I confini dell’ inganno di Felice Muolo (Recensione in anteprima)

I confini dell’ inganno

I confini dell’inganno è una commistione di amore e malavita, il tutto raccontato con uno stile pacato e ritmico, arricchito dalla splendida cornice delle coste pugliesi. La narrazione lascia ampio spazio a dialoghi serrati e gli omicidi si susseguono senza un briciolo di macabro. Preparatevi a un viaggio turbolento tra amore, intrighi e inganni.

Introduzione

Uno sguardo cinico ma profondamente vero che dal viscere più oscure del reale descrive come anche i contorni di un angolo paradisiaco possono essere sbiadite e rivelare le fiamme di un incandescente e feroce inferno che inchioda tutti alle responsabilità più intime. Un libro di anime senza domani che cercano di liberarsi dalla trappola inflitta della sospensione temporale, ora che cacciatore e preda non sono più un gioco o forse non lo è mai stato veramente e loro l’hanno compreso troppo tardi. Un viaggio interiore che esplora i duplici e sottili confini dell’inganno confondendo e ammaliando i sensi, la mente e persino il respiro.

Aneddoti personali

Ho conosciuto questa casa editrice per caso, osservando alcune pubblicità sul social . poi sono andato a leggere una bellissima intervista in cui il bravissimo editore annunciava l’apertura da lì a qualche settimana. Le sue parole mi hanno convinto fin da subito e ho deciso di abbracciare questo progetto. Lo scorso Natale mi sono ritrovato un bel pacchetto da parte di Sergio e dei collaboratori che ringrazio dall’intimo e spero che questo possa essere l’inizio di una lunga e proficua collaborazione. Non sono, infatti, assolutamente deluso dalla lettura, anzi il romanzo è andato oltre le mie aspettative. Questo assolutamente si può considerare un buon inizio perché autore e casa editrice hanno proposto ai lettori una storia atipica originale, ben scritta e un prodotto di estrema qualità. Nel corso delle settimane ho avuto modo di apprezzare il loro modo di lavorare e di stare vicino ad autori e lettori anche la cordialità dello scrittore fautore della libertà di pensiero. Da ciò che ho captato la personalità di Felice, rispecchia un po’ la sua scrittura ma sono anche una persona molto cordiale ironica e incisiva che spero un giorno di poter incontrare per ringraziarlo delle avvincenti e piacevoli ore passate a leggere il suo libro .

Recensione

Che cosa accade quando la mente comanda al corpo di sfrecciare con l’inibitorio acceleratore del pericolo e modificare il proprio orizzonte? Una storia in cui la frase Le colpe dei padri ricadono sui figli è la pietra tombale del destino. Come un lungometraggio d’epoca bianco e nero si fondono nella sospesa attesa di una mancata sfumatura mentre i dadi beffardi fanno emergere il vero volto e le parole di Guccini aprono le porte dell’inferno. Lunga e dritta correva la strada… Vorrei sapere a che cosa è servito, vivere amare, soffrire, spendere tutti i giorni passati se presto sei dovuto partire. Un corollario di personaggi ignari che quel fatidico giorno la morte li stia aspettando. Una corsa frenetica e incessante contro il tempo che fa comprendere che è impossibile scappare per sempre e arriva per tutti il momento di essere inchiodati alle proprie responsabilità. Un noir mediterraneo che s’insidia nei meandri della Puglia e nella costruzione di un confortevole hotel che incurante di segreti e bugie come fossero crepe mostra al lettore le luci e le ombre del vivere. Le pareti di cartongesso sono destinate a crollare perché ogni castello nasconde delle trappole e resta come tetto un cielo blu privo di stelle e i personaggi avvolti nella loro nuda carne conoscono da vicino il brivido della paura. Un romanzo che s’insidia nelle viscere della mente intrecciando sapientemente risvolti già ingarbugliati e per il lettore risulterà avvincente giungere alla risoluzione. Tutti i personaggi sono anime martoriate e irrisolte con demoni più oscuri della notte. Che cosa accade tra Amore e Psiche quando s’insinua il seme dell’odio? Ecco che passano in rassegna con la propria maschera , un prete sui generis in quanto giustiziere della notte , impiegate infelici , un boss spietato , arrampicatori sociali , una donna alla ricerca dell’ agognata maternità , una tenera e ingenua ragazza sordomuta , mogli infatuate dal potere , figli ingrati e speculatori e un aspirante scrittore con un oscuro segreto . Ognuno compie la propria mossa per rivendicare anche solo un briciolo di quella libertà che non ha mai realmente avuto. Pur non essendoci la costruzione dantesca, l’autore relega a ogni personaggio il suo contrappasso. Il romanzo è scritto con uno stile lucido intriso di sano cinismo e il ritmo della narrazione è serrato. Il lettore si ritrova completamente avvolto da quest’ammaliante tela. Lo scrittore si ritrova affine ai temi di Angelo Fiore. Entrambi, infatti, raccontano una realtà in disfacimento in cui l’umanità è intrisa di meschinità e l’esistenza è una giostra di raggiri e sospetti. La presenza del male quindi si traduce in mancanza d’amore e i protagonisti sono incapaci sia di dare sia di ricevere questo sentimento. Le relazioni sono vivida espressione della carnalità tra ambiguità e opportunismo. Come in Fiore anche qui l’albergo rappresenta un rito transitorio tra l’inizio e la fine in cui si estirpano le radici e simboleggia ogni forma d’instabilità. Il bisogno di riprendersi la propria vita è talmente intenso da diventare una malattia. L’autore condivide con Sebastiano Martini l’utilizzo della condizione economica agiata per celare la mediocrità della solitudine. Un noir accattivante che intreccia abilmente una gara inaspettata tra furbizia e ferocia mentre nell’arido teatro della malavita regna indisturbato il sagace ghigno della vendetta.

Conclusioni

Un romanzo ben intrecciato, un po’ originale consigliato agli amanti del genere per passare piacevoli ore .

Voto

5/5

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