Prima che chiudiate gli occhi di Morena Pedriali Errani

Prima che chiudiate gli occhi

Nelle notti di vedetta, accompagnata dalla brace di una cicca, Jezebel sa che le risposte possono arrivare solo dal vento. La forza, l’intensità del soffio, sono messaggi degli antenati, indicazioni per comprendere come muoversi tra ingiustizie, violenza, soprusi ma anche gioie quotidiane, sogni, ambizioni. Nel pieno del ventennio fascista la ragazza scopre fin da giovane quanto sia difficile sopravvivere: anche se in quei luoghi è nata, anche se lì sono cresciuti i suoi antenati, non mancano continui soprusi e vessazioni; su tutti, quello di chiamare alle armi, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, gli uomini sinti per farne carne da battaglia. In questo contesto Jezebel decide di unirsi alla lotta partigiana, per difendere la sua gente, e nella speranza di far parte di un gruppo che possa mettere fine all’orrore della guerra.

Introduzione

Una piccola grande storia nei meandri immaginifici degli c’era una volta e forse c’è ancora se le ramificazioni del cuore hanno saputo tramandare le parole sussurrate dal vento custodite nello scrigno della memoria. Come un vaso di Pandora di cui non si conoscono effetti e conseguenze l’incantesimo dell’amore è un sortilegio che in preda al più tetro dei misticismi tratteggia il placido volto dell’orrore. Con un solo tocco può uccidere tutta la magia dell’innocenza e avvolgerla tra le fiamme più ardenti come fosse un peccato. Nelle terre di oggi e di domani continueranno a germogliare fiori strappati i cui petali intrisi di dolore e sangue squarciano l’aria e si tramutano in un gelido canto che non avrà mai fine .

Aneddoti personali

Ho conosciuto Morena tramite i venerdì indipendenti organizzati dal mio amico Antonello libraio di Parma su Scrittori a domicilio. Ancora prima di conoscere l’autrice mi sono sorpreso che il libraio presentasse questo testo un po’ lontano dalla sua comfort zone che ha tracciato in questi anni. Fin dall’inizio l’ho sentito molto vicino ai miei gusti ma adesso avendolo letto posso dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso. Mi ero immaginato tutt’altra storia ma sono stato catturato dallo stile della giovane autrice che mostra alcune acerbità, è come se camminasse continuamente con una marcia ridotta, pur potendo osare di più. Dimostra però nonostante tutto di possedere un grande potenziale. Amo il mondo circense da vedere e da leggere e qui ne avrei voluto molto di più. Nonostante tutto nel libro è racchiusa una straordinaria magia che incanta, fa bene al cuore e non vedo l’ora di raccontarvi. Per tutto il tempo della lettura ho avuto in mente il frame del film Disney Pocahontas quando la protagonista parla con Nonna Salice, poi capirete perché. Ringrazio di vero cuore Irene C. ufficio stampa della Perrone editore che leggendo un mio commento sul profilo del nostro amico Daniele P. me l’ha fatto pervenire ma soprattutto un ringraziamento a Morena per averlo scritto, le auguro che non smetta mai di sentire la voce del vento, mando a lei e al padre un abbraccio speciale con la speranza di poterli abbracciare un giorno dal vivo.

Recensione

A  volte non   basta una polvere fatata per volare soprattutto se un po’ come l’amore è sinonimo di pericolo.   Quel segnale cui non serve una lingua per tradurlo ma il candore dell’antica fiamma rende   sordi a ogni flebile sussurro . Ḕ una danza vorticosa che lacera e condanna alla dannazione eterna.  Quel concetto di eternità poetica che somiglia più a una maledizione perché è senza spazio né tempo eppure li contiene tutti . Ḕ infatti, la storia di una donna che cammina a  mezz’aria perché i suoi piedi non possono toccare il cielo né vagare sulla nuda terra perché ha perso la sua stessa essenza. Traditrice Strega Guerriera, ripercorrendo i meandri di una colpa oscura e indicibile combatte quei nemici invisibili che l’hanno svuotata persino della sua stessa carne costringendola a entrare con una Storia non veramente sua.  Che si chiami Jezebel o Fiamma non ha più nessuna importanza perché ormai il suo cuore è abitato dai corvi in un’atmosfera tetra e agonizzante in cui il sangue si mischia alla rugiada delle lacrime sgorganti come una preghiera solenne.   Un romanzo atipico sulla Seconda   guerra   mondiale che si concentra sull’annullamento delle minoranze linguistiche e culturali non solo ebraiche ma anche sinti.  L’essere sinti è un drappello sul cuore, un baluardo di coraggio e autodeterminazione . Questo libro riprende in chiave narrativa il pensiero dell’antropologa americana Michelle Rosaldo secondo cui la cultura è una catena associativa d’immagini che ci suggeriscono quali cose, possono essere ragionevolmente associate tra loro.  Questo si comprende attraverso storie collettive.  Il romanzo ha una forma ibrida, la sua forza principale è costituita, infatti, dai racconti che ammaliano e incantano il lettore come fiabe che hanno il profumo di antiche leggende. La parola si posa leggera sul foglio creando uno stile   poetico ed evocativo.   In una lotta rappresentativa e intrisa di simbolismo tra fuoco e ghiaccio la scelta patriottica e popolare è quella della neve che è il vivido ritratto di una maternità mancata o il tentativo di curare una lacerazione affettiva.   Il filone principale inoltre vede i due protagonisti bere dalla stessa sorgente della giovinezza ma l’acqua così come la vita dà un significato diverso alle loro catene.   Se la catena della ragazza è di una calorosa appartenenza socio culturale che vede nella figura del padre il suo viscerale apice, lo stesso non si può dire per Libero che lo è soltanto di nome, infatti, il rapporto con il genitore è ossessivo e tossico.    Questo tiepido sentimento tra i due giovani potrebbe essere salvezza ma è la perfetta incarnazione del sottile filo che intercorre tra la prigionia e la libertà.  Si tratta di un amore impossibile perché come dice una canzone, anche se lui ha girato  il  mondo, non ha mai sentito un lupo ululare alla luna blu e quasi sicuramente nemmeno ci crede che sia possibile. Un romanzo toccante e straziante tra famiglia, perdita vendetta con a centro una donna che per la cultura cristiana potrebbe echeggiare una figura controversa ma sempre ribelle.  Un magico esempio di forza e resistenza ed è così che come la canzone dei Sade nell’ aria si diffonde il suono di un sassofono e il vento come fosse un grido  di  battaglia sussurra il suo vero nome.

Conclusioni

Un esordio che colpisce per atipicità raffinatezza e intensità .

Voto

4/5

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