Attraversando il tunnel della paura . Mario Falcone e l’amicizia come finestra sul domani . (Articolo in Anteprima )

Che cosa fare quando il sole non splende per tutti? Quando un’alba non è uguale alla successiva, tanto che persino il cielo sembra aver perso il suo colore. Un’indomabile rimembranza che gli artisti definiscono sfumatura. Ed è subita sera. Il corpo celeste cangia ancora il suo mantello si riempie di piccole lucciole di speranza mentre sul mondo scende implacabile il velo della notte. Tutto attorno dovrebbe dormire, ma niente concilia il sonno di quelle case e di quegli abitanti. Uno sciame dispersivo che diventa un unicum perché la paura tratteggia i volti e li rende inesorabilmente il ritratto dell’altro, azzerando anche la minima differenza. Un insieme di vite che si ritrova a diventare Storia e la sfida è trovare un linguaggio universale per trasmettere un messaggio di speranza anche quando il tunnel è un bosco di rovi e di sterpi e sulle mani si stringe la sabbia del tempo, quella cenere della memoria che ancora oggi ha diritto d’esistere. Fino a quando un uomo cercherà di opporsi agli altri imponendo la propria egemonia, la pace è solo apparente ed è vivida invece la condanna tra apparire e sembrare. Un vento di cuore confonde le voci, sussurri di preghiere e canzoni assoggettate dalla pietra tombale del silenzio. Altre parole muoiono in gola come lacrime inespresse che sgorgherebbero come un fiume in piena, proprio come il volto della luna fissa, specchiandosi nello sguardo bambino raccontano che c’è ancora alito di vita in un sentiero d’inganni e morte. Come spiegare tutto questo a un ragazzo che quel mondo lo prenderebbe a pugni, a morsi, ma l’unico arma che può utilizzare è la cautela tenendo al caldo l’ardore che confonde la spavalderia col coraggio. Quando gli stregoni escono dai libri e mutano la forma persino di quelle nuvole in cui sono celati i sogni. Piangono i genitori e persino i folletti della foresta perché a ogni bimbo in quel preciso istante è stato derubato del tesoro più importante la spensieratezza dell’adolescenza. L’autore si cimenta in una sfida che si rivela molto convincente, una storia per spiegare ai giovani una parola “dal” significato ostico e pericoloso: GUERRA. Non ci sono un oggi e un domani ma lo sguardo è rivolto verso ciò che c’era una volta, con la sostanziale differenza che non c’è alcuni finale da fiaba perché non vince nessuno, ma si contano solo le perdite. Colonna sonora di bombe. Boato. Il sopravvissuto è chi con passo timoroso e stentato ha la fortuna di raggiungere l’uscio di casa e quando esso non è un miraggio, un tranello ordito dalla disperazione. Falcone confeziona una storia unitaria e compatta priva di divagazioni e dispersioni , Con delicatezza e semplicità racconta la Seconda guerra mondiale , un argomento che mai risulterà logoro e abusato perché ci sono tante farfalle cui dare voce insegnando una nuova traiettoria nel volo interrotto verso il domani . Con La stella spezzata l’autore consegna ai lettori un romanzo che ricorda che ci vuole più coraggio ad aver paura che ad affrontare un nemico a viso aperto. La resistenza nasce dalla vita ma anche dalla morte. Narra tutto questo attraverso la tenera epopea delle famiglie Cortini e Anticoli, una d’origine italiana, l’altra ebrea. I capostipiti Antonio e Davide così come i loro figli Marco e Gioele sono legati da un profondo affetto che sia amicizia, amore non ha importanza è la loro unione che forse li salverà e se qualche membro si perderà per strada, il ricordo sarà sempre vivo. Un lungo film d’amicizia che diventa racconto esprimendosi in brevi pagine di diario che nel cuore come nella roccia aprono solchi profondi e indelebili. Un romanzo di formazione dove i ragazzi diventano uomini. Un tentativo di ricucire gli animi come i libri, con l’unica missione di sconfiggere le tenebre. Tra giochi e patti emerge una promessa che possa arrivare quel giorno in cui oggetti, persone e natura scrivano finalmente l’agognato finale in cui le stelle si ricompongono, gli uomini si perdono in teneri abbracci e la luce del ritorno disegna la via .