Recensione in anteprima Fiore di fichi d’india di Paola Insanguine

Fiore di fichi d’india

La quotidianità apparentemente calma di Catania viene scossa da una serie di efferati omicidi, mascherati da delitti di mafia. Il commissario Nora Minà deve districarsi in un ginepraio insidioso come piante spinose per mettersi sulle tracce di un serial killer che uccide le sue vittime seguendo un rito purificatore delle anime collocato nella topografia morale dell’Inferno dantesco. Per risolvere il caso, Nora deve confrontarsi anche il Procuratore, che non perde occasione per renderle ancor più difficile un già arduo compito. Seppur irritata dall’imperversare di un maschilismo incistato malevolmente nella sua terra, la protagonista di questo imprevedibile e gustoso noir si divide tra professione, doveri di madre e un amore al quale vuole sfuggire per proteggere se stessa. Sarà merito dell’empatia e della sinergia tra Nora e il Questore che il caso sarà risolto. O almeno così pare…

Introduzione

Il mare è uno specchio che racconta gioie e dolori di una’isola che si perde tra le pieghe del tempo un pendolo oscillante che funge da nenia per i naviganti erranti alla ricerca del loro personale orizzonte che si confonde ancora una volta nella maestosità della terra e del cielo, Un approdo sicuro per carnali ossi di seppia che brillano al sole nel perfetto riquadro della loro solitudine. Le loro lacrime restano apparentemente inascoltate di fronte al vociare di un gruppo di ragazzi che giocano a palla, segno di vitalità in un territorio che è stata da sempre altalenante dimora di Eros e Tanatos al punto da diventare leggenda. Donna Sicilia si specchia in quel mare e tutte le sue rughe spariscono come per magia, porta nel cuore la speranza che quei giovani sapranno scrivere una pagina diversa del suo mitologico destino ma non è adesso il tempo. Questo è il momento di mutare ancora una volta pelle e raccontare un nuovo spargimento di sangue innocente che fa inorridire l’animo materno di Sicilia che si strapperebbe il cuore per donare l’ultimo alito di vita ma non è possibile anche la magia deve affrontare i suoi limiti. Ecco però la soluzione fare in modo che questi nuovi morti non siano vani ma regalare loro l’immortalità eterna e trovare una nuova chiave salvifica attraverso le storie. Tra i mercati ittici c’è curiosità si parla di una donna curiosa e volitiva che lotta indomita per piantare quel seme di verità in cui ha sempre fermamente creduto. Mentre un incessante brulichio nasce dai meandri della terra, le anime si fondono nella loro disperazione e rivestono la classicità di una nuova luce per trovare le loro drammatiche risposte.

Aneddoti personali

Ho incrociato questo libro per caso tra le varie uscite del mese, ho letto la sinossi e mi sono incuriosito e sono felice di poter affermare che il mio fiuto non si è sbagliato ancora una volta. É un noir che può fare compagnia ai lettori in quest’afosa estate. Il libro sorprende per la freschezza dello stile ma soprattutto per i temi trattate con cura delicatezza ed estrema profondità . Ringrazio l’autrice non solo per la cordialità ma soprattutto per aver trattato la disabilità in un modo non banale ed estremamente retorico . Sono sicuro che chi si approccerà a Nora Minà non potrà non amare questo personaggio ma ancor più l’autrice che s’inserisce prepotentemente nel panorama del noir italiano con una straordinaria capacità nelle tessere trame accattivanti. Aspettando trepidamente la seconda indagine auguro a Paola l’enorme successo che merita e che questa recensione possa essere per lei un buon biglietto da visita per farsi conoscere dal pubblico.

Recensione

Quante volte si è immaginata la selva oscura declamando meccanicamente i famosi versi? Eppure essa trova nella psiche umana la sua nuda e concreta rappresentazione . Una foschia che inizialmente confonde, ma poi ammalia come un canto melodioso di sirena. Riemerge dal perduto abisso il seguito più nero del desiderio tracciando una nuova scia di sangue devastante dalle inimmaginabili conseguenze. Nell’immaginario collettivo basta pronunciare una parola e tutto si cataloga e archivia magicamente. La mafia talvolta è la coperta di stelle, dove celare altre insidiose e oscure ombre. La commissaria Nora Minà non cade nella trappola e si destreggia abilmente tra gli imprevisti orditi da un serial killer che ha nel perverso e nel macabro le cifre di riconoscimento. La personalità volitiva della protagonista ricorda quella di Lolita Lobosco entrambe dotate di una disarmante e prorompente bellezza fronteggiano con uno spiccato acume ogni forma di discriminazione. Lo stile si caratterizza per la sua freschezza, raffinatezza e delicatezza. L’autrice descrive i vicoli e i paesaggi catanesi con evocativa poesia che riscalda il cuore, ma un misterioso burattinaio muove i fili di questa scacchiera, il suo compito è diffondere la purezza e ogni pedone cade frantumandosi al suolo mostrando alla luce del sole la sua immane fragilità riportando così un efferato e notevole ordine nel vizioso caos della perdizione. In questo romanzo Catania è la pupa di zucchero grassiana che fatica a ritrovare la propria interezza dopo essere stata colpita nelle fondamenta della sua dolcezza. Il mercato ittico è sconvolto da atroci delitti che celano un climax efferato. Quale matrice si cela in cotanti misfatti? L’animo multitasking di Nora è messo a dura prova . Ha chiuso la porta all’amore dopo un matrimonio naufragato e adesso vive solo per le sue figlie ma il premuroso procuratore Antonio Monforte e il giornalista milanese Carlo Corsari riusciranno a trovare una via per aprire quella porta ancora una volta. I due uomini intanto mettono a disposizione della collega la loro esperienza per dimostrare che questi delitti non portano la firma di Cosa Nostra. Una nuova tempesta si abbatte come una voragine sulla sua vita e sulla società. La Sicilia muta ancora pelle e diventa una landa priva di luce battuta da tremende raffiche di vento, alternando una pioggia incessante di acqua sporca, neve e grandine che cadendo esala fetore e pudicizia. In questa follia atmosferica si attua una corsa contro il tempo alternando un registro linguistico tra italiano e dialetto che incanto e ferisce. In questo noir lingua e mente creano nel segno dantesco un infernale cerchio concentrico, dove le anime pagano i loro peccati. Un romanzo dove numerazione e psicologia hanno una loro arcana simbologia che trova tra le pagine di uno dei più grandi classici della letteratura italiana l’affascinante risoluzione. Come accadde al commissario cammileriano anche Nora è stata sfidata da un killer spietato ed erudito a una particolare e speciale caccia al tesoro. I versi si perdono nel vento e si tramutano in storia e con l’aiuto del simpatico professor Arturo Lattuca, il team comprende che i classici se consultati dialogano con tutte le generazioni, Nel caso specifico l’autrice dona ai lettori una moderna lettura psicologica e sociologica del contrappasso. Tra i diciotto capitoli la scrittrice dipana un’immagine non retorica della disabilità e come Corbetta ne indaga ogni sfumatura anche tra le più segrete stanze del male. Chi è questo cacciatore giustiziere? Come l’Angelo Cantiani di Morbidelli anche questo killer misterioso si erige a deus ex machina applicando il suo giudizio universale di purificazione. Che cosa scoprirà alle pendici dell’Etna se non un dettagliato ritratto della sua morbosa solitudine? Un esordio sorprendente che vi emozionerà . C’è un nuovo commissario in città, una nuova alba sorge su Catania comprendendo che il confine tra il bene e il male è talmente labile che talvolta non solo la giustizia ha un diverso colore ma può essere differente e inaspettato anche il volto della vendetta .

Conclusioni

Consiglio questo libro a tutti quelli che cercano un giallo divertente che sappia far  riflettere ed emozionare .

Voto

4/5

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