Nel rimorso che proveremo di Piero Malagoli

Nel rimorso che proveremo

Dopo l’otto settembre del 1943, in un’Italia divisa tra l’avanzata dell’esercito alleato e la resistenza fascista, un parroco di campagna nella provincia emiliana si trova tra l’incudine della neonata Repubblica sociale e il martello dei combattenti partigiani. Da entrambi deve guardarsi e contemporaneamente preservare la parrocchia, aiutando i devoti che si affidano alla sua tutela. Uniche armi, il buon senso e una fede ormai vacillante. Per scongiurare lo smarrimento, i suoi principi religiosi subiranno un processo di umanizzazione. Dalla figura sfocata e lontana del Dio che l’ha chiamato a servirlo, si rifugerà nella pietas verso i miseri, i diseredati, gli empi, con i quali si sente affine nelle fragilità e accomunato nello strazio e nel terrore di chi deve aggrapparsi a una speranza fatta di nulla, orfana di un credo arresosi agli orrori del conflitto. Padre Sebastiano non avrà abbastanza coraggio per assicurarsi un posto tra gli eroi della guerra né sufficiente fervore per esserne annoverato tra i martiri ma si sporcherà le mani, spinto a volte dalla fermezza, altre dalla vigliaccheria. Così gli stretti confini di Robbianeto si dilatano oltre le pagine del libro fino ad abbracciare una umanità varia e dolente: un medico disincantato ma incrollabile, una moglie calpestata, un ragazzo che si prostituisce, un partigiano che cerca una tomba, un fascista tormentato, un agnello sacrificale, una Maria Maddalena, paradigmi dell’abisso spirituale e della resurrezione, ricondotti alla loro unicità di persone che si sforzano di sopravvivere nel bene e nel male. Ogni vita una storia, ogni nome un capitolo, ogni pagina un fremito al cuore e un gancio in pieno viso.

Introduzione

Un uomo che raccoglie fiori senza un domani nell’epoca dell’incertezza, li scuote ne lava i peccati per mostrare che se la giustizia terrena era inflessibile quella religiosa donava clemenza. Mentre il cibo scarseggiava per tutti, non c’era miglior dono di un’anima pura incline all’ascolto. Storie su storie s’intrecciano nell’increspatura della sofferenza. Un romanzo intenso sull’aiuto e il sacrificio che non risparmia nessuno. Chi aiuterà lui quando il fantasma del dubbio sotto insidiose spoglie busserà alla sua porta?

Aneddoti personali

Ho conosciuto Piero con il romanzo precedente, sono stato felice di trovarlo ancora più maturo però non ha alterato la cifra stilistica di profonda umanità che l’ha sempre contraddistinto. Avevo qualche ritrosia nel leggere quest’opera, pensavo erroneamente che la religiosità fosse eccessivamente marcata invece l’autore sorprende i lettori con un romanzo talvolta toccante, crudo ma molto vero. Attraverso quest’opera Malagoli ritorna ai racconti con una costruzione particolare di cui vi parlerò nella recensione. Ringrazio gli amici Ugo Tiziana e Patrizia che mi hanno riconfermato la loro fiducia. Un ultimo ringraziamento all’autore che dedica grande spazio agli ultimi, ai cosiddetti dimenticati toccando abilmente le corde del cuore .

Recensione

Quante volte ci si è interrogati su dove si nasconda la giustizia? Quando si vede il crimine serpeggiare indisturbato in preda ad azioni abominevoli rifiutate persino dalla vergogna, perché essa è pur sempre un sentimento, ripugnante forse, ma è comunque la labile prova che la forma seppur sbiadita di un cuore non abbia smesso di esistere. In queste pagine è come se un invisibile filo rosso legasse cuore e coscienza convergendo tutto in un profondo e commovente inno sacrale. Un gruppo d anime si sussegue per non essere marchiate come prave e ricevere l’agognata assoluzione che permetterà di abbracciare con cristiana propensione il dì dell’eterno riposo. Ci si domanda ininterrottamente se si è nati nel lato sbagliato del cielo, si alza lo sguardo e non appare nemmeno una stella, non è concessa speranza alcuna, segno che forse anche per lei come per gli uomini è arrivato il tempo della lenta e inevitabile decadenza. Nonostante le avversità, la speranza traccia sentieri intrinsecamente minati ma non rinuncia a mostrare anche ai figli più ingrati la sua forza suprema. Lo fa quando si raggiunge l’apice del terrore e non c’è più nessuna sfumatura e l’aria si tinge d’ignoto fumo rossastro e briciole di parole mentre un silenzio sinistro avvolge le preghiere del mondo. Ḕ il 1943 e la scacchiera del destino non risparmia nemmeno la Chiesa colpendola nel profondo della sua istituzionalità aspettando che l’uomo compia la prossima mossa . Al centro di questo palcoscenico semidistrutto un prete in un dialogo infinito con la propria anima perennemente in conflitto . In questa singolare lotta tra ragione e sentimento il buon don Sebastiano prova a ritrovare l’antico seme della propria fede messa a dura prova dal dolore della perdita che la guerra dissemina incessantemente . Nelle pagine il concetto di guerra si dipana in una duplice circospezione. Le descrittive pennellate universali intaccano e frantumano la quotidianità e la sfera privata facendo emergere una traboccante umanità . Un viaggio nei meandri di un paese immaginario l’autore descrive altresì anche fatti e luoghi storicamente documentati e accertati . L’autore inserisce la predilezione per la narrativa breve in una costruzione particolare che traccia un’opera d ‘arte evocativa con una cornice intimamente realistica e disarmante . In questo tangibile vortice della disperazione ogni capitolo è un focus profondamente sensoriale su un personaggio specifico . In queste pagine in cui autore e personaggio analizzano la vessazione della sopportazione, incrociano tra gli altri gli alcolisti Fosco e Demir che disperdono la lucidità e perdono di vista il nucleo familiare , la giovane Antonia intrappolata in un amore impossibile , Lidia che cerca di proteggere le sue figlie dalla violenza domestica che si attua tra quelle mura , Maurizio schernito per il suo ritardo mentale , Guido vittima di un evento inaspettato che nemmeno gli adulti riescono a sostenere e infine Tiziano che lotta per amare e far comprendere che l’omosessualità non è una perversione . Mentre l’ombra di un sospetto serpeggia indisturbata tanto da minare la rettitudine e l’onorabilità dello stesso don Sebastiano, si comprende che quella è l’epoca delle parole taciute e della gestualità sopita in cui la resistenza si tramuta in linguaggio . Con il suo stile incisivo ed empatico lo scrittore costruisce un riparo per tutti quelli che la società emarginava e marchiava ingiustamente . Per tutta la narrazione Don Sebastiano avrà due alleati l’anziana perpetua Isanna e il dottor Allegri, il medico del paesino . L’inserimento di quest’ultimo personaggio si rivela empaticamente funzionale , due pensieri in concreta opposizione che convergono per la salvezza del bene comune e dell’intera collettività per poi scoprire un ‘inaspettata e interessante complicità . Per contrastare la forza dell’angelo della morte lo scrittore mediante il suo protagonista attua la poetica del conforto perché come scritto in una canzone per pesare il cuore con entrambi le mani ci vuole coraggio . Un romanzo che colpisce per intensità che narra di anime sospese che vivono un lungo e gelido inverno in attesa di una rigogliosa primavera intrisa di libertà anche per quei fiori apparentemente senza domani

Conclusioni

Un romanzo tutto da assaporare che non faticherete ad amare

Voto

5/5

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