Recensione in anteprima La luce nella masseria di Roberto Moliterni e Saverio D’Ercole

La luce nella masseria

Matera, all’inizio degli anni Sessanta, cammina in equilibrio instabile fra due mondi, quello del passato, legato alla terra, che resiste identico da decenni, e quello del futuro, e di un’Italia ben più grande e lontana, che arriva dentro le case grazie al soffio di un vento nuovo profumato di miracolo: la televisione. I Rondinone sono contadini da generazioni, e intorno alla masseria di famiglia si giocano da sempre le loro esistenze. Mentre Pinuccio, il piccolo di casa, scopre la scatola magica della televisione, che comincia a diffondersi anche in quella città del Sud isolata dal resto del Paese, dove il tempo sembra immobile, il progresso e le avversità arrivano invece a scompaginare la vita della famiglia. Saranno proprio gli occhi di Pinuccio a raccontarci lo smarrimento di nonno Eustachio di fronte al futuro che incombe, i sacrifici di sua madre, le aspirazioni di sua sorella, e le tentazioni dei suoi zii di andare a lavorare in fabbrica o di emigrare, così come il desiderio dei suoi cugini di restare tutti uniti in masseria. E soprattutto il sogno di un amore puro di Imma e le speranze di Vincenzo, il suo zio preferito, costretto prima di tutti a capire che l’unico modo per non cambiare è accettare di farlo. Sarà grazie a lui e alla passione di Pinuccio per la televisione che la famiglia Rondinone troverà un nuovo equilibrio. La storia che ha ispirato l’omonimo film per festeggiare i settant’anni della nascita della RAI non è solo un racconto sul potere salvifico degli affetti, ma anche un tuffo in quegli anni in bianco e nero che colorano la nostra memoria

Introduzione

Quanta magia può contenere un sogno? Sempre meno rispetto alla forza vibrante dei buoni sentimenti , perché sono i legami a non permettere di non cadere nel vuoto . Sembra impossibile che nell’epoca dell’individualismo e delle carenze affettive un libro ci parli ancora di unione familiare. Eppure è di questo che c’è bisogno, per ritrovare l’origine del fuoco e riappropriarsi della propria storia ripartendo da quell’odore d’infanzia che mai dovremmo dimenticare . Ḕ proprio questa la sfida della letteratura. In ogni epoca scuotere le coscienze, uno sguardo che non ha paura di guardare al proprio passato se questo serve a riacquistare la ricetta della perduta semplicità affinchè ogni tramonto possa tramutarsi sempre in una nuova alba .

Aneddoti personali

Ho conosciuto il progetto come film per la tv perché alla sceneggiatura ha collaborato il mio amico fraterno Salvatore Basile, i suoi lavori da quando ho memoria li ho visti tutti. A ciò si aggiungeva la stima nei confronti di Tiziana Aristarco e Riccardo Donna che da sempre sono sinonimo di qualità e anche questa volta non si sono smentiti. Il vero regalo inaspettato sono stati i due autori con cui in queste settimane si sono iniziato a mettere i primi già solidi mattoni per quella casa accogliente chiamata amicizia. Poche settimane prima della messa in onda ho scoperto che quasi in contemporanea sarebbe uscito anche il libro. Se il film mi fosse piaciuto, avrei approfondito con la lettura del romanzo. Ed eccomi qui a recensirlo per voi, dopo averlo amato ancora di più. Sono felice di ritrovare sulla mia strada l’agente Laura Ceccacci che in questi anni ho imparato a stimare. Ha dato anche lei fiducia a questa storia unica che abbraccia generazioni e dona speranza intrecciando il filo di una narrazione passata che accomuna tutti Questo, è stato un progetto inserito per festeggiare i settant’anni della Rai che ancora una volta con fiction come questa e La Storia è riuscita a svolgere un egregio servizio pubblico. Un libro magico che spero di saper raccontare per le grandi emozioni che mi ha saputo regalare. Un profondo grazie a Mondadori per la copia e agli autori per averlo scritto.

Recensione

Finché la morte non separi ciò che Dio vuole resti unito è una crasi tra frasi che siglano il vincolo di un matrimonio in chiave cristiana. Eppure alla base di questo contratto deve esserci un sentimento solido che scacci i fantasmi nei giorni di sole e riscaldi nelle notti di pioggia. Non basta camminare allineati per percorrere la stessa strada se la linea sospesa e immaginifica dell’orizzonte squarcia in due il cielo. La direzione è comunque sbagliata fino a quando non sarà la voce del cuore a parlare. Questa è la storia di un elettrodomestico denominato televisione che come un’erba aromatica colora le esistenze e allieta le solitudini. Una famiglia al centro di tutto che ha l’odore del pane caldo appena sfornato ma di cui le nuvole del destino si diverte a mutar la forma. Cambia il contorno dei loro sentimenti perché come spifferi di vento gelido nuove emozioni albergano indisturbate nei loro cuori. Battiti martoriati dalla fatica, dal sangue, dal dolore e da quella terra che non li lascia riposare perché è proprio in quel momento che bisogna lottare. L’aridezza emotiva è intimo schermo di quella atmosferica. La natura sembra voler punire quei figli che hanno smarrito il seme dell’amore e così toglie alla famiglia Rondinone il principale sostentamento. Questo è un cattivo presagio, una sventura che se loro resteranno ancora preda del rancore il lettore li vedrà sicuramente soccombere come foglie d’autunno. La società raccontata è di stampo patriarcale a capo c’è, infatti, l’anziano Eustachio, uomo dalla mentalità conservatrice, diffidente del progresso strumentale e ideologico che per il fabbisogno familiare smorza qualsiasi desiderio altrui. Vive nella masseria con la pragmatica Damianina, i coscienziosi progressisti ribelli Casmiro e Michele, Vincenzo il sognatore e le rispettive famiglie. Già da soli sono una piccola comunità. Eppure una nuova nube si abbatte sulla loro sorte. Il robusto e giovane Vincenzo scopre di essere malato, è una malattia incurabile e nessun sacrifico potrà far tornare il tempo dello c’era una volta ma bisogna vivere il presente anche con le armi fatiscenti e dubbi pensieri che giocano a palla segnando nella sua rete mentre lui non resta altro che guardarli inerme. La voce narrante è quella di Pinuccio il piccolo dei Rondinone con la stessa vitalità dello zio. Gli autori si calano magistralmente nella scelta narrativa utilizzando coraggiosamente la prima persona per tutta la narrazione. Per questo optano per uno stile semplice ma ricco di termini dialettali tanto che la lingua riesce a essere accattivante e vibrante che cosparge tra le pagine la rugiada dell’incanto. Un bambino che si ciba continuamente di scoperta e meraviglia, accogliendo tutta la bellezza che il mondo poteva donare e vivendo una divertente infatuazione per Mariolina Cannuli Per ogni membro della famiglia questo può essere letto come un romanzo di formazione, ognuno apprende realmente il vero linguaggio intriso nel vivere. Le parole dell’amore e del dolore si fronteggiano con quelle dell’assenza e tramutano lacrime e dissapori nella speranza dell’attesa. Una realtà antica come quella di Matera negli anni del boom economico che scuote inaspettatamente i sassi colpendo nel vivo le lacerazioni per far soffiare il vento del cambiamento permettendo però ai valori di restare saldi nelle redini del cuore. Mentre per le vie risuona una nuova edizione di Canzonissima la candela resta accesa perché fino a quando ci sarà qualcuno disposto a raccontare una storia intorno al fuoco nelle fredde sere d’inverno e qualcun altro disposto ad ascoltare che talvolta basterebbe guardarsi in faccia per evitare le guerre, allora si può ancora sperare che la luce del domani sia rigogliosa. Una storia che come una fiaba riguarda e parla a tutti Il romanzo di questi moderni Malavoglia che tra passioni scontri e dolori regalano ai lettori quell’abbraccio tanto caro quanto un ritratto di famiglia logorato dal tempo ma vivido nella memoria come il più emozionante dei ricordi .

Conclusioni

Un romanzo unico che consiglio veramente a tutti perché fa bene al cuore.

Voto

5/5

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