Il gran maestro della scuola demoniaca Vol 1 Rinascita di Mo Xiang Tong Xiu

Anche le esistenze più vorticose e torbide sono illuminate dalla speranza, perche ogni uomo si aggrappa a essa come fosse una radicata credenza. Una domanda attanaglia chi è preda di questo fuoco: Può esistere veramente una vita dopo la morte? La tentazione o il diavolo minano la credenza come fosse una terza via parmenidea facendo  insorgere il seme del dubbio dividendo la rappresentazione del libero   arbitrio in un sistema tripartito ed è cosi che tra il credente e il riluttante s’inserisce chi è talmente logorato dal tormento da non aver   paura di quello dantesco perché è  in  vita che ha conosciuto il vero volto dell’inferno.   La parola è poggiata sulla carta come fosse un orpello che s’intreccia intrinsecamente ai fili del destino per lasciarsi cullare dal vento della narrazione e diventare parte  integrante di essa mentre la ruota della sorte ha ricominciato a girare calibrando il tempo con i sospiri dei superstiti e le sofferenze delle vittime.   Al di  là dei confini del tempo la Cina si ritrova a essere suo malgrado teatro desolante della danza incessante tra vita e morte che lasciano una scia di devastazione e malcontento.   Questo regno è guidato dal tirannico dispotico ma geniale Wei   Wuxian che ha fondato le tecniche demoniache, attraverso le correnti filosofiche e le arti  marziali è possibile, infatti, acquisire poteri   soprannaturali.  Nel   corso  degli anni, svariati eserciti tentano di sconfiggere Wuxian ma batterlo sul suo stesso terreno appare un’impresa estenuante.  Fin quando l’impossibile accade e si susseguono tredici lunghi anni di apparente tranquillità. Il regno è a   sua  volta diviso in caste. I clan sono suddivisi in quattro numerose famiglie principali che impartiscono ai giovani lo studio della coltivazione.   All’interno   delle pagine per “ coltivazione “ s’intende lo sviluppo e la relativa raffinazione della propria natura e delle virtù.   Questo genera indubbiamente rivalità e colora la narrazione di avvincenti e oscuri segreti.     La storia riprende con il giovane Xuanyu che è vessato e bullizzato da quasi tutti i membri della famiglia Mo a  causa   della sua origine illegittima acuita ancor di più dalla sua omosessualità, fattori che secondo i parenti hanno gettato un’onta di vergogna e macchiato irrimediabilmente il loro onore e la loro rispettabilità. Il giovane muore ma prima decide di sacrificare la propria anima affinchè Wuxian possa tornare per una duplice vendetta.   Wuxian è ignaro del compito da svolgere e per questo il romanzo si rivela un appassionante viaggio di ricostruzione familiare, dei legami ma soprattutto uno specchio illuminante per il sé . Ḕ come se Xuanyu e Wuxian nel loro lungo processo dì immedesimazione siano divisi da una scacchiera invisibile, una lotta sospesa tra vittima e carnefice in cui ognuno compie la propria mossa fino    a  quando l’incontro con l’affascinante ed enigmatico Wangij sconvolge gli equilibri instaurando un’inaspettata altalena emozionale tra pulsione e carnalità. L’opera, infatti, s’inserisce pienamente nel genere   letterario del danmei.    L’autrice sfrutta magistralmente l’etimologia del termine invogliando il lettore al culto della bellezza.   Nell’opera il bello ha, infatti, una duplice valenza, c’è la fascinazione ammaliante dell’estetismo ma anche una toccante cura dell’interiorità.     Il romanzo tradotto da Maria  Teresa   Trucillo è suddiviso in sette capitoli lunghi accompagnati da alcune illustrazioni in bianco  e  nero. Lo stile è indubbiamente gioviale e fresco e la traduzione e il relativo glossario lo rendono   abbastanza  scorrevole. La scrittura si concentra su un taglio istantaneo e dinamico calibrando il ritmo della narrazione tra azioni drammatiche e avvincenti e siparietti di ordinaria quotidianità umoristici e talvolta grotteschi.   L’opera è scevra da descrizioni, il cosiddetto world building è appena accennato. L’autrice, infatti, preferisce addentrarsi e concentrarsi sulla psicologia dei personaggi dando così alla scrittura un taglio introspettivo.  Tutti i personaggi cercano di seguire un codice morale etico e comportamentale rigido tanto   che non si disdegnano le punizioni  corporali.   Seguono anche il confucianesimo onorando spiritualmente e attivamente il culto dei morti e il ricordo degli antenati.   Appena avviene l’incontro tra i due protagonisti la storia si tinge di giallo. Il mistero si dipana per tutta la narrazione dimostrando che l’onta del pettegolezzo che cresce e alimenta leggende fuorvianti può ferire più di una spada.  Tra famiglie smembrate rivalità, magia, occultismo il chiarore della luna accompagna i cuori indomiti dei due giovani guerrieri in un viaggio  verso  l’ignoto mentre nell’aria riecheggiano le note di un’inaspettata sinfonia .