L’ultima libreria di Londra
Introduzione
L’incipit migliore è quel brivido del cuore che fa annullare persino tutti i rumori del mondo. Non è il boato a essere cessato semplicemente non si riesce più a sentire perché si è oltrepassata la porta del regno della fantasia, così calda e accogliente anche in preda ai drammi tutti magicamente superabili. Magari nella vita bastasse un tocco di magia per eliminare la sofferenza, si sarebbe tutti più felici o forse la felicità non esisterebbe nemmeno perché non si è attraversati il più grande dei dolori. Dove trovare la giusta incarnazione dell’eroe? Tutti lo possono essere nella loro piccola quotidianità non servono poteri soprannaturali quando si ha l’immaginazione come fedele compagna. La sfida nel canale rosso sangue della resistenza è rendere uno spettacolo, la propria esistenza anche tra le macerie allora quando anche la speranza sembrerà perduta, i libri tracceranno la via della salvezza premianda con quella che inaspettatamente sarà la più grande delle avventure.
Aneddoti personali
Il rapporto con questo libro è stato rocambolesco. Quando l’ho iniziato ieri sera dopo una trentina di pagine, volevo mollarlo. Le protagoniste erano in preda alla frivolezza giovanile che non aggiungeva nulla alla storia e tutto appariva vacuo e disturbante. C’era una vocina che mi spingeva a continuare, qualcosa continuava a catturarmi. Leggevo alcune recensioni e ho trovato scritto il libro che i lettori e amanti dei libri non potranno non amare. Adesso che l’ho finito posso affermare con certezza che è la pura e semplice verità. Grace, il signor Evans e la signora Weatherford sono tre personaggi straordinari che porterò sempre con me. Un libro che ha fatto più del suo perché rieduca alla tenerezza, a quei gesti piccoli cui non siamo più abituati. Una storia che con semplicità mi ha catturato e riscaldato il cuore per questo ringrazia di vero cuore la casa editrice Harpercollins che l’ha portato in Italia Claudia Marseguerra che l’ha tradotto ma soprattutto Madeline Martin che l’ha scritto, sperando di convincere qualcuno di voi a farsi una coccola letteraria.
Recensione
L’inchiostro delle parole s’intreccia con i nastri della vita legando in modo inaspettato i fili del destino mentre il sangue rappreso e l’odore della polvere chiedono d’intonare il canto delle possibilità per sovvertire la sinistra sinfonia della morte con un caloroso gesto d’amore. La vita con Grace Bennet non è mai stata benevola ha perso presto le sue radici e questo l’ha costretta ad accettare passivamente lo sfruttamento del dispotico zio fino allo sfinimento e il 1939 sembra l’anno perfetto per dare una virata a quel destino che nonostante tutto non le aveva mostrato ancora il suo lato beffardo. Quando Grace e l’amica Viv lasciano la cittadina del Norfolk, hanno valigie bucate e sogni di cartone che si scontrano duramente con la cruda realtà. La frivolezza giovanile di balli e accasamenti è spenta dalle redini del disincanto. Londra non è come l’avevano immaginata, dello sfarzo e del lusso è rimasta soltanto un’ombra mentre ai loro occhi appare come un mosaico opaco che attende che il suo cielo si tinga di un nero più scuro della notte. Le due giovani con la loro ilarità colorano di nuove sfumature l’esistenza della materna signora Weatherford e del figlio Colin puro emblema d’altruismo. Alle ragazze il lavoro non spaventa ma Grace tutto avrebbe pensato di arrivare a Londra e lavorare in una libreria. Soprattutto se il proprietario appare come tutto ciò da cui stava scappando. Una libreria però non è soltanto un negozio ma una vera boa, un riparo che sorride alla vita e prova a rattoppare le ferite del cuore e lo capirà anche lei che aveva letto pochissimo. Da quel momento si attuerà una tripartita rivoluzione emotiva. Il luogo vivido ritratto della desolazione del proprietario riscoprirà il colore della vita mentre il burbero libraio, la calorosa onda dell’affettiva e Grace inizierà un tortuoso viaggio in compagnia di Edmond Dantes, Emma Woodhouse, Dorothea Brooke e altri personaggi per dare il giusto nome alle sue emozioni. Inizia a sussurrare un tempestoso vento di guerra che sconvolge le anime risuonando una sensorialità dell’orrore che non può diventare abitudine. Mentre molti degli uomini erano al fronte, le due giovani protagoniste resistono partecipando attivamente all’ARP (che si occupava di assistere i cittadini durante i bombardamenti) e all’ATS (Il servizio femminile volontario). Il romanzo si divide in ventuno lunghi capitoli con rimandi letterari che vanno da Dickens, Capote fino al più recente Zafon. La ricostruzione storica è accurata e si sofferma sul destino dei centri culturali. Lo stile scorrevole permette all’autrice di raccontare gli orrori del Secondo conflitto mondiale con i toni caldi di una fiaba moderna, aspetti perfettamente mantenuti nell’ottima traduzione di Claudia Marseguerra. Ogni personaggio si confronta sul dolore e sul peso estenuante dei propri fardelli. Un romanzo tenue, accogliente . una coccola che riscalda il cuore dei lettori . Un romanzo che narra il senso comunitario delle storie e della letteratura perché in quegli anni Grace e la piccola comunità imparano quello che Samuele Bersani scrive in una canzone ovvero che le storie che non si conoscono non sono mai di seconda mano, sono come un viaggio improvvisato a chilometraggio illimitato perché i libri letti in un periodo nero possono aiutare a uscire ancora intero. Un romanzo intriso di buone azioni che inducono a rispolverare la sepolta tenerezza parlando al cuore il linguaggio della rinascita .
Conclusioni
Un libro toccante ed emozionante adatto a chi ama i libri e vuole farsi una coccola .