Posso cambiarti la vita di Divier Nelli

Posso cambiarti la vita

Dopo la morte della madre, Perla vive con l’anziana nonna a Poggio in Chianti e frequenta la seconda classe al liceo tecnologico Margherita Hack di Firenze. È una ragazzina bassa, obesa, brava a scuola, e per questo oggetto del bullismo spietato dei compagni. Perla è docile, subisce in silenzio, sa che è inutile opporsi al branco da sola. Col passare del tempo la situazione precipita, le offese sui social si moltiplicano, alcuni video diventano virali. Lei sfoga rabbia e frustrazioni abbuffandosi e chiudendosi in se stessa. Finché un giorno risponderà a un messaggio restando coinvolta in qualcosa troppo più grande di lei che le trasformerà per sempre la vita.

Introduzione

Nella società odierna si sta continuando a combattere contro qualcosa di sconosciuto che ha notevolmente cambiato le nostre esistenze. Tra gli aspetti che sono radicalmente mutati uno dei più importanti, è sicuramente la condivisione del sapere e l’istruzione del soggetto in formazione. L’istituzione scolastica ha dovuto fronteggiare aperture e chiusure scandite da una percentuale e gli individui hanno in qualche modo perso la loro umanità per trasformarsi in cifre mutevoli. La scuola si è dovuta aggiornare bruscamente attuando una didattica digitalizzata ponendosi come obiettivo primario che la distanza fosse soltanto fisica e non emotiva. Colpevolizzare però il virus di quanto sta accadendo alla scuola è un grande errore, perché i problemi c’erano già prima, questo li ha solo acuiti. Non è la sede adatta per parlare dei problemi burocratici della scuola tuttavia preme svolgere una breve analisi sociologica anche perché il focus centrale del nuovo romanzo di Divier Nelli è il mondo dei giovani. Quanto lo conosciamo veramente? Molto poco perché ci stiamo tutti disabituando a guardare le cose in profondità . La formazione del giovane passa inevitabilmente attraverso due istituzioni principali la famiglia e la scuola che sono in crisi. Il problema centrale è che tra queste due parti non esiste più un dialogo costruttivo e hanno perso agli occhi dello stesso la loro autorità formativa e questo pensiero dilaga nell’immaginario collettivo creando danni permanenti. Il genitore sempre più sta perdendo la sua funzione attiva diventando passivo e molto permissivo ma non solo ridicolizza il ruolo educativo del docente dandogli soltanto un approccio tipicamente nozionistico. Il romanzo di Nelli lancia un importante campanello d’allarme, su quanto sia diventato fondamentale attuare una rieducazione alle emozioni per imparare a riconoscerle, fronteggiarle e controllarle. Il giovane dallo sguardo vacuo non riconoscendo alcuna autorità e avendo un disinteresse per la cultura cerca la strada più breve per emergere, ideologia erronea fruita dai media, per una corretta emulazione del proprio mito. Il giovane si chiude nel suo mondo, in quello che conosce meglio e attua un’ossessiva prevaricazione sull’altro. L’altro spesso è un suo simile con diverse caratteristiche con un aspetto che denota nella sua mente una forma d’inferiorità e debolezza. Si genera così il fenomeno del bullismo. Il primo a teorizzarlo fu negli anni Settanta lo psicologo norvegese Dan Olweus dopo il suicidio di alcuni studenti che non riuscivano più a sopportare le offese di alcuni compagni. Il romanzo di Nelli è di grande attualità perché analizza quanto la giovinezza sia in bilico e rischi di frantumarsi. I ragazzi non sono equilibristi e cadono in un profondo baratro tra prove, tentazioni e pericoli che devono affrontare. Un romanzo che si concentra sul bene e sul male per percepire che chiedere aiuto non è una vergogna ma rappresenta il modo di salvarsi prima che sia troppo tardi.

Aneddoti personali

Ho conosciuto il romanzo Posso cambiarti la vita grazie al mio grande amico Mariano Sabatini che ringrazio. La lettura di questo libro mi ha fatto scoprire un autore di cui penso, recupererò gli scritti precedenti ma che sicuramente seguirò con attenzione e tanta stima. Il libro mi permette altresì di parlare del bullismo tema che mi sta molto a cuore e che su questo blog ancora non avevo trattato. Il bullismo è uno degli argomenti che ho sviluppato all’interno della mia tesi di laurea sul teatro. Sono partito dalla consapevolezza che il teatro è un validissimo strumento di prevenzione per il bullismo ma anche per altre importanti problematiche giovanili. Per scrivere questo capitolo ho consultato diversi testi sull’argomento, focalizzandomi in particolare sugli studi svolti dalla professoressa Giovanna Pini e analizzando il testo teatrale A testa sutta di Luana Rondinelli . Cercando di fare tesoro del background culturale acquisito tenterò di scrivere una recensione più particolareggiata possibile sperando che possa essere di vostro gradimento e v’incuriosisca per poi leggere il libro .

Recensione

Quando c’è un problema per affrontarlo non è verso la luce del sole che bisogna guardare, bensì all’interno delle tenebre dell’animo umano. Posso cambiarti la vita è un vero e proprio specchio sulla nostra società. Lo specchio è, infatti, un elemento ricorrente per tutto il romanzo e ha una funzione bivalente. La protagonista si specchia e vede la sua immagine riflessa, attraverso quest’azione quotidiana l’autore indaga sul valore psicologico della bellezza soprattutto nei giovani. La protagonista del libro è Perla Romani una brillante liceale che ha un rapporto ossessivo compulsivo con il suo corpo e con il cibo tanto da essere non solo bulimica ma soprattutto continuo bersaglio dei suoi compagni. La seconda funzione dello specchio è sociale perché determina una frattura tra realtà e finzione che però si trovano nella stessa dimensione della persona e del corrispondente alter ego confondendoli. Uno dei primi esempi letterari di bullismo è sicuramente rappresentato da Franti. L’analisi di De Amicis tuttavia per motivi temporali sottolinea due modi di bullismo quello diretto rappresentato da comportamenti aggressivi fisici, verbali o verso gli oggetti appartenenti alla vittima e quello indiretto che comporta l’esclusione del soggetto dalle attività di gruppo. Nelli pur riassumendo perfettamente le due forme appena descritte, per una corretta contestualizzazione si sofferma su quello digitalizzato definito cyber bullismo. Nel romanzo suddiviso in settantaquattro capitoli, l’autore usa un linguaggio che nella sua semplicità arriva al cuore dei ragazzi ma anche degli adulti. La scrittura è costituita da una differenziazione grafica perché gli ordini e gli insulti sono resi in maiuscolo mentre i pensieri della protagonista sono in minuscolo, per indicare un sussurro, un fruscio, come se la vittima si dovesse scusare della propria esistenza, raffigurandosi spesso in una foglia autunnale che non solo perde la sua essenza ma cadendo è calpesta da qualcosa di più grande. Nel romanzo il bullismo è analizzato nella sua totalità, senza tenere conto del pregiudizio linguistico che ha per molto caratterizzato il fenomeno. Nell’immaginario collettivo, infatti, Bullo è un ragazzo mentre Vittima una ragazza. Recenti studi dimostrano che il bullismo al femminile è in netto aumento. Bullo e vittima sono tipologie che hanno in comune un deficit socio cognitivo sulla ricezione dei segnali espressi da chi li circonda. Attraverso uno stile dal tratto delicato ma ossessivo l’autore inoltre indaga sul valore sociologico che ultimamente ha acquisto il termine catena. L’immobilismo non è più soltanto fisico ma diventa un vortice vizioso che include intelletto e anima mostrando la nostra brutalità e azzerando ogni tipo di emozione. Lo scrittore vuole evidenziare però che la matrice di tutto questo è emotiva perché sia che si tratti della pluralità del branco sia la singolarità della vittima entrambi nascondono una solitudine collettiva e un dolore represso per una mancata geografia dell’ascolto e per emergere si traccia un silenzioso confronto antitetico tra dominazione e sottomissione, dove il confine tra vittima e carnefice è una linea talmente sottile che il ruolo è interscambiabile. Un libro che pone l’accento anche sulla bramosità del potere e del desiderio entrambi, infatti, delimitano un piacere d’onnipotenza tale percorrendo un sentiero vertiginoso tra cielo e terra. Riusciranno i protagonisti a salvarsi e fare in modo che questo gioco al massacro di cui conoscono l’inizio, ma ignorano la fine non diventi la loro prigione? Una richiesta d’aiuto è difficile da formulare perché prima bisogna abbattere il muro della vergogna e spesso nemmeno la voce della coscienza riesce a oltrepassarlo. Un cielo sempre più di carta dove il crollo delle certezze è predominante e la speranza si tramuta in una flebile voce di preghiera che cullata dal vento cerca di combattere il fantasma della morte che si mimetizza nell’altra faccia della luna.

Conclusioni

Un romanzo di estrema attualità che consiglio di leggere a tutti per conoscere l’altra anima del social, uccide la socialità seminando terrore e perdizione.

Voto

5/5

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