Taddeo in rivolta di Stefano Amato

Taddeo in rivolta

È grasso, introverso, il suo autore preferito è Camus: a Cirasa Taddeo si sente solo contro tutti, perché ignoranza, prepotenza e sciatteria regnano sovrani. A trentadue anni, è quasi tentato di farla finita. Una sera, mentre cena in una piazza con la madre poliziotta, assiste all’ennesima scena di violenza. Un energumeno prende a pugni in faccia un ragazzino inerme, colpevole, ai suoi occhi, di essere omosessuale. Il bullo è ben noto alle forze dell’ordine: si chiama Gioacchino Spagna, entra ed esce di galera, ma di fatto viene lasciato libero di spadroneggiare per la città. È per colpa di gente come lui che il mondo cola a picco, Taddeo ne è convinto. D’un tratto, non sopporta più l’idea che nessuno lo fermi. E allora dice basta, riprende in mano la sua vita e progetta il delitto perfetto.

Introduzione

Ḕ un giorno qualunque della mia terza vita sempre ubicato nel fermo immagine della mia prigione. Le sbarre le ho costruite io creando un muro divisorio tra me e te senza parole ma costituito da taglienti silenzi. Non credevo che la profondissima quiete leopardiana potesse uccidere ogni giorno di più. Per me era soltanto la perfetta chiusa di un componimento ma adesso che ne ho compreso il vero significato arrivando perfino a coglierne l’odore sulla mia nuda pelle vivo quotidianamente il mio e il suo spegnimento e ne ho quasi paura. Sento il suono dei vetri infrangenti tra me e te nella sospensione dell’attimo che si duplica uguale e diverso nella lunga e tortuosa parabola dell’esistere. Nella mia lucidità percepisco che vorreste chiedermi se in quest’alternanza ciclica sole e luna abbiano filtrato dentro me la luce e l’ombra di un pentimento per ciò che ho commesso. La risposta è una secca e glaciale no, avrei voluto donarvi in questo caso una coperta per accogliere e riscaldare almeno il vostro dolore ma ho scelto di non mentirvi più e mostrarmi per ciò che sono. Materia di tutto e niente in cui ha smesso di battere un cuore nello stesso momento in cui è cominciata tra noi la musica del silenzio. Un concerto, una giostra di parole che si scontrano e si mischiano in quest’oscuro autoscontro denominato vita. Vedo dipinto sul vostro volto un amaro sorriso perché se siamo giunti a questo punto, è perché abbiamo sempre dialogato poco convinti che ci sarebbe stato il tempo di recuperare o forse è più semplice di così: non avevamo nulla da dirci. Non tutti i gusci di noce sono pieni, spesso è, infatti, così allettante lasciarsi cullare dal vuoto. Avete sempre dimostrato troppa frenesia nell’atto del vivere ed io ho peccato di un eccesso di solitudine. Lo scorrere dei nostri fiumi era però figlio della stessa sorgente che è inutile nascondersi si chiama inadeguatezza. Non ci sentivamo all’altezza in ogni situazione. Io ho voluto innalzarmi e scoprire oltre il buio del mio fiume cosa c’era. Ho perso, ho vinto è semplicemente un divergente cambio di prospettiva su cui potremmo discutere per sempre, ma non porterebbe a nulla. Vi dico che non dovete colpevolizzarvi io ho scelto consapevolmente. Vi sembrerà tutto assurdo ma in fondo cosa non lo è? Un animale ferito era dentro me e lui l’ha solo risvegliato , cercavo di odiare lui allontanandolo da me e dal mondo intero ma alla fine l’ho emulato e adesso in questa clinica è diventato il fedele compagno dei miei sogni . Quando viene a trovarmi riusciamo addirittura a fumare una sigaretta o a improvvisare una strampalata partita a carte, oppure si siede sul secondo letto, quello che fino a qualche settimana fa era di Stefano e mi chiede di raccontargli i romanzi che ho letto. Il suo preferito è Moby Dick chissà perché, non gliel’ho mai chiesto. A Gioacchino non ho parlato ancora di Camus, forse non c’è bisogno di raccontargli nulla, nel profondo lui già sa. Paradossalmente è chi mi tratta come una persona e non mostra nei miei confronti glaciale indifferenza o rabbiosa pietà. Ci si abitua a tutto anche a questo. Ciò che mi uccide è la vergogna dipinta sui vostri volti ogni volta che sento i vostri passi non oltrepassare la soglia che vi porterebbe nella mia nuova stanza. A voi che mi avete generato e a te Caterina che mi hai amato senza riserve chiedo scusa perché non ho saputo cogliere nemmeno le briciole del vostro puro amore . Vi ho mai parlato di Stefano? No ? Ḕ un uomo che ho conosciuto qui, è arrivato qualche mese dopo la mia entrata . Non ho mai capito perché fosse qui, ma mi diceva sono qui per te e per la prima volta mi sono sentito protetto. Siciliano come noi quindi conosce la nostra terra, non c’è stato bisogno di spiegare. Qualcuno ritornava a interessarsi al piccolo grande Taddeo sembra quasi incredibile. Mi spingeva a raccontare ed io parlavo, parlavo e lui scriveva, scriveva. Così come giunse Stefano se ne andò . Rimasi arrabbiato con lui per settimane , non mi aveva nemmeno salutato . Stamattina durante la colazione Nunzia , una delle infermiere più simpatiche , mi ha portato un pacchetto da parte di Stefano . Lo lasciai lì sui tavolo per degli eterni minuti poi la curiosità vinse . C’erano una copia de Il mito di Sisifo e un altro libro che non conoscevo . Taddeo in rivolta c’era scritto . La dedica diceva così . Non leggerlo tanto la storia la conosci già ma ci tenevo che tu avessi la tua copia personale . Tu che sei principio e fine di questo tutto che la nostra amicizia possa rappresentare un inizio . Avevo trovato un amico qui e altri forse se ne sarebbero aggiunti . Mi soffermai a pensare alle librerie piene di copie della mia storia e per la prima volta dopo un tempo immemore ho visto il sole splendere anche per me e ho ricominciato a ridere .

Aneddoti personali

Ho incrociato Stefano per caso cercandolo su Facebook durante la lettura di questo meraviglioso libro. Uno scambio di battute che mi fa ben sperare che possa nascere una bella amicizia me lo auguro di vero cuore . Questa è stata una lettura sorprendentemente intensa che mi ha parecchio emozionato perché per alcuni aspetti mi sono rivisto in Taddeo . So di mostrare e regalare positività agli altri ma anch’io percepisco dentro me quell’inquietudine che mi accompagna da sempre . Sono ipercritico con me stesso , con gli altri e la società e come lui amo i momenti in solitaria con la sola compagnia di un buon libro . Mi rifugio nelle storie quando il mondo non mi dona le risposte che cerco incessantemente . Più m’immergevo nelle pagine più capivo e più provavo per Taddeo quel bene che lui stentava a riconoscere . Adesso si è seduto su un cantuccio del mio cuore per non andare più via e sono pronto a raccontarlo in una recensione per provare a convincere chi non lo ha ancora letto ad accoglierlo nelle vostre case .

Recensione

Perché fare la rivoluzione ? Quale motivo porta a compiere una resistenza soprattutto quando non ci si sente figli del proprio tempo ? Il cambiamento parte dal basso da coloro che nella loro infinitesimale quotidianità si mischiano a cenere e polvere per fare rumore e lasciare traccia sul selciato esistenziale . Lacrime di pioggia inascoltate che coprono i vetri delle case e sembrano danzare tra loro mediante il ticchettio sui tetti. Un orologio d’acqua di vita che non cela all’umano la sua inesorabilità . Giovinezza , maturazione e vecchiaia passano così nell’attesa di quella clemenza della sera che tarda ad arrivare . Non è detto infatti che la luce della candela resti accesa spesso l’essere umano è portato ad affrontare i colori del suo buio e restarne abbagliato . Se nessuno ascolta le parole del silenzio a qualcuno, toccherà sfamarli anche a costo di restare con brandelli d’anima . Ḕ il silenzio a raccontare le storie più paurose quelle in cui vendetta e giustizia diventano spiegabilmente sinonimi di un mondo al contrario dove se alzi gli occhi al cielo osservi solo una luna a metà . Sicilia e Luna come madri tentano di nascondere di celare l’indicibile tutto quello che non basterebbero le parole per raccontarlo , poi però ci sono persone che utilizzano la sensibilità e la perspicacia per andare oltre la nitidezza di uno scatto . Cogliere le sfumature di un attimo per accarezzare quel dolore che unisce e sgorga libero nei meandri del cuore . Il poter vedere oltre sembra un super potere ma è un castigo, perché non si vive con serenità, ma si è perennemente intrappolati in un groviglio di pensieri che non lascia scampo. Come la Ciccone raccontata dalla Lo Iacono anche Taddeo di Amato ha un problema alla vista . Non essere talvolta uguali agli altri permette di mutare la percezione dello sguardo anche quando nel microcosmo circostante c’è solo desolazione . Quella desolazione è descritta dall’autore in due modi contrapposti ma convergenti. Da un lato un consumismo ossessivo compulsivo dall’altro il nulla assoluto . La virtù sta nel mezzo diremmo per consolarci dall’ennesimo fallimento senza pensare che forse quella stessa virtù si è stancata di aspettare di fronte alla finestra e preferisce che l’essere umano osservi il suo decadimento . La società che ne emerge dal romanzo è un perfetto ritratto desolante in cui non esiste consolazione alcuna Siracusa, qui è denominata Cirasa ma diventa soprattutto l’emblema della tragedia umana , quella tragedia in cui non c’è tempo per piangere ma si osserva l’ammaliante orrore che colpisce come scaglie sulla roccia anche il più puro dei cuori . Analizzando il tutto ci si accorge che di cuore indomito e puro non è rimasto nessuno . I battiti sono contaminati da quell’aria malefica che cosparge l’intero universo . Il protagonista è il giovane Taddeo Giuffrida, un professore di lettere con sogni e progetti ma che una volta raggiunti i trent’anni si sveglia dal torpore e lascia pieno spazio alla disillusione . Ha perso la voglia di vivere e l’interessamento e la curiosità in tutto . La sua panacea sono le letture che spaziano da Salinger a Schopenhauer e Nietszche ma a regnare incontrastato è Camus . Si sente un pesce fuor d’acqua Taddeo come se fosse nato in un tempo sbagliato in cui non dialogo con nessuno e i suoi alunni si perdono nelle futilità e in quella pochezza esistenziale che lui inizialmente non vuole spiegarsi, ma poi lentamente germoglia nel suo animo una rabbia che forse è covata da anni di silenzi o . Intorno a lui tutti vanno avanti con la loro vita anche i genitori che dopo essersi separati, hanno nuovi compagni Lui resta fermo , imprigionato dal male di vivere incontrato per caso un giorno e che come un fedele compagno non lo ha più lasciato . In una notte di mezz’estate Taddeo sta ritornando a casa con la madre e assiste inerme a un’aggressione ai danni di un giovane omosessuale . La madre di Taddeo è un commissario alle soglie della pensione attraverso lei riesce a captare informazioni sul bullo del quartiere che la polizia conosce perfettamente . Il giovane protagonista decide di diventare una sorta di giustiziere della notte e attuare il delitto perfetto . Il prosieguo del romanzo ha un ritmo incalzante che con un tratto asciutto e uno stile scorrevole s’inserisce a pieno titolo nel noir psicologico che traccia una linea rosso sangue nella frantumazione dell’io . Ogni azione comporta una conseguenza e da questo si susseguono un concatenamento di eventi che potrebbe portare ogni personaggio all’appuntamento con la morte . Un romanzo di beffe e amarezze in chiave filosofica . L’autore spinge personaggi e lettori ad andare oltre il limite , ad azzerare i preconcetti e avere il coraggio di porsi domande , come figli come genitori ma soprattutto come essere umani che troppo spesso non indagano sulla qualità relazionale dei rapporti e ci si adagia sul primo letto comodo che si trova trasformandosi in semplici spettatori mentre la società non ferma il suo divenire . Un gruppo di uomini e donne che agonizzanti affrontano parzialmente il dolore della solitudine perché il volto indifferente persino alle lacrime fa paura e allora tutto chiede salvezza ma non ci sono appigli e l’unica possibilità è abituarsi all’inferno anche quando la bestia esce dal nulla e trafigge il cuore come un colpo di fucile . Alla deriva anche la morte è un seme febbrile di vita e l’unico gesto di pietà e amore possibile è la clemenza verso una caducità che ci riguarda tutti da vicino inesorabilmente .

Conclusioni

Un romanzo atipico che stravolge ogni schema e nella sua unicità è destinato a restare nel cuore di chi legge .

Voto

5/5

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