Intrighi e morte sull’ Adda . Il commissario Albani e i misteri del liceo di Antonio Gerardo D’Errico

Intrighi e morte sull’ Adda

Un intrigo sulle sponde dell’Adda, nella provincia lombarda, tra Treviglio e Cassano D’Adda, in cui un avvenimento inaspettato mette in crisi la pace di un liceo di provincia. Il miraggio dei soldi facili, del divertimento assicurato a base di droghe e di sesso fanno di questo noir l’immagine realistica della cronaca dei nostri giorni. Il conflitto eterno tra l’amore promesso e l’instabilità dei sentimenti rende tragica la convivenza di due giovani studenti, che si rincorrono tra errori e pentimenti. Il commissario Albani si mette sulle tracce degli autori di delitti insoluti e dalla scuola muove le sue indagini e penetra nella realtà cittadina dei due paesi. C’è l’ombra del carcere i cui cancelli si aprono per chi non sa mettere un freno alle sue ossessioni. Eppure uno spiraglio di luce potrebbe arrivare dall’amicizia che vince sull’amore folle e corrotto dal risentimento.

Introduzione

La cronaca quotidiana offre agli scrittori materiale per rendere talvolta le pagine dei loro scritti più oscuri della notte. Si arriva a pensare troppo spesso la realtà superi la fantasia. Quale sia questo confine invalicabile che non va oltrepassato perché oltre c’è solo l’oblio. Un turbine incessante che inghiotte anche i brandelli d’anima non solo del soggetto designato ma di tutti i suoi affetti più cari. In quel preciso istante si uccide in diversi modi sia con l’indifferenza sia con la pietà. Che cosa fare se questo turbinio senza illesi colpisce i più giovani? Fiori che si affaccino al mondo ignaro che per affrontarlo ad armi pari occorrono un’armatura corazzata che non rende esenti da crepe . Ḕ nella voragine della crepa che si nasconde la bellezza del vivere. La giostra della vita, infatti, è una continua sperimentazione di sentieri, nel bivio troviamo ad aspettarci la solitudine o la solidarietà comunitaria, mediante i comportamenti si sceglie la tortuosa via del destino .

Aneddoti personali

Ho conosciuto questo libro perché mi ha messo in contatto il fratello dell’autore, incuriosendomi perche sono sempre vicino ai temi che riguardano il mondo della scuola. Devo dirvi che il testo è andato oltre ogni mia aspettativa e che le parole lette e dette mi avevano inizialmente deviato su una direzione che invece nella narrazione è estremamente marginale. Mi ha condotto e rapito fin dallo incipit folgorante. Una lettura godibilissima con un’ottima analisi psicologica che mi ha tenuto inchiodato alla pagina. Ancora una volta mi ritrovo a dover fare i complimenti alla casa editrice per la storia scelta che nonostante refusi e ripetizioni si dimostra di estrema attualità, con la giusta dose di suspense ed emozione.

Recensione

Chi vuol essere lieto sia del domani non c’è certezza, all’interno di questo messaggio di Lorenzo De Medici c’è un esplicito invito a godersi ogni attimo cantando il piacere e la sregolatezza di cui la giovinezza è perfetta incarnazione. Con il susseguirsi delle generazioni è andata perdendosi la concezione di divertimento che si trova quotidianamente affiancato allo sbandamento. Un ritratto preciso e incisivo dell’infelicità. Che cosa nascondono queste anime in pena? Una miriade di pensieri che si confondono ancor prima di diventare forma . Alla potenza catartica della parola si preferisce il silenzio almeno fino a quando la guerra interiore nell’infernale susseguirsi dei giorni è notata da chi è abituato a osservare ogni percezione fisiognomica perché tutto di noi racconta un’irrefrenabile storia anche quando è regalata l’illusione di esserne al comando. Un solo attimo e lo scudo infrangibile mostra la prima crepa, gli occhi s’inumidiscono e il pianto inizia a far rumore, sgorgando verso gli argini della libertà. La possibilità dell’ascolto appare come quella carezza nel vento che tardava ad arrivare ma una volta giunta colma anche il vuoto della solitudine. Si dice a tutto c’è rimedio tranne alla morte, come spiegarla a quei vispi occhi affamati di mondo che attendono una risposta sul delitto avvenuto nel loro liceo? Non ci sono strumenti per affrontarla e si è del tutto impreparati ,il sapere così come le credenze religiose possono essere una coperta che regala un momentaneo tepore ma alla fine si è soltanto uomini e donne nudi di fronte al dolore impresso sul cuore e sulla carne senza alcuna riserva . Ad occuparsi del caso c’è il commissario Albani che è l’elemento fuorviante per il lettore. Ci si aspetterebbe di leggere il giallo che segue lo schema canonico ma ecco la prima sorpresa. Il commissario Albani è un personaggio marginale quasi privo di caratterizzazione che s’incrocia soltanto nel pieno delle sue funzioni. Il focus è immediatamente spostato su Pietro Bonfanti voce narrante dell’intera storia. Si caratterizza per un taglio descrittivo accurato e un animo accogliente . Pietro insegna religione, che indipendentemente dalle credenze apre le porte alle criticità del singolo che si ritrova inconsapevolmente nudo di fronte al confronto. L’indifferenza e la comprensione sorprendono allo stesso modo. La vita di tutta la comunità è scossa dalla strana morte del custode della scuola. Questo è solo un escamotage narrativo per l’autore, in quanto il suo intento è scandagliare la mente umana tra perversioni, debolezze e fragilità. La vera forza sta nell’oltrepassare il muro della vergogna e chiedere aiuto, nella solenne attesa di una mano tesa. Dalle pagine emergono una magistrale analisi psicologica e la straordinaria capacità dello scrittore di affondare nell’animo dei personaggi tracciandoli con precisione e garbo. La narrazione attinge e diventa a sua volta cronaca, un sistema scolastico che non funziona perché spesso il corpus fondante è lasciato solo a fronteggiare i suoi mulini a vento che aumentano vertiginosamente. Mentre ognuno dei personaggi è chiamato a lottare contro i propri demoni, l’edificio scolastico è spogliato della sua essenza e utilizzato per mostrare l’altro volto della notte. Nel giro di droga, racket e prostituzione si traccia la devianza giovanile ma ci sono ragazzi anche come Caterina, Sharika e Lara che non hanno mai perso il coraggio di sognare e in questo romanzo sono tre lucciole in un covo di pipistrelli. Con una prosa scorrevole, un ritmo incalzante, l’autore regala ai lettori una trama aggrovigliata, una tela di ragno intrisa di dolore e di menta, un sapore agrodolce d’amore e malattia. L’anima nera del libro è raffigurata da Nicola specchio sociale dell’errore e del pericolo che nonostante tutto risulta il personaggio più affascinante di tutta la storia. Tra fughe e omissioni si cela un mistero intimo ed emozionante che fa crollare tutte le maschere. L’autore anche in questo trova un espediente molto interessante, mediante l’emblema di chi per antonomasia dovrebbe far ridere, attraverso il riso si raggiunge l’apice della cruda e vera tragicità. Ad occhi chiusi non può esserci redenzione o felicità perché non si può vedere un raggio di sole se prima non si è sconfitta la sua ombra .

Conclusioni

Un noir atipico godibile capace di sorprendere ed emozionare.

Voto

4/5

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Citazioni

Note

Una risposta a “Intrighi e morte sull’ Adda . Il commissario Albani e i misteri del liceo di Antonio Gerardo D’Errico”

  1. Grazie a Francesco per aver colto elementi unici del noir di Antonio Gerardo D’Errico e allo spazio dedicato sul blog
    la casa delle storie …

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