Mona di Bianca Bellovà

Mona

La peculiare, profondissima, forma d’amore tra Mona, infermiera in un ospedale travolto dalla guerra, e Adam, il giovane soldato che arriva dal fronte con una grave ferita alla gamba, fa qui da collante a grandi temi umani e sociali. La violenza con cui la dittatura e le guerre irrompono nella vita della collettività e del singolo, la condizione della donna, l’infanzia rubata dalla crudeltà degli adulti. Ma anche, più semplicemente, i rapporti che sbiadiscono, le distanze che aumentano, l’adolescenza, col suo carico di strafottenza e apatia che a volte si porta dietro. Nel buio e nella devastazione della guerra, in un ospedale infestato dalla vegetazione della giungla e dalle urla dei pazienti, Mona e Adam trovano un’ancora di salvezza: la parola.

Introduzione

Un muro bianco, il colore della purezza che vuole indicare tranquillità e libertà , ma che si ritrova suo malgrado ad essere la crepante testimonianza di infiniti dolori che non sempre trovano risoluzione . Un confessore muto che raccoglie storie , frammenti di vita che si susseguono , si somigliano e si confondono senza un vero perché . Nessuno può fermare la mutevolezza del tempo che corre troppo veloce anche per poterci camminare accanto . Il muro regge una casa , una struttura può essere anche la colonna portante di un sogno ma cosa accade quando si erige a fortezza del cuore ? Diamo il nostro tiepido assenso , incuranti delle conseguenze, nascondendoci sull’ effimera inconsapevolezza . Si trasforma in una parete divisoria tra il singolo e l’altro, non solo fisica ma anche emotiva sviluppando  una nera incomunicabilità . Il muro si personifica e diventa un anziano che chiede con la sua flebile voce di potersi fermare un pò . Una sedia , un letto per quietare momentaneamente le sue stanche membra , senza diventare tuttavia un tutt’ uno con i simboli della catatonica società sempre più devota all’ immobilità . Il muro personificato , nonostante l’età si aggrappa alla vita e lo testimoniano le crepe che poi sono le sue lacrime per un mondo che fatica a riconoscere . Piange ininterrottamente il vecchio muro soprattutto quando si ritrova ad affrontare la dissacrante rappresentazione del male che attraversa l’ingiusta applicazione di un codice misterioso, si prende anche la vita dei più giovani. Bianca Bellovà racconta con maestria la vita negli ospedali con una straordinaria empatia regalando un raggio di sole in mezzo al buio della sofferenza .

Aneddoti personali

Sono veramente felice di avere la possibilità di recensire questo libro per tanti motivi. Prima di tutto perchè mi ha permesso di allargare i miei orizzonti letterari . Questo è stato, infatti, il mio primo approccio alla letteratura ceca che mi ha favorevolmente conquistato e sicuramente continuerò quest’incredibile viaggio con una crescente emozione e la mia grande voglia di conoscere. Il primo approccio con questo libro è avvenuto attraverso la diretta su Book Advisor svolta dall’autrice e da alcuni rappresentanti della bella famiglia della casa editrice Miraggi. Ricordo che è stata una diretta molto coinvolgente ed emozionante . Uno degli elementi che mi ha fatto avvicinare al libro è sicuramente il racconto della disabilità . Volevo capire come la raccontasse l’autrice. Vivendola in prima persona per me questo libro è stato un terribile déjà vu, ma a volte è estremamente necessario ricordare il proprio passato per migliorare il futuro .Un libro che assolutamente fa bene all’anima .

Recensione

Ascoltare il tuo silenzio che diventa il mio, è questa la tacita promessa che i due protagonisti si fanno. Il libro è narrato seguendo l’indefinita atemporalità tipica della formula c’era una volta , che conquista e ammalia con la sua magia. Il lettore è altresì trasportato in un mondo tutt’altro che magico, poiché la Bellovà ci offre un ritratto veritiero e decadente della nostra società. L’attenta analisi è svolta non soltanto attraverso luoghi ma soprattutto mediante la moltitudine di personaggi che si susseguono, ricordando che noi non siamo altro che la conseguente rappresentazione del mondo circostante. Per questo il tempo è perfettamente riconoscibile e non troppo lontano . Ė un tempo che ha l’odore della guerra, le esistenze sono come foglie d’autunno che delicatamente perdono il loro colore e cadono irrimediabilmente nel torbido e immenso baratro del niente . Ė un romanzo sul sovraffollamento degli ospedali, sulla lotta contro un morbo invisibile senza risoluzione di cui si conosce il nome ma non la vera pelle perché si nasconde in ogni epoca assumendo diverse forme e sembianze. Le rappresentazioni del bene e del male si riproducono esattamente come l’uomo, poiché sono due parti indissolubili del suo essere. La vita negli ospedali è raccontata dettagliatamente, il personale medico combatte giornalmente contro l’inciviltà umana percorrendo il canale opposto, ovvero la via della salvezza . Un percorso complesso ma estremamente empatico dove bisogna mantenere un certo distacco perchè il trasporto emotivo è dietro l’angolo e potrebbe travolgere . Lo sa perfettamente Mona , la protagonista di questa storia , un ‘infermiera che si ritrova a provare un profondo sentimento per un suo paziente . Mona acquisisce meritatamente la centralità del romanzo perché non è narrata soltanto la sua professione ma soprattutto il suo percorso di maturazione . Mona ha inconsapevolmente una colpa: essere nata donna e quindi quotidianamente ne paga il prezzo . Non vuole piegarsi al codice sociale che la vuole coperta, nascosta ma soprattutto zitta. Mona invece parla e non permette a nessuno di zittire la sua voce e dove mancano le medicine cerca di affievolire le sofferenze con il potere salvifico delle storie . Per troppo tempo Mona è stata zitta , come se non fosse viva, come se non esistesse per nessuno, adesso riemerge dal suo inferno individuale mostrando al mondo intero la sua anima ribelle . Tutto questo però funge anche da copertura, perché si ribella al mondo, ma è incapace di affrontare i suoi demoni .Non lo può negare almeno a se stessa, ci sono lati di sé che nessuno effettivamente conosce. Finché nella sua vita arriva Adam. Il protagonista maschile si presenta al lettore come il fantasma di se stesso. Adam non è altro che la proiezione corporea di Hani un giovane soldato che si ritrova inaspettatamente disabile, infatti, gli è amputata una gamba. Si è parlato di proiezione corporea perché l’anima di Adam- Hani è completamente scissa dal corpo . Vaga in un non luogo che il giovane non vuole rivelare . Ė un romanzo sulla morte dove essa è però sinonimo di un’agognata libertà. Il percorso di accettazione della sua nuova condizione è qualcosa che Adam non riesce ad affrontare o meglio non vuole. Il suo unico desiderio è morire. Mona costretta a convivere con l’apatia del marito Kamil e del figlio Ata , non può permettere che la luce fioca della candela si spenga anche per Adam , l’uomo che le ha permesso di conoscere un nuovo battito del cuore . Da quel momento inizia la loro personale rivoluzione emotiva. La traduzione di Laura Angeloni non tradisce il ritmo incalzante e magnetico del romanzo, anzi crea un ponte dialogico che squarcia l’anima. La scrittura di Bianca Bellovà è viva e poetica procede per immagini . Ė come se stesse inoltre girando il film delle esistenze dei suoi personaggi in attesa di un punto di contatto, affinché non sia tutto vano e resti qualcosa da raccontare per chi vuole indagare la straordinaria forza dirompente della memoria. La copertina rappresenta letteralmente un momento felice di Mona che la ritrae bambina mentre cerca di comunicare con il suo amico , il bue Mun . In una lettura figurata però il bue può indicare anche l’iniziale chiusura di Adam che ha costruito soprattutto per le emozioni un vero muro . Riuscirà Mona ad abbatterlo? Un romanzo sul prendersi cura , i due protagonisti si salvano insieme raccontandosi i dolori più intimi . La comunicazione orale e gestuale dà vita alla forma più totalizzante d’amore che possa esistere .Il racconto di due anime perse che combattono le tenebre cercando di eliminare ogni nuvola con la forza dei loro sogni e con quella dei loro sguardi e dei cuori tracciare un nuovo magico e speranzoso orizzonte .

Conclusioni

Questo è un libro potente che consiglio a chi vuole farsi un regalo per l’anima.

Voto

5/5

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