Il procuratore muore di Luisa Valenzuela

Il procuratore muore


Il Procuratore muore allude a un episodio di cronaca nera che Luisa Valenzuela non cita direttamente, ma che è di dominio pubblico e ha sconvolto l’Argentina: la morte di Aberto Nisman, oppositore di Cristina Fernández de Kirchner, attuale vicepresidente, accusata di aver coperto il coinvolgimento dell’Iran nell’attentato contro un centro ebraico a Buenos Aires nel 1994. L’ex commissario della Polizia Federale, Santiago Masachesi, costretto al pensionamento anticipato perché in lotta contro la corruzione, rivede dopo anni la sua fidanzata dell’adolescenza, Teldi. All’epoca condividevano  la passione per le letture poliziesche, che spaziavano da Miss Marple a Montalbano, e proprio queste avevano spinto Masachesi a diventare investigatore, e ora tra deduzioni e intuizioni a ricostruire l’omicidio del procuratore. Negli anni di lontananza Teldi aveva continuato a occuparsi della sua passione, la letteratura, e riavvicinandosi all’ ex poliziotto gli sottopone il suo romanzo inedito, creando una finzione dentro la finzione, con atmosfere oniriche e di realismo magico che fanno da contrappunto alle ipotesi sul delitto. 

Introduzione

Che cosa accade quando la ricerca dell’assassino s’intreccia con quella più impervia del proprio sé? Si  innescano    gineprai   a   prova  di  bomba  che   scoppiano    solo    quando  l’animo   del  singolo    viandante     ha   trovato      qualcuno    disposto   ad   ascoltare   la   sua  voce    . Ed è così che finalmente la notte dei pensieri può trovare un suo ordine e scorrere in libertà tra insabbiate verità e intriganti deduzioni che creano un ponte inossidabile tra la vita e la fantasia passando inevitabilmente tra le stanze della menzogna perché per scardinare il male lo devi conoscere da vicino.     Questa  donna   ossessionate     denominata    verità     è    un  po’    come   l’amore  . Qualcosa che in tutto il suo astrattismo è disposto a mostrarsi solo a chi comprende la fondamentale differenza che intercorre tra vedere e guardare.   Si contorce, si aggroviglia talvolta plasma fino   a  quando non   raggiunge le redini del cuore e far partire l’ingranaggio per risvegliare le dormienti coscienze.

Aneddoti personali

Non posso non iniziare dicendo che Tiziana e Laura sono ormai una certezza nella mia vita prima ancora che nella libreria personale. Ogni volta che leggo un libro di questa casa editrice, sono sicuro che mi piacerà e anche in questo caso è stato così. Ringrazio le mie amiche per avermi dato la possibilità di ascoltare da remoto una scrittrice che mi ha conquistato ogni ora di più. La cultura, la simpatia e la disponibilità che traspaiono tra le pagine sono proprie dell’autrice che in questi giorni si sta facendo conoscere dal pubblico italiano. Questo romanzo è stato un’autentica sorpresa perché ero convinto di avere tra le mani un giallo storico e invece è un fantastico e riuscitissimo esempio meta letterario che abbraccia in poche pagine quanti più generi possibili. Un gioiello che ho amato tanto perché mi ha divertito, inorridito ed emozionato. Grazie Luisa per averlo scritto e per tutto quello che hai saputo regalarmi spera adesso di raccontarlo come merita .

Recensione

È un gioco tinto quello dei ricordi nel quale si finisce sempre col perdere così, scriveva Camilleri in uno dei primi romanzi di Montalbano . Ḕ una verità che ferisce quasi mortalmente per la prepotente autenticità, perché questa è una cena cui, l’invito si può solo rimandare. Ci s’incaponisce a seguire il veridico faro fino a quando in mezzo al deserto del caos non si mostra per ciò che è: un vero e proprio miraggio. Si comprende però che rovistare non è stato inutile perché si è trovato quel bambino dal sogno interrotto che aspetta di parlare compiendo un viaggio tra le pieghe del tempo attraversando gli ultimi anni dell’Argentina tra sfera pubblica e privata. Ne emerge un quadro sociopolitico devastante che simboleggia una pittura fresca che ha ancora tanto da raccontare ma si trova insabbiata in una silenziosa corruzione che può fare rumore solo mediante una circoscritta denuncia sociale. Nel suo volto mistico di donna, Argentina mischia ancora una volta le carte del destino e s’inizia una partita dall’esito incerto anche per chi come Santiago crede di avere la verità in tasca. Santiago Masachesi è un ex commissario che ricorda il nostrano Andrea Martino per simpatia ed empatia. Quest’ultima è da far rifiorire come il segreto della sua infanzia che è rimasto sepolto in uno dei molteplici cassetti della vita, dalla chiave volutamente smarrita. Lui ha passato un’intera vita in polizia ma proprio come il commissario della Vicidomini non riesce a godersi in pace la pensione. A turbare il meritato riposo anche la pandemia e un medico sospetto che vaccina in piazza. Questo è solo l’inizio che porterà Santiago a rispolverare un caso di cronaca che ha scosso l’intera Argentina e non solo ovvero la misteriosa morte del procuratore Alberto Nisman. Il focus tra le luci e le ombre della politica che diventa a sua volta lente d’ingrandimento del decadimento umano specchio di vizi intrappolanti. Una sfida inaspettata per Santiago è l’incontro con l’amata Teldi un’aspirante scrittrice che sembra possedere da sempre le chiavi del suo cuore, ma adesso che il vento dei ricordi bussa alla sua porta, lui avrà il coraggio di chiamarlo ancora amore? Il testo si compone di tre capitoli lunghi a loro volta suddivisi in micro paragrafi, come se ognuno fosse un pezzo di un puzzle di cui solo alla fine forse si avrà la risoluzione. Nonostante la drammaticità dei fatti narrati, lo stile è impregnato di una viscerale ironia che scardina nelle profondità dell’animo umano. Un tratto leggero e colto che colpisce e ammalia. L’autrice compie un affascinante esercizio di stile meta letterario che converge in più generi e fa dell’introspezione la cifra di riconoscimento. Il romanzo ha al suo interno aspetti inerenti al testo teatrale la suddivisione in tre atti, la rapidità dei dialoghi, l’importanza della parola e delle pause che attuano l’abbattimento della quarta parete coinvolgendo in prima persona l’ignaro lettore. Tutti questi aspetti sono evidenziati anche nell’ottima traduzione di Laura Mongiardo. Tra velleità artistiche, complesso d’Edipo e un intrigante cold case, l’autrice con Il procuratore muore ha preparato per i lettori uno straordinario gioco cromatico per indagare le sfumature delle cose . e nonostante il nero della morte e il rosso del sangue e della passione permettere che il cielo si tinga di quel ritrovato e mai sopito blu .

Conclusioni

Un romanzo unico che resta nel cuore di tutte perche diverte, ma colpisce per la profonda intensità .

Voto

5/5

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