A Salina il vento cambia di Giacomo Cacciatore e Raffaella Catalano

A Salina il vento cambia

A Salina si prepara la festa di Ferragosto, la più importante dell’anno. A finanziarla, richiamando sul posto le scollacciate Italiette, ballerine di fama televisiva nazionale, è l’imprenditore milanese Giampaolo Fratantoni, da anni trapiantato alle Eolie: è certo che l’evento lo aiuterà a raccogliere consensi per diventare il futuro sindaco di Santa Marina, un paesino dell’isola, e dare il via a speculazioni edilizie e altri illeciti. Intanto, nella stazione dei carabinieri si è insediato da poco un nuovo comandante, Franz Pomar, tedesco di madre e salinese di padre. Che ritroverà un suo vecchio amore e un carissimo amico, ma dovrà fare i conti con tutto quello che è mutato durante la sua lunga assenza. Tra ironia e amarezza, tra turisti beoti e nativi divisi tra il nuovo che avanza e la difesa delle tradizioni locali, la notte della vigilia ferragostana imprimerà una svolta inattesa alle vite dei tanti protagonisti. Perché non è facile fronteggiare ciò che accade quando, d’improvviso, il vento cambia.

Introduzione

Quale ruolo può avere un’isola in una storia narrata o personale che sia? Due strade parallele che camminano insieme fino ad un certo punto perché nella vita così come nella trasposizione narrativa non esiste una linearità. L’uomo sembra catturato da una stasi esistenziale, prigioniero di piccole e snervanti abitudini che nonostante tutto regala tranquillità ma è soltanto l’ennesimo tassello nella rete dell’apparenza. Come fosse un temporale estivo che squarcia inaspettatamente il cielo, arriva il bivio che ricorda all’uomo l’urto della separazione. La scelta comprende una dose di dolore, una frantumazione dell’io che si lenisce con gocce di rugiada e con un volto che diventa specchio di un passato e di un futuro in un presente che gioca ancora una volta a nascondino con le ombre. Un viaggio inaspettato in cui ogni personaggio cercherà di trovare il proprio tesoro identitario, una ripresa panoramica della propria vita che s’intreccia con i fili del racconto e fanno emergere nuove emozioni cui dare un colore e una voce .

Aneddoti personali

Conosco Giacomo e Raffaella da qualche tempo ormai e sono fortunato nel poterli definire amici. Non è il primo romanzo che leggo e già mi sono ripromesso di recuperarne altri. Quello che emerge tra queste pagine è una scrittura calibrata che ben fa emergere le peculiarità di entrambi. Si dimostra ancora una volta un connubio analitico perfetto. La lettura è stata piacevole, i personaggi nella loro sospensione isolana sono continuamente in fieri per questo mi auguro che ce ne possano essere tanti altri con questi protagonisti senza risolvere completamente tutti i loro nodi irrisolti. Questo è l’aspetto che te li rende amabilmente umani. La caratteristica principale dei romanzi in particolare di Giacomo Cacciatore è che tutti contengono una velata o marcata denuncia sociale ma soprattutto che ogni libro è un unicum. Raccontare il reale partendo ogni volta da una prospettiva differente capace di sorprendere il lettore. Il testo ben s’inserisce all’interno dell’impronta narrativa che il catalogo della casa editrice Leima vuole lasciare nel vasto panorama editoriale. Ringrazio sempre autori e casa editrice che ogni volta mi rinnova la fiducia e sono pronto a condurvi a Salina alla scoperta di questa misteriosa storia che ognuno sentirà drammaticamente vicina.

Recensione

Vola in solitaria l’albatro mentre cerchi di fumo, danzano con le nuvole annebbiando l’orizzonte. La meta non è ormai lontana si ergono gli scogli e sembrano parlare una lingua sconosciuta che pochi naviganti sanno riconoscere come l’ancestrale richiamo della casa. A questo pensa Franz Pomar il protagonista della storia che si sta per raccontare. Un uomo abituato a essere il marinaio della propria esistenza a dare una rotta personale alla propria nave che subirà un’inaspettata virata. Lui che è l’emblema della difesa questa volta inizierà una partita con duplici livelli di difficoltà con ruoli intersecabili mentre nel mezzo ci sono le maschere dell’ambiguità da dissipare. Un romanzo che si sofferma sulle sfumature dell’ostilità, l’essere o sentirsi straniero è una concezione che parte dalla mente e giunge fino al cuore. L’appartenenza è una riscoperta tortuosa, cogliere l’armoniosità in un mare di note stonate. All’interno delle pagine ci sono due suadenti donne schermo che colpiscono per la loro concreta e ammaliante femminilità. Sono l’isola e la televisione. Due linguaggi in collisione che però trovano un contatto manipolativo nel potere taumaturgico della parola. Nel romanzo Salina è l’emblema del miracolo autodistruttivo. Il territorio è in una lenta ma inevitabile decadenza dalla forza dirompente. Una vecchia imbellettata per la festa di ferragosto in cui lustrini e paillettes la colgono nella folgorante bellezza. Franz sbarca nuovamente sull’isola pochi giorni prima dell’evento che il candidato sindaco Giampaolo Fratantoni ha organizzato a sue spese pur di aggiudicarsi le prossime elezioni. Un ritratto preciso e tagliente che con lucidità affronta la corruzione politica e le devastanti conseguenze. Il romanzo è un’appassionante e dettagliata analisi sul cinismo umano secondo cui ogni cosa ha un prezzo e ogni azione è svolta seguendo un disegno preciso per appagare la bramosia del potere mostrando però un’incommensurabile mancanza affettiva pronta a essere ulteriormente calpestata per il raggiungimento degli scopi prefissi. Giampaolo è la perfetta incarnazione di tutto questo. La costruzione del romanzo è un sottile riquadro poiché è costituito da sette capitoli lunghi. Il sette simboleggia la completezza quindi è il numero giusto per tracciare un racconto sull’imperfezione umana. Gli autori hanno scritto un noir atipico innanzitutto perché la costruzione giallistica è una leggera sfumatura di un progetto di ampio respiro e poi perché si tratta di una’ indagine corale.La mercificazione del corpo è trattata attraverso un gruppo di vallette con a capo Vanessa Scalise una giovane marchiata dalla condanna della bellezza e questo le farà comprendere il duplice inganno del successo. Uno scontro fatale tra illusioni e ambizioni ed è compito del commissario Pomar e della sua squadra provare a decifrare le ombre. Un retrogusto ironico è dato dalla poetica saggezza dello chef Austin e Florio un giovane poliziotto con la passione il cinema e le riprese. Un libro costruito come un reportage sociale mediante riprese panoramiche si colgono dettagli per lo stravolgimento della prospettiva . In una società multietnica e cosmopolita dove tutto cambia, ma in realtà non muta nulla va in scena l’aggrovigliata e malinconica parabola di uomini e donne sull’autolesionismo della rimembranza e in chiave leopardiana a ogni battito del cuore il vento non smette ancora di sussurrare il suo nome .

Conclusioni

Un ritratto lucido sulla società odierna.  Un romanzo originale che allieta i lettori con ironia e note di commovente malinconia .

Voto

4/5

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