La maledizione della famiglia Flores di Angelica Lopes

La maledizione della famiglia Flores

La casa della famiglia Flores ha le finestre azzurre, un giardino curato, ed è un luogo speciale: ogni giorno un piccolo gruppo di donne si riunisce al suo interno per ricamare tovaglie, centrotavola, fazzoletti e veli. È il 1918 e Bom Retiro, una tranquilla cittadina nella regione del Pernambuco, nel Nordest del Brasile, vive gli anni di una dittatura violenta, che minaccia e reprime soprattutto la voce delle donne. Ma a casa Flores è diverso: un’oscura maledizione, che vede morire in giovane età tutti gli uomini della famiglia, ha trasformato questo posto in una roccaforte al femminile, dove Vitorina, che ha imparato l’arte segreta del ricamo fino ad allora appannaggio delle suore in convento, la trasmette alle altre. Tra queste, Zia Firmina, la più anziana, fervente cattolica e custode del segreto che grava sulla famiglia; Eugênia, promessa in sposa contro il suo volere a un uomo violento e più vecchio di lei; e Inês, che utilizza un codice fatto di punti ricamati inventato da Eugênia per aiutare quest’ultima a liberarsi di lui. Un vero e proprio linguaggio segreto attraverso cui progettare la fuga. Una storia che arriva, un secolo dopo, nella Rio de Janeiro di oggi, consegnata sotto forma di un prezioso merletto ad Alice, pronipote di una delle donne Flores: una ragazza dai capelli blu, ribelle, che insieme alla compagna Sofia ricostruirà le vicende della sua famiglia. Sarà riuscita Eugênia a sfuggire al proprio destino? E qual è il segreto nascosto dietro la misteriosa maledizione? Una toccante storia di solidarietà al femminile, narrata con l’eleganza di un’arte antica e capace di trasmettere il valore del coraggio e della libertà.

Introduzione

Che cosa fare quando sembra che qualcuno stia violando il tuo diritto di vivere e sognare? Quando   tutto    sembra   essere   segnato   nel  tuo  destino   di  donna  . Un gioco forza tra sottomissione e dominazione che non ascolta più il canto sgorgato delle lacrime.  Un pianto che non diventa grido perché ha insegnato a non fare  rumore Se c’è vento bisogna che la donna sia una foglia. Un suono impercettibile cui tu in questo pazzo Novecento non rinunci perché nel   segreto  della tua stanza non smetti di disegnare una via. Per raccontare una condizione che troppo spesso muore ancor prima   che arrivi al culmine. L’altro volto del matrimonio quando senti l’odore della sua pelle sul tuo corpo immobile, privato di qualsiasi emozione.  Sentimenti comunitari che pervadono le epoche e che raccontano il viaggio di un gruppo di donne che hanno pagato   col  sangue dolore e sacrificio il punto dell’oltraggio. 

Aneddoti personali

Non   conoscevo quest’autrice e mi auguro che continui su questa strada, un romanzo che ho divorato e amato tantissimo.  Me ne aveva parlate una pochina Sara Cavarero, la traduttrice ma sinceramente non credevo che questa storia nella sua drammaticità potesse contenere tutta questa magia.     Mi è entrata nel cuore e non pensa che ne esca più e spero di riuscire a trasmettere tutte queste emozioni nelle recensione

Recensione

Quante storie possono nascondersi dentro la potenza di uno sguardo, parole che feriscono anche stando in silenzio. A volte non servono per narrare, forse muoiono ancor prima di essere emesse. Portatrici di un destino che come l’acqua e il fuoco non possono mischiarsi perché pur rincorrendosi per un tempo immemore si ritrovano in un vicolo cieco per il finale della loro parabola che è già scritta. Sangue e fango che sporcano ogni barlume di poesia. La casa e la società all’interno di questo romanzo hanno un ruolo ambiguo perché si spogliano di tutta la protezione e sono insidiose trappole se questi luoghi circa estesi potrebbero essere personificati, diventerebbero per le donne la parete divisoria tra esse e il mondo. Quelle donne piccole come stelle la cui bellezza è una condanna autunnale anche in una rigogliosa primavera. Lo spegnimento di una candela in una notte invernale. In mezzo al nulla più oscuro qualcosa resta un momentaneo tepore che accarezza l’anima come fosse un soffio vitale. La pagina bianca del libro doveva per forza riempirsi di macchie d’inchiostro ma questa volta hanno un ruolo secondario, le parole. Le protagoniste trovano un modo alternativo per fare rumore rendendo lo stesso armoniosa la loro voce. Ali variopinte racchiuse in un battito regalano indubbiamente una sfumatura diversa di quel cielo che appariva senza domani. La maledizione del titolo abbatte ogni possibile pietà relegandosi all’interno di un pensiero arcaico, nella cui credenza antico si cela comunque qualcosa di mistico che riguarda tutti loro inesorabilmente. Una sfera emotiva lacerata ricorda come ogni sortilegio nasca e muoia sempre nel puro amore . Quando quest’ultimo arriva a traboccare si tramuta in odio e non si può più risanare. Ci si riempie la bocca di carità e perdono come fosse il cibo più nutriente, ma sono veramente pochi coloro che attuano questi precetti e non lasciano vivere i corvi nel cuore. La storia delle Flores è ambientata in Brasile nel periodo in cui sembrava essere fiorita una democrazia, ma la più bella delle rose si ritrova schiacciata dall’assolutismo del pugno d’acciaio. L’autrice regala ai lettori un romanzo veramente sovversivo che si alimenta della forza delle piccole cose. Un piccolo gesto da coloro che non sono considerate come protagoniste attive ma solo un trofeo da mostrare occasionalmente. Nella famiglia Flores tutti gli uomini non arrivano alla vecchiaia, sono accomunati dallo stesso fatale destino. Il silenzio etico imposto all’epoca alle donne è qui riservato agli uomini ma entrambe le sfere esistenziali sono condotte verso un dialogo che diffonde così il linguaggio della sofferenza. La sostanziale differenza sta nel mostrare con coraggio quel sentimento anche alla luce accecante del sole che vorrebbe raccontare un trionfo, ma si rivela l’ennesimo abbaglio. Uno scontro tra il nuovo e il vecchio che non avrà mai fine. Piangere i figli e i mariti morti per la Flores, è un lusso che non si possono permettere e così mentre la vox populi si chiede insistentemente come sopravvivano, loro diventano l’anima del commercio locale attraverso il ricamo. Il romanzo è suddiviso in ventiquattro capitoli di lunghezza varia, perfetta sponda tra le epoche. Se da una parte si hanno i matrimoni combinati dall’altra ecco emergere la storia di una donna dal viso sfigurato dall’acido. Se un tempo ci sposava affinchè fosse assicurata una successione di quella determinata famiglia, oggi può anche capitare che una madre lotti affinchè quella maternità le sia riconosciuta. L’autrice racconta tutto questo con uno stile fluido scorrevole ed empatico aspetti che la traduzione della Cavarero mantiene fedelmente, Nel mondo di oggi c’è Alice una giovane ragazza ribelle che vive un rapporto burrascoso con la madre Vera ma anche una spumeggiante storia d’amore con Sofia. Un giorno le è consegnato un velo, comprende subito di avere fra le mani un oggetto antico ma è ignara della sua preziosità. Si riannodano i nastri della memoria perché anche il velo ha una storia da raccontare. Quella di Eugenia una ragazza creativa con mani d’oro ed è così che l’arte del ricamo si tinge di vita, un filo d’emancipazione che ignaro diffonde l’alfabeto della libertà. Il ricamo come narrazione di una condizione . Ḕ anche la storia di Ines che antepone l’amicizia alla sua stessa felicità, di Vitorina che con ribellione e spregiudicatezza non smette mai di sognare, di Candida che vede i colori anche nelle ombre, di Carmelita la costante presenza e infine di Firmina l’espiatrice volontaria che cerca consolazione nelle preghiere che spesso utilizza come armi per non affrontare l’inabissamento di quel passato cui resta ancorata. Un esordio sconvolgente e attuale destinato a emozionare milioni di lettori che colpisce per la sua unicità. Il racconto di un gruppo di giovani che non merita di conoscere la polvere della dimenticanza. Baciare il lontano mare perdendosi nel profondo di quel blu, segnando un confine con la grande Storia e come uno stormo d’uccelli avere sempre un nido dove fare ritorno .

Conclusioni

Una saga familiare potente che non può lasciare indifferenti, da leggere tutte donne e uomini senza distinzione alcune perché il fatto che il termine femminicidio sia entrato da troppo poco tempo suo nonostante il nostro dizionario, non vuol dire che prima non si commettevano. Oggi come allora si cerca maldestramente di nascondere l’atto, di farlo passare sotto silenzio. La verità è che quando un’azione colpisce le persone più deboli in quel momento che siano uomini donne o bambini non è colpevole solo il carnefice ma tutti noi come società con la colpa di non aver fatto abbastanza perché ci sono tanti modi per uccidere .

Voto

5/5

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