Residenza per signore sole di Masako Togawa

Residenza per signore sole

La Residenza K, un palazzo di mattoni rossi che ospita donne nubili, appare agli abitanti di Tokyo come una dimora tranquilla per signore per bene, ma nasconde in realtà un passato sinistro. Quando dalla portineria sparisce misteriosamente il passe-partout, la chiave universale che apre tutte le centocinquanta stanze affacciate sui lunghi corridoi dei cinque piani, le inquiline cominciano a vivere nell’ansia. Ogni camera, infatti, oltre a un’immensa solitudine, custodisce colpe che ciascuna di loro tiene scrupolosamente per sé: strani furti, incidenti sospetti e persino un suicidio aleggiano tra quelle mura, abitate da donne assorte nel ricordo dei tempi andati. E adesso, in previsione dello spostamento dell’edificio che deve far posto a una strada, queste donne temono che succeda qualcosa di orribile: i lavori potrebbero portare alla luce un crimine avvenuto anni prima, e con esso tanti altri segreti che le pareti spesse della Residenza K – e la sua curiosa portinaia con la passione per i libri – serbano con discrezione. Pubblicato per la prima volta nel 1962, Residenza per signore sole è un grande classico del noir giapponese. Una perla rara, ricca di tensione e atmosfera, che ricorda i thriller di P.D. James, conservando però l’inconfondibile tocco di magia che continua a far innamorare della letteratura del Sol Levante le lettrici e i lettori di tutto il mondo.

Introduzione

La mente umana è un continuo abisso per tutti, è un libro in cui le miriadi di pagine sono impossibili da decifrare perché non si sa effettivamente fin dove si possa spingere. Tutto è una continua sorpresa tra meraviglia e pietrificazione perché l’inganno è sempre dietro l’angolo. Il gioco di specchi si è affinato il giorno in cui l’uomo ha appreso l’arte della simulazione. Si può dissimulare tutto dice l’uomo a se stesso, come se avesse trovato la ricetta della felicità o una vincita inaspettata. Con una frase del genere pronunciata anche nel suo inconscio, mostra ancora una volta la sua ingenuità, perché dietro questo meccanismo si cela una nuova illusione. C’è qualcosa che uccide ogni finzione ed è la solitudine. Si annida silenziosa e subdola come un serpente e avvolge cuore e animo in un legame indissolubile. Masako Togawa ipnotizza con una storia al cardiopalma che tiene il lettore sospeso tra verità e menzogna comprendendo che non sempre la fine rappresenta un nuovo inizio ma soltanto un vorticarsi di pensieri solitari come lupi che ulula alla luna in attesa di un richiamo .

Aneddoti personali

Ancor prima di scoprire che si trattava di un classico del noir giapponese tra me e questo libro è scattato un’attrazione fatale. Quando ho aggiunto il tassello del classico, intorno a me l’atmosfera è diventata magica. Leggevo e mi chiedevo perché questo libro per tanti anni non è stato più reperibile in libreria. Residenza per signore sole è un piccolo gioiello che in poche pagine è riuscito a farmi provare emozioni contrastanti ho riso, mi sono inorridito e mi sono anche commosso per una perla della letteratura che merita sicuramente letta perché è un’analisi precisa della decadenza umana.

Recensione

Al calar del sole si cerca la complicità di luna e stelle per compiere misfatti che si celano nelle tenebre come segreti della notte. La casa è il luogo per eccellenza dove ci si sente protetti e si torna perché si è stati bene. Che possa essere una piccola oasi di pace è soltanto una delle bugie che ci si racconta per non ammettere l’illusione. Questo romanzo prende tutte queste affermazioni e le sgretola con una risata beffarda che lascia l’amaro in bocca. La storia è ambientata a Tokyo in un palazzo di centocinquanta stanze denominato Residenza K. L’edificio è stato costruito come rifugio per donne sole. La maestosità della struttura si rimpicciolisce tra le pagine quando anche il lettore scopre che esiste un passe – partout in grado di aprire tutte le porte. Inizia tutto a causa di un dislocamento dell’intero edificio. Tale spostamento è vissuto dalle residenti come se il loro animo fosse trafugato. Corpi femminili abusati in cui non si sente il suono del pianto ma soltanto un disarmante silenzio. Quella della situazione violenta per le protagoniste è soltanto un’altra delle geniali trovate dell’autrice che inizia con il lettore una partita a scacchi dall’esito incerto. Un tacito invito a indovinare i misteri, a prevedere le prossime mosse sapendo che a ogni azione corrispondono una reazione e quindi una relativa conseguenza. La maggior parte delle protagoniste sono insegnanti in pensione, ordine, rigore e la disciplina impartiti con la cultura, si contrappongono al loro privato che è rappresentato dal caos. Il romanzo è suddiviso in sette parti che fungono da lente d’ingrandimento su questo speciale microcosmo. Ad animare questo singolare condominio troviamo Kazuko e Kaneko due strampalate custodi che passano il tempo a leggere, sferruzzare a maglia e dormire. Tra le inquiline protagoniste ci sono: Toyoko, ex docente universitaria che vive per decifrare un antico manoscritto scritto dal defunto marito e lei desidera ardentemente che non sia dimenticato. Noriko un ex insegnante costretta a ritirarsi a vita privata, diventa il fantasma di se stessa, è un’accumulatrice seriale che sceglie di vivere come fosse un gatto. Suwa un’ex violinista con un discreto talento, la donna ha un difetto fisico ma non si arrende e tiene lezioni private ai bambini fino al giorno in cui il suo fiume emotivo rischia di straripare. Non si può non citare l’arzilla Yoneko anche lei insegnante in pensione che decide per combattere la noia di scrivere una lettera a ognuna delle sue allieve, attraverso una di queste, la donna scoprirà di essere un’appassionata giallista che si può definire la versione giapponese di Jessica Fletcher. Può una lettera cambiare il suo destino e le sorti delle altre coinquiline? Aleggia inoltre nella Residenza una setta pronta a plasmare ulteriormente le labili menti. Lo stile di Togawa è incisivo, ironico e disarmante. Leggendo si ha come l’impressione che ogni personaggio femminile sia il perfetto fotogramma della vecchia tutta imbellettata. L’autrice prende l’esempio pirandelliano e lo tinge di atmosfere noir. Qualcosa all’apparenza può far ridere ma se si osserva attentamente, può nascondere un triste segreto. Tra omicidi, furti e rapimenti si tiene il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina. Residenza per signore sole è un romanzo metateatrale, c’è la completa abolizione della quarta parete e il lettore suo malgrado si ritrovi a essere personaggio del dramma. Chi è il misterioso burattinaio che muove i fili alle spalle di tutti? Ha il perfetto controllo della situazione ? È questa la domanda da porsi dal momento che anche il fato dovrà fare la sua mossa . Con un magistrale utilizzo dei colpi di scena e del cliff il romanzo è un come puzzle intricato e perfetto, in cui nessun elemento è lasciato al caso. L’autrice attua una’indagine nell’animo umano analizzando ogni sfumatura del male di ogni secolo che è la solitudine e pur non soffiando il vento del perdono costruisce con le sue donne una storia d’amore, dove il tempo diventa la simbiotica sinfonia tra attesa e dolore.

Conclusioni

Consiglio di leggere questo libro a tutti quelli che sono alla ricerca di una storia intrigante capace ancora di sorprendere ed emozionare. Una vera chicca da non perdere .

Voto

5/5

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