Tommaso e l’algebra del destino di Enrico Macioci

Tommaso e l’algebra del destino

Tommaso Rovere ha cinque anni e i suoi genitori stanno attraversando una crisi di coppia. Un torrido giorno d’estate, il padre, perso dietro le proprie bugie e a diversi affanni, dimentica il figlio in auto. Mentre parla con foga al cellulare, finisce sotto le ruote di un pirata della strada ed esce per sempre di scena. Tommaso resta in auto, prigioniero del seggiolino che avrebbe dovuto difenderlo, sul ciglio di una via deserta, nella città vuota del ferragosto. Mai ha sofferto così tanto il caldo, la sete e la fame. Mai ha sperimentato una solitudine più profonda, e una più profonda disperazione. Ma è davvero solo come sembra? Mentre rari passanti sfiorano la macchina senza vederlo o senza poterlo aiutare, e mentre la canicola lascia il posto a un nubifragio apocalittico e infine alla notte, qualcuno gli fa visita…

Introduzione


Il tempo è una variabile che muta con noi , non solo come aspetto ma anche con le nostre ansie , paure e aspirazioni . Ci si ritrova nel baratro delle insoddisfazioni , perchè c’è sempre un momento nella vita in cui bisogna uscire dalla propria comfort zone e avere il coraggio di affrontare il mondo . Quel mondo che non è mai come te lo raccontano perchè soprattutto da bambino tentano di addolcirlo e quando poi ti appare in tutta la sua brutalità , è un impatto doloroso , come un equilibrista senza alcuna protezione . Raccontando un mondo falsato i genitori proteggono ma in realtà fanno del male perchè il giovane si ritrova spaesato e non sa come affrontare il problema che gli si pone davanti e appare come una montagna che non si può scalare . La vita è altresì un ascensore dell’ attesa, dove l’essere umano si culla nell’ eterna sospensione , azzerando ogni pensiero, ogni tipo di ragionamento e non capendo in realtà che il cambiamento durante un lungo periodo di stasi , deve partire sempre dal singolo . Compiere scelte è qualcosa di estremamente complesso e inspiegabile ma quando soprattutto si decide di mettere al mondo un figlio non è possibile nè umanamente accettabile che si usi la retromarcia. Bisogna rispettare non solo quella vita ma anche coloro che il destino ha segnato con una doppia marcatura d’imperfezione ma che sicuramente hanno più amore da dare che gli ingrati che lasciano il proprio figlio all’ interno di una macchina, utilizzando la comoda scusa della dimenticanza . Una scusa fragile come la struttura dell’ umano ,che si erge a giudice implacabile senza averne le competenze ma soltanto un’incontenibile presunzione di volare più in alto di ciò che siamo , dimenticandoci realmente che nello schianto travolgiamo non solo noi stessi ma anche qualcun altro . Non è concepibile che accada, per questo l’abbandono di minore è punibile. Ė di questo che parla Enrico Macioci nel suo nuovo romanzo Tommaso è l’algebra del destino con l’estrema delicatezza dell’ essere padre e la ragionata emotività dello scrittore che vuole raccontare con lucidità una piega nera della nostra società

Aneddoti personali


Il mio primo approccio alla scrittura di Enrico è avvenuta proprio con questo romanzo e sicuramente leggerò anche i romanzi precedenti e i successivi , perchè ha un modo di scrivere diretto che fa male ma conquista. L’ho conosciuto attraverso una presentazione online durante il lockdown e mi aveva incuriosito . Leggendolo e parlandoci ho scoperto un nuovo mondo fatto di bellissime sfumature e tanta dolcezza . Spero di essere all’ altezza di recensire questo romanzo che mi ha lasciato tanta inquietudine , è stato un autentico pugno allo stomaco ma a volte nella vita se ne sente il bisogno .

Recensione


 In matematica si definisce primo quel numero che è divisibile solo per uno e per se se stesso . Questo romanzo ci regala attraverso i personaggi “adulti” della storia, la perfetta incarnazione della sua egocentricità . La solitudine è l’estrema conseguenza delle loro azioni , inevitabilmente coinvolgono anche altri che pur non avendo colpa si trovano costretti a pagare in modo brutale la loro purezza che li rende diversi . Si arriva all’ amara consapevolezza che se il tuo animo non è intriso con un pò di male , ne vieni travolto senza alcuna possibilità di difesa . La difficoltà principale per l’autore è sicuramente quella di costruire un romanzo che fosse a misura di bambino , con i pensieri di un bambino. Un romanzo rivolto agli adulti per non dimenticare chi sono stati, per ridare ascolto ogni tanto a quella voce del fanciullino pascoliano persa da qualche parte nei meandri dell’ animo umano . Il plot è semplice si parte dagli errori umani per sottolinearne gli aspetti pedagogici ma ecco che anche psicologia ed emotività costruiscono le loro innumerevoli ramificazioni . La trama parte da Giorgio Rovere , un avvocato brillante che ragiona seguendo i cosiddetti piaceri carnali e azzerando gli affetti . L’uomo è estremamente narcisista e come il personaggio mitologico si ritrova riflessivamente schiavo della sua immagine sociale e delle sue pulsioni . La moglie Sonia Crisci cerca un modo per auto affermarsi veramente sul lavoro , svolgendo ragionamenti cervellotici intrisi di perchè che restano rigorosamente senza una risposta . L’immatura coppia ha un figlio di cinque anni e mezzo di nome Tommaso che si rivela essere più maturo dei genitori nonostante la sua età anagrafica , che si conferma ancora una volta un numero che non combacia con intelletto e sensibilità . Il romanzo si svolge in due giornate d’agosto. Giorgio porta con sè il figlio Tommaso, ufficialmente per lavoro ma deve incontrarsi con l’amante e lascia in macchina il piccolo . A questo punto parte veramente il romanzo e rendere più maturo Tommaso diventa un fattore necessario , perchè bisogna smuovere la fissità in cui si è ragionevolmente caduti . Ė un meraviglioso romanzo sulle prigioni fisiche e astratte che siano, ognuna ha delle insormontabili barriere da superare . Il bambino prigioniero sul seggiolino della Citroen è la nostra finestra sul mondo . La realtà romanzata e quella reale si fondono e l’auto si trasforma nella siepe leopardiana che da una parte protegge ma che dall’ altra permette una visione limitata dello spazio circostante. Il non conoscibile diventa un impenetrabile sconosciuto e il pensiero s’annega tra le lacrime del bambino nello snervante mare dell’ attesa che attenua ulteriormente la sua flebile voce . Il mondo va avanti e quella via appare deserta come fedele rappresentazione dell’aridità del cuore umano. L’ansia di Tommaso e del lettore cresce quando i secondi, diventano minuti e poi ore in un climax incalzante come la scrittura dell’ autore che crea un ritmo perfetto e anche la brevità del romanzo ti appare volutamente interminabile perchè è in pieno atto un processo di empatia con il protagonista e questo fa premere l’acceleratore per sapere come va a finire . Scrittura e trama risentono di collegamenti con Stephen King , trovando altresì una personale strada da percorrere. Nel lasso di tempo di due giorni Tommaso compie una maturazione ulteriore che si focalizza sulla scoperta degli elementi antitetici A una voce buona , ne corrisponde una malvagia . Sempre. Non è tutto bianco o nero esistono le sfumature . Il padre e la madre perdono la loro aurea di supereroi e si mostrano ai suoi occhi come umani , giudicabili come mostri dall’ opinione pubblica ma non da lui che non è solo il personaggio principale ma anche l’elemento affettivo di tutta la storia . Tommaso è il vero eroe che ci viene presentato con il cosiddetto complesso di Ruben . Prendendo spunto dal personaggio biblico , si parla di questo complesso quando ci si comporta come il protagonista del romanzo che patisce il torto fatto alla madre , vive di sentimenti calpestati , pretende e combatte per la giustizia negli affetti ma nessuno gli darà un risarcimento per le ingiustizie e i dolori subiti . Il padre e il piccolo sono segnati da un evidente incomunicabilità ma l’autore traccia due rette parallele che percorrendo lo stesso tragitto lottano contro l’abisso della morte per ritornare a respirare vita . Un plauso merita altresì il personaggio del mendicante . Tommaso e il mendicante condividono la stessa condizione sociale di emarginati . Un commovente incrocio di sguardi tra ultimi che racchiude la grande potenza evocativa di una storia da raccontare .Un finale inaspettato di grande impatto emotivo che lascia i lettori letteralmente senza fiato . Una corsa contro il tempo verso l’ancora della salvezza , nella notte del Destino le carte vengono rimescolate e non si saprà fino all’ ultimo se a causa della somma degli eventi , la mano uscirà vincente .

Conclusioni


Un romanzo ispirato alla cronaca , dove c’è una lotta individuale dal sapore collettivo tra ragione e sentimento , non ci sono entità cui aggrapparsi solo la forza della disperazione . Un libro adatto per chi vuole indagare sulle sfumature del dolore e ama le letture che regalano un ‘inquietudine speciale .

Voto

5/5

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