La porta delle responsabilità con Mignosi valica il confine tra mafia e legalità

Chi ha il coraggio delle proprie azioni non è mai solo ma poi da che cosa si misura realmente questo coraggio ? La parola si diversifica e schiaccia l’omertoso silenzio scardinando luci e ombre di un sistema universalmente riconosciuto che non sembra appartenerci eppure si annida indisturbato ancora oggi sotto varie forme spesso insospettabili . Il processo di diversificazione con Enzo Mignosi investe la narrativa perchè tratta la cosiddetta ” questione mafiosa” ” in un romanzo d’amore introspettivo . Cosa c’entra la mafia con l’amore vi chiederete ? Sono due forze dirompenti contrastanti Entrambe però hanno lo straordinario potere di creare ramificazioni inimmaginabili e rendere l’esistenza un pendolo oscillante tra ordine e caos. Le pulsioni dell’ eros e le organizzazioni mafiose costruiscono al loro interno uno schema di copertura che ha nell’ ambivalenza la carta vincente . Un altro aspetto che li accomuna è il rapporto dualistico che intercorre tra rinascita e morte . Quando l’uomo designato insegue ignaro la loro scia sente scorrere nelle sue vene un delirio d’euforia e onnipotenza che può tuttavia seminare un ‘incessabile distruzione nello stesso attimo in cui si percorre una via differente da quella prevista Non è un caso infatti che entrambe le forze reclutino soggetti in formazione . Creano nella mente il fantomatico Palazzo d’ Atlante ricco di magia e meraviglie finalmente tangibili . ma puntualmente si rivela essere l’ennesimo castello di carte che crolla al minimo soffio di vento . L’ autore maneggia con cura l’argomento trattato mostrando una conoscenza ad ampio spettro e facendo convergere brillantemente la narrativa d’inchiesta con il romanzo classico che a questo punto si tinge di tinte noir . Mignosi decide di ambientare la sua storia a Palermo negli anni Ottanta quando già le prime stragi imperversavano tra le vie . Pur non trattandolo apertamente per questioni temporali i n ogni pagina si respirano i valori etici politici e giuridici in cui credevano i tanti Falcone e Borsellino , emblema delle vittime di uno stesso drammatico epilogo . I due magistrati rivivono almeno dal punto di vista narrativo nella coppia di giudici Roberto Giglio e Lorenzo Mazzeo . Attraverso questi due personaggi l’autore inserisce una critica circostanziale all’ accondiscendenza di alcuni membri della sfera giuridica investigativa che con il loro modo di operare facevano dormire ai mafiosi sonni tranquilli . Giglio e Mazzeo invece sono le note ribelli della situazione e fanno di tutto per assicurare ogni criminale alla giustizia . Il plot del romanzo però non è solo questo perchè A doppia mandata offre al lettore molteplici chiavi di lettura . Non c’è soltanto la sfera istituzionale la predominante è infatti quella emotiva magistralmente rappresentata da Lillo Lo Gelfo e Marinella Spatafora . Lui è uno spietato killer al servizio di uno dei pericolosi boss di Palermo , Emanuele Maltese in perenne guerra con il rivale Gioacchino Lentini , ma più in generale il boss principale è in conflitto col mondo intero , un’ anima bramosa di controllo che tenta inutilmente di placare uccidendo i demoni assetati di vendetta . Marinella è invece una normale insegnante di musica che si innamora di Lillo . Lo spietato killer non sapendo che quel battito del cuore si chiama amore ricambia il sentimento . Analizzando la letteratura italiana contemporanea si può vedere come il legame che intercorre tra mafia – legalità e amore è già stato analizzato tra i titoli più recenti ne La piazza di Angela Vecchione attraverso la coppia di Rosa e Domenico (Lei moglie di un mafioso , lui poliziotto ) Mignosi però va ancora oltre perchè i suoi protagonisti si caratterizzano per una spiccata personalità borderline ed è per questo che con loro la porta delle responsabilità valica il confine tra mafia e legalità . Marinella vive la storia d’amore pur essendo sposata con l’architetto Mimmo Licari , mentre Lilo in nome di questo amore vorrebbe cambiare vita portandosi però un peso piuttosto ingombrante . L’espediente del killer che cerca di migliorare era stata già narrato qualche anno fa da Carmelo Sardo mediante la biografia su Malerba , Mignosi decide di far attraversare al suo personaggio però montagne russe emotive che lo portano ad un reale pentimento . La complessa psicologia di Lillo è dipanata in ogni pagina attraverso il sapiente utilizzo di una tecnica narrativa denominata flusso di coscienza , Il protagonista è perennemente allo specchio confrontandosi con il sè più profondo tra ciò che è e quello che potrebbe essere. La comparazione letteraria più evidente è però con un romanzo di Livia De Stefani dal titolo La mafia alle mie spalle non solo perchè come l’autrice siciliana anche Mignosi spiega analiticamente le gerarchia e le mentalità radicate nei clan ma soprattutto perchè queste parole smettono di essere un semplice titolo e diventano motrice di speranza e salvezza . Tenendo presente che come scrisse Carlo Levi ogni partenza è vista dal clan come una fuga , un tradimento , un delitto mortale . Palermo e America confine geografico della malavita che si ritrovano ad essere il palcoscenico su cui avvengono sanguinose sparatorie , sotterfugi , congiure e pentimenti o più precisamente una vera caccia all’ uomo braccato da ogni parte senza comprendere fino in fondo di chi potersi veramente fidare . Un noir ad alta tensione , una lotta tra ragione e sentimento dove il senso civico e l’eticità morale possono diventare la tomba dell’ amore .

Una risposta a “La porta delle responsabilità con Mignosi valica il confine tra mafia e legalità”

  1. un romanzo che solo un palermitano verace ma mitteleuropeo direi kafkiano puo’ scrivere …non e’ quindi il solito romanzo mafia ed antimafia …Enzo Mignosi entra nello Spirito dei protagonisti ed a mio parere e’ magistrale quando entra nell’anima del protaagonista Lillo Lo Gelfo….allora l’amore diviene liberatore e redentore….grande romanzo

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