Il cielo si tinge ancora d’oro forse per segnare questa volta il tramonto di un’epoca proprio mentre una fitta boscaglia avvolge un’antica tenuta e conserva intatto nelle pieghe del tempo il suo spettrale segreto. Forse solo il cuore puro di un indomito cavaliere riuscirà a scoprire la verità. La foresta apre le braccia al suo coraggio e disegnerà una via tanto inaspettata quanto vorticosa che gli permetterà di conoscere il più antico degli incantesimi: la magia dell’amore. L’autore mischia abilmente amor cortese e cappa spada tanto che sembra di leggere un classico. In questo nuovo racconto lungo o romanzo breve l’autore s’immedesima nel giovane protagonista Emanuele Rinaldi tanto da affidargli la narrazione quasi come fosse un diario. La scelta gli permette di utilizzare uno stile vorace e minuzioso che però non rinuncia al lirismo che l’ha sempre contraddistinto. Il ritmo serrato e avvincente traccia perfettamente la personalità ambiziosa, curiosa ed elegante del protagonista. Il giovane Emanuele è uno studioso di scienze naturali e vorrebbe aggiornare le opere del botanico Francesco Cupani sulla flora e fauna in Sicilia . Quello che inizia come un viaggio di esplorazione scientifica e accademica subirà una brusca battuta d’arresto quando i suoi occhi incroceranno quelli della bella Rosa delicata come il fiore di cui porta il nome. Per i suoi studi è ospitato dal padre di Rosa, il conte Giovanni Paruta, perfetto rappresentante della decadenza nobiliare. Il giovane si addentra nella tenuta e cerca di dare parole all’avvolgente silenzio che incombe. Catalano sfrutta le capacità deduttive del suo protagonista e lo rende un detective per caso che deve risolvere questa complicata matassa d’antropologia emozionale in cui si trova inconsapevolmente invischiato. Che cosa nascondono la fragilità e la cupezza del padre e della figlia? Una verità agghiacciante e spettrale si cela nelle radici famigliari dei Paruta. Osservando la mimesi delle parole e dei gesti forse il peso si scioglierà divenendo leggero come il battito d’ali di una farfalla. In queste pagine intrise di ammaliante misticismo in cui riecheggiano gli approfondimenti tematici spettrali e leggendari de Il conte di Mazara di Dumas, l’autore descrive dettagliatamente la Sicilia settecentesca in preda al classismo e al brigantaggio. Pagine nere e sanguinose per la bramosia ossessiva dell’uomo che talvolta lo spinge a compiere quel folle volo da cui non è garantito il ritorno . Un libro avvincente sul potere evocativo della bellezza e tra furti duelli sparatorie e dirompenti passioni una corsa contro il tempo per salvaguardare l’onore di una famiglia perennemente in bilico a causa dell’implacabile seme della vendetta .