La strada dei papaveri
Olena è una delle tante ragazze dell’Est costretta a emigrare lasciando la sua bambina alla nonna. Sola e senza documenti, trova lavoro nella casa di riposo di una cittadina nel Nord della Francia, dove si affeziona in modo particolare a tre ospiti, Lydie, Flora e Henriette. Forse le anziane signore e la ragazza straniera si riconoscono: nei loro occhi la stessa solitudine, la stessa nostalgia. Ma quando le ottuagenarie, convinte che la nipote di Flora abbia assolutamente bisogno del loro aiuto, chiedono a Olena di accompagnarle a Lisbona, la ragazza accetta di attraversare l’Europa alla guida di una Opel scassata e di affrontare tutti i rischi che questo viaggio comporta per una clandestina come lei. E qualche volta può valerne la pena. Un road-movie attraverso l’Europa e le generazioni.
Introduzione
Cercare il proprio posto nel mondo è la cosa più difficile da fare. La geografia della vita a volte disegna sentieri impervi che si ha paura ad attraversare, eppure ci sono momenti in cui l’esistenza appare come una notte senza luna, alzando gli occhi al cielo si cerca un segnale che illumini la direzione da seguire ma non c’è, perché non sempre si è pronti a vedere con gli occhi del cuore. La risposta è sempre nascosta all’interno del nostro animo, è un canto d’uccello, un fruscio di foglie autunnali, un rigoglioso campo di papaveri rossi. Sono immagini che indicano rinascita di un mondo così pieno di colori anche per chi sembra esserne sprovvisto e si chiede perché il destino gli abbia riservato una tavolozza dove bianco e nero sono le uniche tonalità, priva di qualsiasi sfumatura. Si arriva al punto di pensare che quel sole non sorga più per noi e sia il tramonto di un vecchio film, in una sala vuota ancora prima che cominci. Questa sembra a volte la cartolina della nostra vita, eppure inaspettatamente ecco che in quella sala entra qualcuno che si tuffa con noi, nel mare della segreta disperazione, combatte i propri demoni e anche i nostri per salvarci dal vortice abissale che ci ha travolto talmente tanto da non riconoscere che qualcuno ci sta finalmente tenendo per mano e ci induce a non mollare e non permettere che il dolore ci tolga anche la voglia di sorridere. Nella vita inaspettatamente il destino ci mette sempre accanto qualcuno che sembra conoscere le nostre emozioni migliori di qualunque altro che ascolta le nostre parole anche quando stiamo in silenzio. Quest’ultimo, infatti, è più eloquente di tutto. Sguardi che s’incrociano, mani che si sfiorano e poi si chiudono in una stretta che ci ricorda che nessuno vince da solo. Di tutto questo parla La casa dei papaveri, il nuovo romanzo di Veronique Biefnot e Francis Dannamark. Una donna e un uomo che con sensibilità e delicatezza costruiscono un romanzo corale al femminile, Con le atmosfere di una road movie gli autori ci raccontano il rocambolesco viaggio che un gruppo di donne intraprende apparentemente per motivi diversi, ma un bisogno le accomuna quello di ritrovarsi e avere finalmente un luogo fisico o emozionale da poter chiamare casa .Aneddoti personali
Ho conosciuto la casa editrice Scritturapura a novembre, informandomi sulle uscite del mese trovai scorrendo proprio questo libro. Rimasi colpito dal titolo e iniziai a fare un viaggio nel tempo e nei ricordi. Dovete, infatti, sapere che sono molto legato ai papaveri perché sono il simbolo di una’amicizia che porterò sempre nel mio cuore, perché nonostante la sofferenza sono stati giorni stupendi. Stavo per entrare in prima media quando sul finire dell’estate dovetti subire un intervento e ritornare nuovamente sotto i ferri. Ricoverato a Messina fu lì e in quel preciso momento della mia vita che conobbe Rocco. Ricordo che dopo l’operazione, volevo già gironzolare per il reparto e conoscere altre persone. Lo vidi e qualcosa tra noi è subito scattato, ancor prima che iniziassimo a parlare. Era un signore di Gela, un anziano buono, dolce e simpatico con gli occhi azzurri come il cielo. Iniziammo a conoscerci e per trascorrere le giornate organizzavamo attività ricreative che coinvolgessero anche altri pazienti, giocate a carte, giochi di memoria e tanto altro. Si raccontavano storie, io le inventavo oppure mi chiedevano di attingere dai romanzi che avevo letto. A farmi compagnia in quel periodo tra i testi che mi ero portato da casa, c’era Dalla Terra alla Luna di Verne che faceva sognare molto anche gli altri pazienti, forse perché c’era bisogna di pensare a un mondo altro che non fosse quel tempo sospeso che stavamo vivendo. L’amicizia con Rocco era diventata talmente importante che il momento del distacco fu doloroso e le lacrime bagnarono il nostro volto con la consapevolezza che, anche se ci stavamo perdendo fisicamente, in un angolo segreto del nostro cuore ci saremmo sempre stati. La sera prima mi regalò una foto che aveva scattato che ritraeva appunto un campo di papaveri rossi. Dietro ci scrisse, con la gioia di essere ricordato. Dopo qualche settimana che ero tornato a casa, provai a chiamarlo ma non rispose nessuno, poi passato qualche giorno mi disse che l’avevano dovuto rioperare e che il suo cuore si era fermato per un po’ ma per fortuna poi tutto è andato per il meglio. Fu l’ultima volta che ci sentimmo. In qualsiasi angolo di cielo sia adesso spero che veda che non l’ho mai dimenticato.Dopo questo racconto personale ritorno a raccontarvi del mio incontro con Scritturapura. Rimasto colpito dal titolo, lessi la sinossi e mi emozionai immaginando che questo libro fosse proprio adatto a me. Spinto dalla curiosità, andai a visitare il catalogo e rimasi folgorato. Ne parlai ai miei amici Patrizio e Mariela che li conoscevano e avevano letto delle cose loro. Tramite loro che ringrazio, enormemente, ho conosciuto Stefano e in seguito Eva. Anche qui mi sono sentito veramente accolto calorosamente, m’invitarono subito a seguire una presentazione di un loro libro sui misteri di Torino che si sarebbe tenuta il mercoledì successivo e devo dire che anche con questa casa editrice la folgorazione iniziale è diventata puro amore. Con Eva e Stefano si è creata un’amicizia che spero duri per sempre. La lettura del romanzo è stata piacevole ed emozionante, per saperne di più v’invito a continuare la lettura