Il fabbricante di giocattoli di Tito Barbini

Il fabbricante di giocattoli


Simón Radowitzky è stato tante cose: anarchico, russo, ebreo, argentino naturalizzato, rivoluzionario, omicida del capo della polizia di Buenos Aires nel 1909, prigioniero, fuggiasco, militante in guerra, esule, fabbricante di giocattoli. Nessuna di queste “etichette”, utilizzate per descriverlo telegraficamente, può neanche lontanamente rendere appieno il suo ritratto, il dolore che in ogni azione si è trascinato dietro. O forse sì. In queste pagine dense e limpide, struggenti, l’autore narra la vita di un uomo che trascorse vent’anni nel bagno penale di Ushuaia, all’estremo confine del mondo, nella Terra del Fuoco. Quando morì, nel 1956, di lui si era detto tutto e il contrario di tutto. Poi l’oblio ne coprì le gesta. Oggi, soprattutto in un momento storico come questo, quando le statue vengono abbattute in segno di una presunta ribellione all’ordine costituito e alla supremazia bianca, parlare di Radowitzky è come tornare al vero senso del termine “anarchico”.

Introduzione

Di che colore è quel sangue che non smette di ribollire e combattere per quell’ideale mai del tutto sopito perché simbolo fiorente di resistenza. Qualcuno la chiama libertà qualcun altro la rivede nell’ideologia sempre più lontana della democrazia. La convergenza ideale o utopistica di uno Stato sociopolitico perché tale dovrebbe iniziare e finire col popolo. I primi sintomi di un morbo dilagante si notano, infatti, quando è universalmente minacciata la libertà d’espressione. Una storia d’onore e dolore racchiusa in una mappatura emozionale che non ha mai smesso di pulsare .

Aneddoti personali

L’autore è entrato nella mia vita poco prima del lockdown grazie ad uno dei libri scritti a quattro mani col nostro amico Paolo Ciampi e in occasione del suo ritorno in libreria proprio in quei lidi che me l’hanno fatto conoscere e apprezzare voglio regalarlo con un altro dei suoi pargoli cartacei che avevo in libreria. Sono felice di poter parlare sul blog questo libricino denso d’informazioni tracciate con estrema cura prima di tutto perché sono da sempre affascinato dalla storia sanguinosa e crudele che coinvolge da sempre Russia e Ucraina. Un libro che non racconta solo eventi cruenti del Novecento, ma l’autore sembra aver avuto la cosiddetta palla di vetro non solo riferito innanzitutto agli stati citati ma anche al voler fermare sommosse popolari con la violenza e la brutalità. Ringrazio la casa editrice per la copia e Tito per aver raccontato in modo più esaustivo la storia di Simon . Nonostante le atrocità raccontate, non potrete non restare incantati dalla prosa ancor più calda e figurativa di quanto la ricordassi. Spero inoltre un giorno di incontrarlo e abbracciarlo per tutte le gentili emozioni che ha saputo donarmi in questi anni.

Recensione

Ognuno in quest’universo un po’ pazzo e reboante in cui si confondono e talvolta si annullano persino i sentimenti porta una croce, il segreto per sopravvivere nella logorante attesa è mantenerne il peso a cuor leggero senza farsi bussare dal fruscio della rinnegazione. La libertà e la follia convergono in questo romanzo come una sonata dispersa nelle pieghe del tempo fra tracce di cenere e polvere di ricordi. La melodia non è toccante solo nella concreta armonia ma risulta ancora più ammaliante nella sua disfunzione poiché sono quelle cosiddette note, ribelli che si tramutano in orme. Le orme diventano passi che costituiscono il travagliato cammino della comprensione, affidato come il più prezioso e caro degli scrigni al vento della Storia. Un vento che colpisce per la sua gelida implacabilità. In preda al lento ma anche voraginoso passo della neve germoglia il coraggioso nido dell’anarchia superando tutte le intemperie. Giocare e suonare possono avere lo stesso significato a tal punto che il romanzo analizza magistralmente la semantica degli atti. Una storia di giganti brutali e di piccoli grandi eroi, fotografati nel fulgore della giovinezza che tutti durante le battaglie cercano di spegnere fronteggiandosi per comprendere da quale parte della riva si cela il nemico. L’autore da anni intrattiene una corrispondenza con quei luoghi dell’Argentina che in quest’arco tanto vitale quanto immaginifico non hanno mai smesso di parlargli. Raccoglie, infatti, la fissità degli attimi in un dialogo serrato dal ritmo incandescente che colpisce per le emozionanti tonalità nonostante narri vibranti atrocità . Ḕ la storia di Simon Radowitzky, uno degli emblemi dell’anarchismo russo. Un uomo d’origine ebrea nato in Ucraina sfuggito ai pogrom, tra gli altri eventi fu parte attiva della cosiddetta Settimana rossa argentina. Il primo giorno di maggio del 1909 a Buenos Aires scoppiò diverse sommosse popolari brutalmente represse dalla polizia. Qualche tempo dopo il giovane Simon uccise Lorenzo Falcon il capo della polizia locale. L’autore si misura con un personaggio sfaccettato che veste nel corso del Novecento diversi ruoli mostrando con orgoglio la sua pelle carnale e ideologica combattendo strenuamente per la rivendicazione del colore della libertà. Ne emerge un profilo solitario selettivo e talvolta sfrontato che in mezzo al codice della violenza si adatta cercando però di far primeggiare le emozioni. L’autore affida ai lettori un vero e proprio gioiello di stile che non è catalogabile in un genere preciso perché lì contiene tutti. Ḕ infatti un testo ibrido , è una biografia per i motivi esposti ma anche un romanzo storico tout court e infine anche un dettagliato diario di viaggio . Lo scrittore traccia altresì una mappatura socioculturale e sensoriale dell’Argentina svolgendo non soltanto una ricerca sul campo ma anche una mirabile e certosina ricostruzione delle fonti . C’è un germe di follia in tutti quelli che viaggiano nei meandri della fantasia e anche in Simon che avvolto in un palcoscenico malevolo si annulla e rivive nella magica e patriottica pulsione generata da un’emozione . Giocattoli come ritratti che cristallizzano un ‘epoca ma sono anche la vivida dimostrazione della potenza dei sogni . Mentre sole e luna si alternano nella loro ritualità il fanciullino, si addentra nella fervida scoperta dell’ingranaggio che smuove la sua meccanica del cuore .

Conclusioni

Un romanzo ibrido che riesce a toccare le corde del cuore raccontando pagine inusuali della Storia.

Voto

5/5

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