’onore irrimediabilmente calpestato.  Pur essendo la loro indole guerriera, non c’è armatura che le può difendere da queste ferite.   Credono   di  ritrovare   la  pace   attraverso  la vendetta    ma  essa  non  avrà   compimento  . Un sentimento presente persino nei miti teogonici, in una forma primordiale che nel tempo ha assunto le più infide ramificazioni grazie   all’arte dell’inganno e della simulazione.  Strukul con il suo stile scorrevole elegante e ricercato fa  rivivere questi miti con una nuova luce rifacendosi anche alla struttura delle tragedie.  Quattro protagoniste sirene che cantano il vorticoso canto   del  cigno, un testamento melodioso prima  di perdere  definitivamente  la  voce .

Conclusioni

Un libro magico che colpisce per l’estrema attualità dei temi trattati con uno stile incantevole capace di arrivare diritto al cuore di milioni di lettori.

Voto

5/5

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