Toya di Ashraf al – Ashmawy

Toya

Carriera, soldi, notorietà. Questi sono gli orizzonti a cui aspira il giovane medico Yussef Naghib, padre egiziano e madre inglese, che si trasferisce dal Cairo a Liverpool per inseguire i suoi sogni di gloria. Studente vivace prossimo al dottorato, nel tempo libero si divide tra partite a cricket, visite al porto e serate con la buona società. E poi c’è lei, la bella e facoltosa Katherine, lineamenti delicati e squisitamente britannici. Dopotutto, nella vita dorata di un uomo di successo non può mancare una donna di aristocratico lignaggio. A bordo della sua auto sportiva, Yussef sta correndo dritto dritto verso un futuro radioso. Finché una sterzata improvvisa non lo porta a sbattere contro un ostacolo non previsto. E là dietro si apre l’Africa. Quell’Africa profonda che ti sconvolge, che ti stordisce per il verdeggiare delle sue foreste, per i suoi riti primordiali, le credenze delle sue tribù. Lì il brillante dottore avrà il compito di sfidare una malattia quasi incurabile, oltre a estirpare il pregiudizio per un amore nuovo, che ha le sembianze della genuina Toya. E lì conoscerà davvero per la prima volta. L’altro, sé stesso, il mondo. Consegnandoci un romanzo di formazione completo, dove l’istinto fa a pugni con la ragione, il sentimento con ogni velleità esteriore.

Introduzione

Quando un uomo pensa di avere tutto sotto controllo, è in quel preciso momento che sta perdendo qualcosa, perche la vita è una partita a scacchi di cui non conosci l’esito se non quando ti avvicini alla fine. Che cosa è Inizio fine se non punti interscambiabili di cui non si conosce l’effettiva provenienza ma che determinano inevitabilmente il proseguimento dell’esistere. Non si sa mai quale strada possa intraprendere ma ogni sentiero è intriso di prove da superare perché un guerriero è destinato a portare luce nelle ombre Lungo il tragitto, una fiamma comincia ad ardere, è il fuoco delle aspirazioni che si alimentano delle vittorie ma soprattutto delle cadute. Nessuno insegna a non farlo meno rovinosamente e così si rivela l’ennesimo capitolo di un’incessante lotta di sopravvivenza, dove si accende la speranza per un inatteso finale accompagnato dal dubbio di una sua piena realizzazione mentre quell’uomo come un lupo alla luna volge il suo sguardo, apre il suo solitario cuore e il suo dolore segreto prende finalmente forma. In cielo ecco spuntare tra le stelle il volto della donna amata che come una nuova mosca traccia la via della rinascita. Tutti questi elementi sono contenuti in Toya, l’appassionante e struggente romanzo di Ashraf all’Ashmawy un libro che ci ricorda che la maturazione di una persona passa non soltanto dalle azioni ma soprattutto dalla sua rivoluzione emotiva. Un moto incessante di scelte che culmina in quella più importante di tutte trovare qualcuno cui affidarsi perché è la continuazione ideale del tuo mondo.

Aneddoti personali

Non so se credete nel destino miei amici, ma da qualche parte era già scritto che questo libro doveva essere mio. Appena l’ho visto, la copertina mi ha folgorato per la sua bellezza e leggendo la sinossi ho capito che questo romanzo aveva qualcosa di speciale. Quello che non potevo sapere era che mi aveva fatto suo già a chilometri di distanza. Ero alla Marina di libri e passando tra gli stand mi sono fermato da Brioschi perché mi ricordavo che si occupavano di letteratura dei paesi arabi e non solo. Ed è così che ci siamo rivisti. Per la filosofia del Carpe diem che muove il mondo, l’ho preso senza esitazioni perché l’ho captato come un segno. In quella stessa occasione ho conosciuto anche Alice l’ufficio stampa della casa editrice che mi ha donato delle riviste per farmi un’idea delle loro pubblicazioni. Il progetto alla base mi piace moltissimo e spero che questo possa essere l’inizio di una lunga collaborazione. È bellissimo quando si riesce a riappropriarsi del valore intrinseco della letteratura che dovrebbe mantenere sempre cioè quello di entrare nell’animo di chi legge e stare in attesa che arrivi quell’emozione nuova ancora senza nome che però senza sapere il perché ti fa sentire una persona diversa. È quello che accade immergendosi nelle pagine di Toya un libro magico che accoglie, fa inorridire ma dona anche sensazioni fortissime che incantano nella loro semplicità .

Recensione

Che cosa significa sognare? Immaginare qualcosa che non si ha e impegnarsi totalmente affinchè esso diventi una concreta realtà . A volte però l’ambizione può offuscare le menti e far perdere l’obiettivo principale. Lo sa bene il protagonista di questa storia Yussef Naghib giovane dottorando di dermatologia che vuole seguire le orme paterne, passando alla storia per aver costruito il più grande ospedale in Egitto la terra cui sente di appartenere e che dice di amare. Yussef in realtà inizialmente è narcisista e non rispecchia per niente gli ideali del giuramento d’Ippocrate cui dovrebbe attenersi. Il suo sogno rappresenta un moderno palazzo di Atlante, dove tra mille illusorie tentazioni è tratteggiata la miseria umana nella sua incommensurabile caducità. Spesso si vive in un mondo ovattato e la vera realtà invece è soltanto un’effimera percezione. Il romanzo è una continua analisi sulla figura del medico che non è un lavoro ma una missione. Un continuo donarsi all’altro, portare la luce della conoscenza là dove regnano le ombre, un atto d’amore per il bene collettivo della salvezza. Nei venti capitoli è narrato il viaggio del protagonista che si snoda in tre tappe fondamentali Egitto – Liverpool – Nairobi. Un viaggio interiore che dopo un’intensa geografia della perdita ridisegna una nuova mappa dell’anima. Yussef ha bisogno d’immergersi nelle acque del lago fonte di rinascita per ritrovare l’ἀρχή del proprio sé. L’occasione arriva dall’esimio professor George Randall che spedisce Yussef in Kenya per trovare una cura al morbus della lebbra che sta devastando la popolazione keniota Il giovane, stringerà amicizie importanti soprattutto con il fidato e paterno Scort e il dolcissimo Dono. Con l’aiuto di quest’ultimo entrerà in contatto con la tribù dei Kikuyu, dove tra paure e credenze si nasconde una radicata civiltà comunitaria che lo scrittore descrive con taglio antropologico. È una lettura scorrevole caratterizzata da uno stile fluido e semplice ma profondamente intenso, aspetti che sono perfettamente mantenuti nell’ottima traduzione per opera di Elisabetta Bartuli e Giacomo Longhi. L’autore con questo libro rovescia i canoni della letteratura egiziana, ampliando e modernizzando anche quelli del Bildungsroman. Seguendo questo schema lo scrittore crea la straordinaria e indimenticabile protagonista femminile. Toya è un’ affascinante ragazza di una bellezza particolare che incanta , ha uno spirito altruista ma allo stesso tempo combattivo , si ribella ad alcune usanze della sua tribù tra cui il matrimonio combinato , si veste diversamente e tanto altro . Una donna che in un mondo colmo di negazioni e privazioni lotta anche attraverso l’arte, per l’affermazione della sua identità. Yussef e Toya comprendono che la tribù corre un grave pericolo che non è rappresentato soltanto dalla lebbra ma da misteriosi burattinai che tessono i fili e li usano come cavie perché manovrati da un nemico ugualmente pericoloso: il dio denaro. I due protagonisti decidono di fronteggiarli e li combattono con tutti i mezzi possibili, proprio mentre nei loro cuori germoglia una nuova stagione dell’amore. L’autore dona ai lettori una storia d’amore degna dei migliori romanzi di Sparks. Una storia che inizia negli anni Settanta ma che con la sua disarmante attualità parla agli esseri umani d’oggi. In una realtà antica dove ci si riappropria del vero significato del tutto, Denaro, Ambizione, Eros e Thanatos, mischiano le carte e iniziano la partita del Destino, ricordando che la vita è un cerchio e se a volte ci riporta dove tutto ha avuto inizio, non è mai lo stesso, c’è fiducia nel futuro alimentata da una nuova inaspettata speranza .

Conclusioni

Consiglio a tutti la lettura di questo bellissimo e toccante romanzo, una lettura che vi terrà incollati e vorrete sapere assolutamente come va a finire, provando emozioni contrastanti ma che difficilmente dimenticherete.

Voto

5/5

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