Il mistero di Anna di Simona Lo Iacono

Il mistero di Anna

Siamo nel 1968. La piccola Anna Cannavò, di dieci anni, frequenta la quinta elementare a Siracusa. È una bambina poverissima. La famiglia vive ai margini della società. Eppure la piccola Anna non se ne accorge. È tutta protesa a carpire il mistero delle parole poetiche che sta impa – rando ad amare. Quando la maestra annuncia in classe che il ministero della Pubblica istruzione ha indetto un concorso e che il premio consiste nel trascorrere una intera settimana a Milano in compagnia di una famosa scrittrice, Anna Cannavò decide di partecipare. Il concorso consiste nello scrivere una lettera alla scrittrice raccontandole la propria giornata. La destinataria è Anna Maria Ortese. Con grande stupore di tutti la piccola Anna Cannavò viene selezionata e parte alla volta di Milano per trascorrere un’intera settimana con la «signora Anna». Arrivata a destinazione, però, la bambina avrà una grande sorpresa. Non c’è solo una signora Ortese, ma due: Anna e la sorella Maria. La piccola Anna si immette nel mondo delle due sorelle Ortese rompendo le solitudini di Anna Maria e accostandosi alla malattia degenerativa della sorella con tenerezza. Attraverso questa e altre storie intrecciate Simona Lo Iacono compie un altro viaggio dei suoi, di quelli che il pubblico in questi anni ha imparato ad amare: alla ricerca di un femminile che è talento e misura, forza e umiltà.

Introduzione

Carissimi, non so quanti di voi mi leggeranno però nel presentarmi voglio dirvi che non avrei mai creduto che il mio sogno un giorno potesse diventare realtà. Vedermi in quelle piccole o grandi librerie attraverso un vetro mi dimostra che il progetto non si è infranto. Dovete sapere che quando Simona ed io ci siamo conosciute nel giardino della fantasia abbiamo compreso subito che sapevamo giocare allo stesso modo con le parole. Ci siamo specchiate nel riflesso dei nostri pensieri. Perché una cosa che ho imparato nel tempo è che le parole creano non solo storie ma soprattutto legami che come Dorothy né Il mago di Oz non si spezzano mai e va oltre l’arcobaleno. Un giorno mentre stavamo bevendo una tazza di the (un’abitudine che ho preso da una mia trasferta milanese) Simona mi sorride e mi dice che avrebbe voluto scrivere la mia storia. Le risi in faccia credendo che stesse scherzando ma vedendo che la sua espressione gioiosa non mutava accolsi la sua proposta come si fa con le cose un po’ pazze. Un grande si che aprisse un varco con la natura e le voci della gente che ho conosciuto nell’eco lontano dei miei ricordi. Ho peccato per un solo attimo di egoismo pensando che la mia piccola grande storia fosse un guscio di noce troppo semplice. Me ne scuso profondamente mia dolce eredità dal profumo di mare, in fondo ognuno di noi è dotato di sentori percettivi che vanno solo sapientemente attivati, ma trovano da soli la strada di casa . Ḕ nelle cose semplici che si nasconde la vera bellezza. Ha voluto poi leggere la mia tesi ed è stato allora che in tutte le città del mondo si è accesa la luce dell’intuizione per non far stare più nessuna coscienza nell’impoverimento del buio. Intrecciare la mia storia alla sua. Di chi sta parlando? Di qualcuno di cui porto il nome, come un destino scritto sulla roccia e sulla sabbia. Onde di mari che mai avrei creduto potessero bagnarsi, incrociarsi né tantomeno dialogare. Qualcuno che sia io sia Simona amiamo e non smetteremo mai di venerare, neanche voi dovreste farlo. Quando la storia è diventata libro mi è rivisto nella bambina e in quell’età in cui fame e sete fanno rima con velocità mentre quel mondo che vorresti catturare sembra sfuggirti. Solo ad alcuni la lucciola mostrerà la via di quanta ammaliante bellezza e folgorante speranza ci sia in quello che altri considerano effimero. Il vero senso del vivere si cela nelle briciole ed è arrivato il momento che io raccolga le mie. Il forno mi sta chiamando per una cena speciale in cui i miei cari vivi e morti che siano si nutrono di amore e storie perché basta poco per rendere ogni singolo giorno un dì di festa .
Com’è vero che io resterò oggi e sempre la vostra.
Anna Cannavò

Aneddoti personali

Conosco Simo da anni eppure la sua scrittura non smette mai di sorprendermi ed emozionarmi. Ha sempre la grande capacità di cercare storie circa conosciute, immagazzinarle talmente tanto da proporle ai lettori in chiave inedita Mi ricordo che in una nostra telefonata abbiamo disquisito su quanto soprattutto moltissimi giovani ma purtroppo non solo abbino dei veri buchi neri sulla letteratura novecentesca e lei se ne esce dicendo che stava scrivendo un romanzo su Anna Maria Ortese. Risposi ridendo che almeno questa volta non avrebbe avuto problemi per la bibliografia ma dentro mi chiedevo come avrebbe fatto a non renderlo scontato ma soprattutto magico come suo solito. Adesso ci entro un’ultima  volta per provare a raccontarla nella recensione.

Recensione

Attuare la propria rivoluzione a colpi di poesia è una missione magica e quotidiana che tenta di salvaguardare tutto il misticismo celato tanto nel vivere quanto nel morire. In queste pagine nessun elemento è lasciato al caso. Questa è la storia di piccole grandi donne che portando fardelli nel corpo e nell’anima ed è così che compiono la loro personale battaglia. Si parte dalla copertina con uno scatto di quella Letizia che aveva la battaglia anche nel cognome e poi si continua con Anna e Maria Ortese la cui biografia qui s’intreccia con l’educazione emotiva della piccola Anna Cannavò. Tutto questo è una ricostruzione verosimile di una’Italia che fu mentre la carta in Lo Iacono diventa ancora una volta un tiepido ma appassionato bacio d’amante in cui convergono fantasia e realtà. Ed ecco sopraggiungere con la sua disarmante prepotenza uno dei temi più cari alla scrittrice : la percezione dello sguardo . Ogni forma d’arte, infatti, si vede e si sente e con la prospettiva creano un connubio d’amore che in questo caso permette al lettore di comprendere che l’altrove non è poi così lontano. Non esiste veramente un lato sbagliato del cielo basta saperne la cogliere la bellezza, è questo il messaggio della piccola Anna Cannavò. Una bambina che pur avendo un impoverimento d’amurusanza abituata a sopravvivere e non a ricevere porta dentro di sé la dignitosa bandiera della povertà che lei però alimenta quotidianamente con la smania di conoscere divenendo la perfetta incarnazione dello stupore e della meraviglia anche quando si trova citando un verso di Elisa a un passo dal possibile . Ḕ istituito, infatti, un concorso per giovani studenti che mediante una breve lettera devono raccontare una loro giornata alla celebre scrittrice Anna Maria Ortese, il premio in palio una trasferta milanese a casa dell’autrice. Questo è l’espediente narrativo che Lo Iacono ha trovato per far dialogare i due mondi. Il romanzo è interamente costituito da lettere, l’autrice non muta il suo registro abituale adatta il genere epistolare al suo raffinato lirismo utilizzando costrutti semplici a tratti colloquiali ma ogni volta carichi di poesia. Culla il lettore in quest’universo immaginifico attraverso la ripetizione dei termini parole, misura, rimescolamento, come fosse una nenia. Tutto questo diventa strumento per un destabilizzante scavo interiore. Anime nude raccontate nell’istante dello scatto, prigioniere d’antico dolore mentre il volto e il cuore inevitabilmente testimoniano la geografia della perdita e una mappa emotiva da ricostruire interamente perché l’anima dell’Ortese vaga alla ricerca di un dove da poter chiamare casa. Le protagoniste s’incontrano a Milano per la piccola Cannavò questa trasferta è l’occasione di eliminare ogni idealizzazione sull’Ortese e sentirla immancabilmente più vicina e terrena ma anche la possibilità di poter apprendere e comunicare mediante il registro linguistico e letterario che con la voce del cuore sente già suo. Per la piccola Cannavò il romanzo e l’incontro con l’Ortese sono un percorso di formazione con approccio filosofico e pedagogico tanto alla letteratura quanto al vivere. Non mancano altresì pagine in cui si ripercorrono delle tappe fondamentali di quest’anima controversa e ribelle tra successi e tumulti concentrandosi in particolare su Sicilia e Napoli. Ne emerge quindi un fedele ritratto non solo della suddetta ma anche degli intellettuali di spicco a lei contemporanei. Un ruolo tutt’altro che marginale poiché sono le custodi della sfera emozionale è rappresentato da Maria sorella della scrittrice e da Agata un personaggio dal commovente mistero. Carezze che curano anche nella pazzia e rattoppano rendendo un vestito adatto a ogni pelle, candele nel giorno del non compleanno accese per ravvivare la speranza non solo d’amare ma soprattutto di sognare.

Conclusioni

Un romanzo indimenticabile su una figura importantissima della cultura novecentesca riproposta in una chiave inedita che vi farà emozionare .

Voto

5/5

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