Milly Vodovic di Nastasia Rugani

Milly Vodovic

Milly vive con la sua famiglia di origine bosniaca, fuggita dalla guerra, alla periferia di Birdtown, in un’America razzista e crudele. Dall’alto dei suoi dodici anni non ha paura di niente. E soprattutto non ha paura di affrontare Swan Cooper che bullizza suo fratello maggiore Almaz. Quando pochi giorni dopo Almaz viene ucciso, tutto viene messo a tacere perché a nessuno interessa la perdita di una famiglia musulmana. Milly però vuole conoscere la verità sulla morte del fratello e rifiuta la rassegnata passività dei Vodovi, quella di chi ha conosciuto troppo dolore.Con una scrittura sontuosa che affascina per la sua potenza, Nastasia Rugani racconta una storia crudele senza rinunciare alla poesia, una storia permeata di un’atmosfera fantastica con mangiacuori, mostri e opossum parlanti, dove i sogni trascendono la realtà, una storia incandescente che ci interroga nel profondo.

Introduzione

Raccontare l’adolescenza può essere un flusso di emozioni roventi come l’estate. Sedersi sul selciato ad ascoltare la musica. Annullarsi e ritrovarsi all’interno della foresta del cuore tra sterpi e rovi cui assegnare un nome perché la rigidità culturale costringe a una tale costruzione che non ammette errori o fantasie. Ogni sbaglio si paga anche con la vita stessa perché questo è l’unico codice con cui s’impara a vivere. Una giostra di luce e morte in cui l’amore è una sbandata ma come tutte le cose lascia un odore che non ha paura di durare per sempre impregnato sulla pelle come un tatuaggio o un livido. Il marchio della sofferenza. Non si vive senza soffrire almeno un po’. Le rime e le strade del cuore sono impervie e sorprendenti non si sa mai che sentiero possano intraprendere. Danzano leggiadre le anime in un ritmo incessante perché anche quello che sembra un rinascente angolo di paradiso si rivela alienante e contiene almeno una porzione d’inferno .

Aneddoti personali

Voglio dirvi innanzitutto che questo libro mi ha sorpreso e non poco. Quando ho parlato con l’amico Gianluca ufficio stampa della casa editrice ero orientato più verso un altro libro che invece ha deluso le mie aspettative. Questo è il classico caso di una lettura che ti trascina, lentamente, ma ti trovi addentrato nel piccolo grande universo senza accorgertene e alla fine senti quel angoscia perché scopri ancora una volta che la felicità è un’illusione quando si deve scontrare con la durezza della vita. Voglio ringraziare sentitamente la casa editrice per avermi fatto scoprire quest’autrice straordinaria un plauso anche alla traduttrice nella recensione capirete perché. Sono proprio orgoglioso di iniziare la collaborazione con La Nuova Frontiera che mi auguro possa essere duratura con questa perla che mi ha commosso e adesso non vedo l’ora di rituffarmi in Milly Vodovic per provare a incuriosirvi raccontandovelo.

Recensione

Polvere sei e polvere ritornerai un destino fatale inciso sulla pietra ma che cosa accade se quel richiamo avvenga prima che il fiore della vita si riveli in tutta la sua folgorante bellezza? Il verso biblico squarcia l’aria e l’anima regalando a personaggi e ai lettori tutto il misticismo che si cela nella vita e nella morte. Esistenze in bilico sospese in una magica e rabbiosa alterità che riscalda e devasta. C’è poi Michael Jackson che consiglia di darsela a gambe ma fuggire, sparire e morire sono l’infernale climax di una rima funesta e talvolta non può compiersi. Lo scontro delle voci è brutale fino a suo azzeramento e allora che aggrapparsi al panoramico e devastante silenzio come in un film western in cui la polvere regna sovrana. Una storia che si addentra nell’America rurale che perde l’idealizzazione di una’oasi pacifica e rigogliosa e appare come nitido fotogramma dell’umana crudezza e aridità soprattutto emotiva e allora ci si chiede se una singola rosa possa crescere in questo deserto. Una famiglia bosniaca sfugge dalla guerra ma si trova catapultata in un orrore ancora più grande che li costringerà a conoscere e analizzare la propria interiorità, arrivando a mettere in discussione la radice culturale. Famiglia e cultura hanno una loro sacralità che proprio come il cuore può essere infranta perché anche i sogni più belli si tramutano nel peggiore degli incubi. Al centro della narrazione si trovano alcune famiglie: Adams, Cooper e Vodovic. Il nucleo dei Vodovic è composto di Petra una vedova lavoratrice instancabile che si chiude nel suo pragmatismo per non soffrire ancora, ha due figli Almaz e Mina cresciuti amorevolmente con l’aiuto del nonno. Almaz è un giovane buono e sognatore ama i libri e si rifugia nel loro universo lavorando in biblioteca. La sua bontà s’incrocia ben presto con il razzismo che serpeggia in città e soprattutto nei gesti degli Swan e Adams. All’inizio sembrerà di assistere a scaramucce intrise di rivalità come quelle tra Grifondoro e Serpeverde ma ben presto si comprenderà che Almaz è vittima di bullismo. Gli occhi di tutti i personaggi ardono di quella rabbia accecante che cela però un’indicibile sofferenza perché si convincono che nominandolo appaia in tutta la sua concretezza mentre dissimulando il dolore si diluisca lentamente nelle redini dell’astrattismo. Milly è un’adolescente che vorrebbe cantare e ballare e per questo combatte coraggiosamente tutto ciò che stona col suo universo. Per aiutare il fratello maggiore come Taddeo di Amato si erige a paladina della giustizia sfidando apertamente i bulli. Un romanzo in cui tutti impareranno che non esiste una corona senza spine perché il materiale con cui è costruita non rende immuni dalla sofferenza. Un viaggio nei meandri della violenza. Essa è un linguaggio e un codice comportamentale, non esiste altro quando si conosce solo quello. Il romanzo ha una sua scorrevolezza è costituito da quindici capitoli di varia lunghezza. Un plauso alla traduttrice Camilla Diez che l’ha tradotto magnificamente perché l’autrice ha uno stile complesso e variegato. Lo stile è asciutto, scarno e crudo, ogni parola ferisce come fosse una lama, ma si alterna altresì a un magnetico lirismo, donando al romanzo una forza e una carica emotiva dirompente. Nel romanzo il tema centrale è il confine labile che intercorre tra sanità mentale e pazzia. Una diversità concettuale che si azzera nel regno della fantasia. La scrittura apre le serrature del reale e del fantastico e le fa convergere. All’interno del romanzo è Daisy a fare questo. Una scrittrice gravemente malata che emana un fascino perturbante. Con lei Milly imparerà a vedere con occhi diversi il mondo e apprenderà che anche fate, gnomi e folletti hanno una loro ombra. Si sfruttano paure e credenze popolari per creare misteriose leggende. Con questo espediente narrativo l’autrice tratta l’alterità che intercorre tra reale e immaginario. Crea come Pirandello un universo meta testuale in cui apertamente si fronteggiano l’inchiostro e la carnalità, ma a un certo punto i personaggi si ribellano alla scrittrice per volare sulle ali della libertà e inseguire il caldo tepore della passione. Quale sarà il volto della luna se Douglas uno dei bulli e Milly dovessero seguire la forza dei sentimenti? Sarà Vendetta o Amore ? Tutto questo mentre un uccello sorvola il cielo della città in attesa d’iniziare il suo ultimo canto . Rigoglioso come la primavera o strozzato come l’inverno? In ogni caso avrà portato nelle terre di mezzo dell’ adolescenza una commovente rivoluzione .

Conclusioni

Un romanzo struggente scritto da un’autrice davvero unica che non faticherete ad amare.

Voto

5/5

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