Recensione in Anteprima Miracoli di Anna Beecher

Miracoli

Lungo la spirale del tempo e delle vite, le storie di Edward e Joe, nonno e nipote, si incontrano e si legano con quelle di Emily, sorella più piccola di Joe e voce narrante; di Eleanor che scappa da un marito violento, al quale comunque resterà sempre legata nel desiderio, e che sposerà poi il timido Edward e avrà due figli da lui; dei genitori di Joe ed Emily, colpiti improvvisamente da un evento tanto più grande di loro. E, ancora più lontano, dei genitori dello stesso Edward: Mary Webb, ultima sopravvissuta di una famiglia spazzata via dalla tubercolosi nell’Inghilterra degli anni Trenta, e Thomas Blood, reduce di guerra che in combattimento ha perso l’udito.
Lampi di luce tra il passato e il futuro attraversano questo libro meraviglioso e illuminano le sue pagine, mentre Emily racconta dell’amato fratello Joe e della malattia che lo prende quando è ancora soltanto poco più di un ragazzo. Tutto intorno, come scrive Anna Beecher, “i miracoli brillano ovunque”, anche nelle giornate più brutte, e il miracolo più grande forse è proprio vivere con chi si ama, essere amati per chi si è davvero e non per chi vorremmo essere.
Toccante, struggente, lirico, Miracoli è un romanzo di intensità assoluta e bruciante che racconta la vita come una carezza che resta oltre il tempo e le generazioni.

Introduzione

Sono nato due anni e sette mesi prima di te, come se la quantificazione del tempo servisse realmente a qualcosa. Il mondo era pronto ad accoglierti col suo vestito migliore ma sicuramente non lo ero io. Non era qualcosa contro di te ma nei confronti della società che nonostante fossi così piccolo mi chiedeva di mutare il ruolo sociale. Non è stata facile per me sorella mia, perché da figlio a fratello c’è un cambiamento radicale di prospettiva. Una responsabilità troppo grande per me. Come facevo a proteggerti dai pericoli del mondo se non li conoscevo nemmeno io? Anni dopo avrei imparato il “ so di non sapere” aristotelico, ma per me quella rimaneva comunque una grave mancanza. È da qui che iniziano le mie scuse. Leggendo questa parola in tutta la sua potenza, dirai che non c’è bisogno perché in fondo siamo stati entrambi vittime di un destino beffardo. Con l’unica differenza che io per pura casualità e tu attraverso me, per questo sento di dovermi scusare con te, permettilo ti prego. Subito abbiamo cercato un modo per comunicare che fosse solo nostro, un linguaggio segreto che potesse contenere il tutto anche nel niente. Era qualcosa di magico nonostante fossimo così diversi, tu un arcobaleno, io una foglia d’autunno. Riempivi il mondo con la tua confusione e le mille parole, io invece ero il guerriero del silenzio. Combattevo i miei fantasmi d’inquietudine alla continua ricerca di una pace interiore che tardava ad arrivare ed io non capivo perché. Ho sempre pensato che l’avversario fosse esterno invece si celava indisturbato dentro di me. Dentro – Fuori la circoscrizione di uno spazio dove l’inizio e la fine coincidevano con la mutazione del mio essere. Un corpo che avrei faticato a riconoscere come mio. In quel preciso istante ripensai a quando mi dissero che da mamma sarebbe nata una bambina e qualcosa dentro di me si mosse scuotendomi, una labile voce mi parlò e mi disse no. Nel tempo quella voce aumentò la sua intensità ed io compresi che il miracolo della vita non sarebbe passato attraverso me, non per il mio sesso, ma perché il mio compito era portare all’interno della nostra famiglia, una’altra sfumatura dell’amore. Me ne convinsi e te lo dissi, fosti la prima. Mi abbracciasti e mi dicesti che lo avevi sempre saputo. Ci specchiamo negli occhi dell’altro, tu volevi essere me, io te, ma non ho mai avuto il coraggio di dirti che vedere il mondo con i tuoi occhi era più bello. Ti dico semplicemente Grazie per avermi amato così. Mi scuso nuovamente per averti costretto a frequentare medici e ospedali, uccidendo la tua spensieratezza. Hai dovuto crescere in fretta mia dolce piccola Emily. Hai appreso l’arte della cura e mi sei stata accanto in modo diverso, per continuare a camminare insieme la strada che restava. Tesoro è arrivato il momento di andare, l’aria è mutata, gli uccellini intonano uno speciale Claire de lune e la natura mi sta chiamando per cantare insieme il canto della speranza. Non sarò mai solo sorella mia. Ti saluto con un flebile ciao, non ho paura di andare o di perderci perché ciò che ci lega non si spezzerà mai. Ricorda che non c’è una fine ma esistono soltanto inizi. Grazie per tutto quello che mi hai dato.
Con infinito amore
Tuo Joe

Aneddoti personali

Che cosa dire di questo romanzo? Se non ringraziare la casa editrice Atlantide per averlo pubblicato? Quando ho parlato con Francesco e Simone era perché sentivo la loro mancanza, mi regalano sempre attimi di allegria e positività. Roma non è proprio vicinissima e grazie alla tecnologia si accorciano le distanze. Comunque parlando il mio amico Simo mi consiglia di guardare i titoli nuovi e che me li avrebbero mandati. Continuiamo a parlare ed io gli rispondo che mi sarei preso del tempo per decidere, nel caso avrei scritto a Francesco o Leonardo che si occupa del social per la casa editrice. Mi collego al sito e leggendo la sinossi avviene la cosiddetta folgorazione. Lo vedo e me ne innamoro perdutamente. Nel frattempo mi chiama proprio Francesco, perché prima era occupato, dopo un po’ mi chiede se avessi scelto qualcosa. Senza esitazione risposi Miracoli. Amici e amiche non avrebbero potuto fare scelta migliore. Come sostiene il mio amico Arturo, ci sono dei libri balsamo, che fa bene all’anima, ognuno ha i suoi, ecco questo rientra sicuramente tra i miei. Questo libro ha un profumo che inonda e non è solo per la carta che utilizzano, è proprio quello che accompagna le belle storie nella loro unicità. Un vero pugno allo stomaco, un romanzo ipnotico, non riuscivo a staccare e il giorno che ho cominciato mi dispiaceva addirittura andare a dormire, perché volevo sapere assolutamente come andasse a finire. L’ho terminato e mi manca ma sono pronto a raccontarlo nella recensione. Ringrazio inoltre l’autrice e la traduttrice per avermi permesso questa rigenerazione interiore. V’invito naturalmente se volete a continuare la lettura.

Recensione

Durante un ‘ esistenza s’impara che esistono almeno due tipi di famiglie: quella che genera e un’altra che si sceglie nel cammino che qualcuno chiama vita. Passare le giornate piovose a rivedere vecchie fotografie che riscaldano il personale inverno del cuore. Entrare in quelle foto e tentare di compiere la titanica impresa di rubare gli attimi, morderli ma accorgersi che le briciole si sono tramutate in ricordi candidi come la neve che dalla finestra copre la terra col suo manto. Se lo stile di Anna Beecher si potesse immortalare, avrebbe proprio lo scatto del cambiamento naturale che dall’inverno passa alla primavera così come dalla morte alla vita nella sua ciclicità. Con una scrittura che si caratterizza, per la capacità di cogliere la bellezza in tutte le cose e per la disarmante intensità drammaturgica l’autrice ci narra il viaggio interiore di una famiglia che attraversando le epoche cade e si rialza alla scoperta di assegnare un nome e un colore alle nuove emozioni. La protagonista e voce narrante del romanzo si chiama Emily e della celebre poetessa di cui porta il nome, ne conserva il delicato tratto. Ogni volto nella gioia e nel dolore ha una storia da raccontare. Emily decide di contrapporre due pilasti della sua famiglia: il fratello Joe e il nonno materno Edward due uomini universalmente diversi ma profondamente uguali. Sono le note ribelli della famiglia, una ribellione silenziosa, che costringe tutti i membri a un’analisi introspettiva del loro essere. Sono entrambi fulcro generazionale, donano amore agli altri ma per loro non è previsto, qualcuno con cui correre. Tutto in loro è latente azioni, parole, sentimenti e ti voglio bene ma sono intrisi di una straordinaria potenza emotiva e così si può raggiungere il corretto arrangiamento, è possibile solo quando tutti gli elementi sono perfettamente armonizzati. Joe è un musicista provetto e attraverso la malattia insegna che come scrive Masters “c’è amore anche nella morte “. Joe ha la dignità della Beth alcottiana, di Evelina grassiana e la spensieratezza di Pollyanna. Tutti questi elementi lo rendono un personaggio veramente indimenticabile. Nei momenti in cui il morbus si annida nel suo corpo, i parenti si vanno lentamente annullando è lui che dà la forza di reagire alla sua mancanza e si raggiunge un livello di lirismo elevato. La poesia più autentica che attinge dal dolore e lo trasforma in speranza perché è in quei preciso istante che si comprende, di “ non essere stati mai cosi tanto attaccati alla vita “ La morte non è una sconfitta quando si è seminato il bene più autentico. Un romanzo che ricorda per intensità le storie di Sparks, Riley e Shipman, tratta, infatti, diverse tematiche come la malattia, l’omosessualità e la violenza domestica ma ha al centro un rapporto unico tra un fratello e una sorella che come un’ouverture di anime intonano “ sempre, per sempre dalla stessa parte mi troverai “ e con persone così il buio più fitto fa meno paura. Anche nella morte c’è vita e l’autrice dedica a quest’ultima una vera ode che raggiunge le stelle, tinge il cielo d’arcobaleno e ci ricorda che il vero miracolo della vita è la vita stessa .

Conclusioni

L’unica cosa che mi sento di dirvi alla fine è questa, se vi volete bene, leggete questo libro, appena lo finirete vorrete che anche tutte le persone cui siete più affezionati lo leggano. Credetemi è uno degli atti d’amore più grandi che potreste fare.

Voto

5/5

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