Recensione in Anteprima La donna sbagliata di Mercedes Rosende

La donna sbagliata

Úrsula López vive da sola a Montevideo, dove lavora come traduttrice; ha un rapporto complicato con i suoi chili di troppo che le pesano addosso in molti sensi e a volte la rendono insicura. La sua vita cambia all’improvviso quando riceve una telefonata anonima che la esorta a pagare il riscatto del marito Santiago Losada, un uomo d’affari rapito da una coppia di criminali travestiti da poliziotti. Ma quale marito? Úrsula capisce subito che hanno telefonato alla persona sbagliata, lei non si è mai sposata. Dopo aver riattaccato, invece di fare quello che farebbe chiunque, cioè denunciare l’accaduto alla polizia, decide di assecondare il rapitore, gettando le basi di un legame peculiare, tra l’empatia e un velato tentativo di seduzione. Naturalmente la nostra Úrsula, coinvolta per sbaglio nel rapimento, finirà per collegarsi con la sua omonima, la vera Ursula. Ma niente è come sembra e una serie di colpi di scena sorprendenti e imprevisti porteranno il lettore a un finale tutt’altro che scontato…

Introduzione

Ci siamo trovati spesso in questo lungo periodo a interrogarci sul significato che nasconde il termine quotidianità. Terze persone o fattori esterni l’hanno stravolta, modificandola dalle sue fondamenta che hanno fatto emergere inaspettatamente dall’abisso del cuore le nostre fragilità più intime catapultandoci in un mare in tempesta di cui siamo stati spettatori inermi che non potevano arrestare la forza delle onde. Sembra tutto normale ma cos’è realmente la normalità quando sei costretto ad affrontare i fantasmi del passato che forse non si può veramente chiamare tale perché è riuscito a entrare da quel piccolo spiraglio che si è lasciato inavvertitamente aperto? Eppure in uno di quei giorni qualunque che ormai sono talmente tanti che si è smesso di contarli , c’è un rumore quasi impercettibile che si intensifica e diventa un suono che minaccia la tranquillità e tutto cambia nuovamente . Nella mutazione dell’attimo, esso si scompone e si perde nelle sue infinite parti intrecciandosi con le prospettive trasfigurate dell’esistere. Un incontro che supera ogni umana immaginazione e che intersecandosi nell’aridità dell’anima, causa rocambolesche e devastanti conseguenze. Ogni percezione si azzera e il singolo individuo è come se fosse un sistema resettato pronto per un’imminente ripartenza. Dall’Uruguay arriva Mercedes Rosende con La donna sbagliata è pronta a incantare per la prima volta l’Italia raccontandoci il metaforico ma adrenalinico viaggio che intraprende una donna alla scoperta del suo sé e alla ricerca di una nuova accogliente alba.

Aneddoti personali

Ho incrociato questo libro lo scorso mese mentre navigavo su Internet per scoprire le novità letterarie di luglio e sono rimasto affascinato dall’intrigante copertina. Letta la sinossi ha subito capito che mi sarebbe piaciuto, poi la traduzione per opera del mio carissimo amico Pierpaolo Marchetti è un altro valore aggiunto. Ho conosciuto Pierpaolo leggendo un bellissimo noir intitolato Barcelona Negra pubblicato dalla stessa casa editrice e che potete trovare recensito sul blog. Avendone letto un altro adesso posso tranquillamente affermare che non lo lascio più, sperando un giorno di conoscerci personalmente. La donna sbagliata è un libro perfetto da leggere in estate, è una lettura veloce che prende e che una volta cominciata non si può più lasciare perché intriga e diverte allo stesso tempo. Ho riso tantissimo e mi son proprio divertito, è stato piacevolissimo perdersi nelle pagine. Ci sono anche dei passi commoventi ed è un thriller ad alta tensione che tratta tematiche importanti che inducono il lettore a una profonda riflessione

Recensione

Che giornata strana può fare solo male, cantavano i Matia Bazar ma cosa accadrebbe se una donna resta abbagliata da quel Male talmente tanto da subire la sua fascinazione e diventarne una perfetta personificazione? La trama de La donna sbagliata ruota su quest’aspetto e si annida perfettamente tra le pieghe dell’animo umano illuminando anche le stanze più oscure. Due storie che procedono parallelamente come linee che tracciano il confine che intercorre tra giustizia, verità e l’oblio della vendetta. Non sempre è permessa una terza via ma con chi si sente un errore, è come se la vita dovesse ripagare risarcendo quella persona che rivendica il diritto d’esistere. Tutti gli esseri umani sono ossessionati da ciò che non hanno e non apprezzano ciò che possiedono. Lo sa bene Ursula Lopez, la protagonista di questa storia. La donna è una giovane traduttrice con parecchi fantasmi che la tormentano. La sua quotidianità è caratterizzata dalle traduzioni, dalla partecipazione a un programma televisivo e da una vita sociale farcita come uno yogurt magro. Tutto si svolge nella sua ordinaria monotonia fino a quando non riceve la telefonata di uno strano uomo che la informa di aver sequestrato suo marito Santiago Losada e di volere un riscatto per il suo rilascio. Ursula però non è sposata e questo potrebbe concludersi come una commedia degli equivoci ma la donna intravede in quel rapimento, la sua possibilità millesimale e spinta dalla forza irrazionale della follia decide di assecondarlo. Inizia così una partita pericolosa dall’esito incerto, dove il bene e il male s’incontrano e si fondono in un contatto che ha i contorni di un’attrazione fatale. Il romanzo si divide in quarantatré capitoli, il tempo è perfettamente scandito, il ritmo della narrazione è serrato. Lo stile è asciutto e si caratterizza per un umorismo nero che induce il lettore alla riflessione. Il peso del corpo si coniuga con quello dell’anima relegando tutto in una sussultoria sospensione tra cielo e terra. É come se il lettore fosse intrappolato in una gabbia, cercasse la via d’uscita ma resta travolto dall’inaspettata empatia dei personaggi. Ognuno di essi è delineato perfettamente attraverso una curata analisi psicologica che ne fa apprezzare le ombre in ogni sfumatura. Il romanzo può essere definito un delicato gioco delle parti. Nessuno è nel posto in cui dovrebbe essere, Santiago non è una vittima Ursula, German e Sergio non sono dei sequestratori. Ognuno interpreta un ruolo diverso dalla propria pelle e questo fa emergere un’antropologica e sociologica verità che si cela nel loro animo mostrandone le crepe tra una grottesca brutalità e un’ambigua benevolenza, L’autrice ha, infatti, tratteggiato un nuovo ciclo di vinti. I personaggi sfruttano la rabbia che provano verso il mondo gli altri e se stessi per vincere almeno una volta, non accorgendosi che anche nelle vittorie si perde sempre qualcosa. Un romanzo che si assapora lentamente, meticoloso e avvincente come una partita di scacchi un po’ particolare perché bisogna portare ordine nella follia pur sapendo che si tratta di una storia dove l’impossibile è l’unica certezza.

Conclusioni

Consiglio la lettura di questo romanzo a tutti quelli che cercano un libro che li tenga incollati alla pagina, che regali la giusta suspance e faccia saltare ogni possibile schema mentale .

Voto

5/5

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