Storia di una ribelle ‘nfame di Maria Giovanna Mirano

Storia di una ribelle ‘ nfame

Nel paese siciliano di Basseria, controllato dal boss Salvo Mandruso, i Denaro sono una famiglia d’onore nota e rispettata. Tano Denaro è infatti uomo di fiducia del boss, ma si oppone alla decisione della famiglia di inserirsi nel traffico degli stupefacenti. La figlia di Tano, Maria, ha diciott’anni, l’ultimo anno di scuola da preparare e un futuro tutto da scrivere. Conduce una vita riservata, all’oscuro degli affari della famiglia e distante dalle dinamiche del paese da cui sogna di andarsene. La sua serenità viene però infranta dall’omicidio, avvenuto in pieno giorno, nel bar del paese, del padre Tano e del fratello Nicola, da sempre una figura protettiva per lei.

Introduzione

Quando si arriva alla soglia dei diciotto anni, si crede di avere il mondo in pugno, ma è una delle tante illusioni di quell’età. Un numero che determina nella mente dei giovani, il raggiungimento dell’indipendenza, il grande sogno tuttavia si scontra con la fragile realizzazione. Si scopre realmente soltanto dopo che quotidianamente si deve festeggiare l’indipendenza quando si ha la fortuna di non combattere con la libertà di essere ed esistere. A volte il solo pensare può diventare un pericolo, perché la sua articolazione determina la conseguente presenza di uno spirito critico e questo si traduce in una volontà di cambiamento e si lotta perché il seme embrionale trovi presto una sua espressione. Lo specchio della camera diventa la rifratta raffigurazione del mondo esterno. Chiude gli occhi e ripensa a quelle lezioni di storia tra i banchi di scuola che ha lasciato da poco e solo adesso acquisiscono un nuovo significato. Fermo nella sua immobilità analizza gli eventi nell’attesa di un infinito susseguirsi di errori. Si vorrebbe mettere un punto ma si è costretti a utilizzare una virgola, poiché l’unione dei due segni d’interpunzione simboleggia il confronto tra la certezza e la paura. La virgola diventa una realtà ma questo non fa cessare il dibattito interiore nel giovane che sa che non può più aspettare. Ha imparato che il ruolo di un soggetto o un oggetto in una frase e soprattutto che non vuole essere una subordinata. La vita non è certo un manuale di grammatica, le regole si apprendono sul campo e spesso riportando ferite perché nessuno è realmente preparato agli imprevisti del destino. L’esempio precedente può essere una calzante metafora del delicato rapporto che intercorre tra libertà e sottomissione. Tutto questo è molto di più è narrato Storia di una ribelle ‘nfame nuovo imperdibile e appassionante romanzo di Maria Giovanna Mirano. Una storia che narra della Sicilia che come una madre piange per l’allontanamento dei figli e si fa portatrice dello straziante grido del mondo, perché tutto in fondo chiede salvezza.

Aneddoti personali

Il primo contatto con questo libro è avvenuto per caso. Stavo leggendo l’elenco degli editori che hanno aderito alla nuova edizione di Una marina di libri. Quando visitai il sito delle edizioni Leima, il primo titolo tra le novità che mi ha colpito è stato questo. La vera sorpresa però è avvenuta quando scrivendo per presentare il blog all’ufficio stampa, ho scoperto che si trattava della mitica Azzurra, una persona speciale che ama come me i libri e le belle storie e che è anche una collega bravissima, perché nel suo blog che seguo da tantissimo tempo scrive recensioni stupende e particolareggiate. Mi auguro che questo libro possa essere l’inizio di una lunga e proficua collaborazione. In seguito ho cominciato a disquisire con Maria Giovanna e devo dire che ci sono tutti i presupposti per una bella amicizia. È una persona che riesce a comunicare tutta la sua solarità in pochi secondi, ha un gran cuore e mi trovo bene in sua compagnia. Ho letto velocemente questo libro, anche perché ha una scrittura che cattura e non ti molla fino alla fine. Sia parlando con lei, sia leggendo il libro si riesce a cogliere il suo bisogno di rivolgersi soprattutto ai giovani e raccontare il valore sociale della narrativa. Essendo quella del blogger anche una missione divulgativa, con gioia farò conoscere questa storia a chi vorrà leggere. Con questo spirito mi accingo a scrivere la recensione sperando che vi piaccia .

Recensione

Lo Stato appartiene realmente a chi non nasconde la testa sotto la sabbia ed è con il ricordo vivido di Falcone e Borsellino che inizia questa storia intrisa di legalità, dove il coraggio assume le forme di una denuncia. Inchiostro e voce che si uniscono in un univoco canto per dire al mondo che un’altra primavera è possibile, anche se all’inizio c’è solo una rondine in cielo, si ha la piena convinzione che lo spirito civico non sia del tutto sepolto nella cenere dell’insoddisfazione e richiami lo stormo, colorando quel cielo di una nuova sfumatura. Maria Danaro, la protagonista di questa storia è una tranquilla diciottenne dall’esistenza ovattata, con dei sogni da principessa, il suo destino sembra già segnato. A svegliarla dal torpore del lungo sonno, non è però il bacio di un principe ma l’orrore della morte che segna una linea d’ombra rosso sangue nel legame ambivalente tra giustizia e vendetta. Entrambe sono ramificazioni, figlie della rabbia, che mutano soltanto in un aspetto la credenza nel lavoro civile delle istituzioni. La piccola grande storia di Maria s’intreccia con quella siciliana degli anni Novanta, una lotta tra Bene e Male incessante colma di stragi, impresse non solo nei ricordi dei siciliani ma anche di ogni cittadino nel mondo. Nella morte anche quella più ingiusta c’è un messaggio di vita e ripartenza. All’interno dell’animo di Maria convivono i due coniugi Macbeth e per tutto il romanzo ognuno di loro cercherà di prendere il sopravvento. Il rapporto che la protagonista ha con il sangue si può facilmente spiegare con un’altra scena fondamentale della tragedia shakespeariana che riguarda il lavaggio delle mani, dopo un omicidio. Maria non uccide ma sa che in entrambi i casi sia decidesse di lavarle oppure di macchiarle, le sue mani entrerebbero lo stesso in contatto col sangue. Il romanzo suddiviso in trentasei capitoli si caratterizza per una lingua dal tratto preciso, puntuale e talvolta tagliente. Lo stile è cinematografico, la storia è narrata come un lungo flashback e c’è un sapiente utilizzo del flusso di coscienza. Combattere la mafia locale non è facile soprattutto per una giovane convinta di vivere una magica normalità che invece si è rivelata un insidioso inferno Un intero paese soggetto al narcotraffico e alle consuetudini di Don Salvo Madruso. Con l’omertà gli abitanti di Basseria si rendono complici disegnando l’altro volto della mafia. Non solo morte e distruzione ma soprattutto corruzione che offusca la vista anche dei giusti. Altri due personaggi fondamentali sono Calogero Virzì e Antonietta Spatola. Il primo è uno dei ragazzi del boss, il giovane è intraprendente e impulsivo e vorrebbe ampliare il suo ruolo all’interno del clan, ma l’amore che prova per Maria potrebbe cambiare le cose. Riuscirà il battito di un cuore a salvarlo dall’oblio, in cui sembra inghiottita la sua anima? Antonietta invece è la madre anaffettiva della protagonista . L’autrice su modello grassiano tratteggia una donna educata al silenzio e all’obbedienza che sfoga sugli altri la frustrazione e la rabbia per la sua infelicità costringendosi a una profonda solitudine. All’interno del romanzo, le forze armate sono descritte con cura e dedizione e rappresentano il punto fermo della storia. Ciò dal punto di vista narrativo indica che a Basseria il vento sta per cambiare. Tutti i personaggi sono analizzati mediante una lente d’ingrandimento e il lettore conoscerà il vero vultus di ognuno. Solo il giorno in cui si smetterà di credere nelle istituzioni mafia e corruzione avranno realmente vinto. L’accostamento degli aggettivi ribelle e ‘nfame nel titolo ha una funzione sociopolitica è una marcatura che Maria come fosse una lettera scarlatta dovrà portare ma per l’autrice è un atto di denuncia contro un sistema che mostra le sue crepe e a pagarne il prezzo più alto sono i giovani. Un romanzo che indaga l’emancipazione femminile attraverso il coraggio di una donna che ha deciso di indossare una seconda pelle e sfidare le infinite ombre con la forza della luce .

Conclusioni

Consiglio il romanzo a tutti coloro che vogliono approfondire l’argomento ma soprattutto a tutti gli insegnanti per farlo conoscere nelle scuole per parlare di legalità e donare speranza .

Voto

5/5

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